giovedì 31 luglio 2014

Son tedeschi


Rieccoci in Germania con questa buona band di jazz-rock: i Creative Rock che nel 1974 incisero questo disco intitolato Lady Pig. La loro musica si snoda in questi otto brani che compongono l’album e in un più che discreto prog-jazz-rock (la componente jazzata è data dai fiati) tutto sommato originale anche se lo sarebbe stato di più se avessero usato la loro lingua madre invece del “banale” e “solito” inglese, a cominciare dal nome del gruppo. Aggiungo poi che come strumentisti li ritengo bravi; insomma un buon album da sentire con attenzione. Brutta la copertina frontale.
Voto:   + + +

mercoledì 30 luglio 2014

Milano, i suoi musei (prima parte)


La Milano Romana III sec. d.C

Oggi riprendo in mano la rubrica riguardante i Musei d’Italia, che tanto interessò e penso interessi ancora all’amico brasiliano Edulms, parlandovi di Milano che, come tutti sapete, insieme a Firenze e New York è la capitale mondiale della Moda (o fashion, se preferite), dello Stile Italiano (per gli anglofili: Italian Style), della cultura italiana, della musica lirica (con il teatro La Scala), della finanza e chi più ne ha più ne metta; senza contare che nel 2015 sarà la sede Expo Mondiale (inutile e dispendiosa, a mio parere).
Storicamente, fu fondata dai Galli Insubri circa nel VII sec. a.C. su una collinetta che si elevava dalla Pianura Padana e circondata da fiumi che la proteggevano. Nel III sec a.C. vennero i Romani e più tardi la trasformarono in città con il nome di Mediolanum (dal latino: in mezzo alla pianura, la traduzione più attendibile); essa crebbe sempre più d’importanza e fu dotata di mura, terme, un anfiteatro, un circo massimo, templi e altri monumenti fino a divenire una delle più importanti urbes dell’Impero Romano. Alla fine del III sec. d.C. per volere di Diocleziano, insieme con la tedesca Treviri, divenne capitale dell’Impero Romano d’Occidente. Sempre a Milano nel IV sec. d.C. Costantino il Grande emanò l’editto che consentiva al Cristianesimo di esistere. Poi sempre lì fu l’imperatore Teodosio (insieme al suo vescovo Ambrogio)  che impose all’Impero il Cristianesimo come unica religione. Dopo che i Visigoti tentarono inutilmente di espugnarla (V sec. d.C.) la capitale fu dall’Imperatore Onorio trasferita a Ravenna ritenuta più difendibile. Riuscì a passare indenne le invasioni barbariche fino al VI sec. d.C. quando i Goti, causa divergenze fra i generali bizantini, la rasero al suolo distruggendo quasi tutti i suoi monumenti. Fu poi in parte ricostruita dai Bizantini e di nuovo subì devastazioni per opera dei Longobardi nella seconda metà del VI sec. Con questi (che diedero il nome alla regione Lombardia) fu capitale del regno alternandosi con la vicina Pavia. Passò poi nell’ VIII sec sotto i Franchi di Carlo Magno. Venendo meno l’autorità dell’Imperatore del Sacro Romano Impero nell’XI sec. divenne libero comune. Fu anche per questo distrutta nel 1162 dall’Imperatore germanico Federico detto il Barbarossa ma si riprese con la sconfitta di quest’ultimo nella battaglia di Legnano del 1176 ad opera della Lega Lombarda (composta da tutti italiani provenienti da varie regioni della Penisola, ricordatelo sleghisti di oggi!). Nel tardo medioevo, sempre assai importante non solo in Italia ma anche relativamente all’Europa, divenne un possesso prima dei Visconti poi degli Sforza fino al XVI sec. quando morendo l’ultimo Sforza il Ducato passò per successione (imposta) agli Spagnoli di Filippo II figlio del re Carlo V di Spagna. Vi soggiornarono a lungo artisti fra i quali svetta la presenza di Leonardo da Vinci.
Continua…

Ancora USA



Dopo il salto nel Regno Unito rieccoci negli Usa (Minnesota) per ascoltare questo interessante disco, omonimo al gruppo, registrato nel 1970 dai Thundertree La musica dell’ album è un avvincente rock psichedelico permeato a tratti anche da un sano rock blues, la band qui è riuscita nel meritevole intento di esibire una certa originalità e bontà di esecuzione, specie nella lunga suite del lato B (di quello che era l’ lp, ovviamente). Intendiamoci, niente di speciale o di particolarmente innovativo, ma qua voglio ribadire che gli interpreti sono veramente bravi. Il sound, indubbiamente, è quello tipico del periodo. Interessante la copertina.
Voto:  + + + +

martedì 29 luglio 2014

U.S.A.



Tutto sommato recentemente, la casa musicale Akarma (di La Spezia, ndr.) ha pubblicato, riunendolo in un solo cd, due dischi degli Hunger, interessante band americana di musica psichedelica. Il primo intitolato Strictly From Hunger e il secondo The Lost Album tutti, almeno penso, del 1969 o poco oltre. C’è però una questione. Infatti sebbene la musica, come sopra dissi, è un ottimo rock psichedelico tipico degli States ed anche ben eseguito e originale, c’è qualcosa che non torna; dov’è allora il problema? Questo non va ricercato nel sound dell’album (ottimo!) ma dal fatto che è troppo ripetitivo; infatti molti brani del primo si ritrovano poi nel secondo cambiati di pochissimo e con la sola peculiarità (forse) di vedere protagonista un altro chitarrista: tale Ed King e quindi non capisco l’utilità di assemblarli in un unico cd; ma questa, è ovvio, è solo la mia opinione.
Unicamente a causa di questo, il mio voto è:
Voto:   + + + altrimenti avrebbe avuto un 4 +

lunedì 28 luglio 2014

UK



Quest’oggi facciamo un salto nel Regno Unito per ascoltare una più che buona band chiamatasi: Pinnacle che pubblicò il loro (forse) unico disco, intitolato Assasin, nel 1974. La musica proposta è un eccellente hard rock (con influssi prog) ben suonato ed eseguito. Nonostante che la formazione composta da chitarra, basso, tastiere e batteria possa ricordare i Deep Purple e a volte gli Uriah Heep, il gruppo, in questo bel album, ha saputo smarcarsi (e non era facile!) da siffatti predecessori elaborando un loro proprio sound originale che ha saputo mantenere, pure, una “verve” invidiabile. Allucinante la copertina.
Voto:   + + + +

domenica 27 luglio 2014

Omaggio a Vincenzo Nibali


Pur non essendo un ciclo-fanatico voglio qui complimentarmi con Vincenzo Nibali (da Messina, vincitore anche di un Giro d’Italia e di una Vuelta, la corsa spagnola) per la splendida vittoria al Tour De France 2014 e relativa maglia gialla; il tutto alla faccia dell’invidia (idiota) d’oltralpe. So che qui in Italia, dopo il Calcio e insieme all’automobilismo (leggi Ferrari) lo sport più seguito di certo è il ciclismo e soprattutto le grandi corse a tappe (Tour De France e Giro d’Italia in primis) e così molti connazionali, credo, saranno in festa. Va detto che a seguire nell’interesse nazionale ci sono (almeno penso): il motociclismo (specie da quando corre Valentino Rossi), la pallacanestro (o basket per essere internazionali) e quindi la palla a volo (o volley se vogliamo dirla in inglese). Gli altri sport a cominciare dalla scherma, per proseguire con il tennis, l’atletica e il nuoto vengono appresso a grande distanza; quando correva Tomba va poi ricordato che lo sci era sulla bocca di tutti. Personalmente (anche se credo interessi a pochi) c’era il Calcio al primo posto ma ultimamente, per una serie di motivi, esso è stato soppiantato da altri sport: motociclismo (GP e Superbike) e la pallanuoto che tante soddisfazioni da e ha dato a noi liguri.

Ancora negli USA



Tornati nel Nuovo Continente, siamo di fronte ad un buon album con questa registrazione intitolata Above All, fatta nel 1969, ad opera di una band americana di nome Stack. Quello che emerge dalle varie canzoni, incluse nell’ lp, è un buon rock a volte con venature psichedeliche, a volte permeato di un ottimo blues (vedi il brano: D.A. Blues) e che a volte ricorda pure un sano hard rock ma di stampo statunitense. Insomma un bel disco che si fa sentire con piacere.
Voto:  + + +

sabato 26 luglio 2014

Rieccoci in Germania



Con questi P2O5  (non sono molto ferrato in chimica e quindi non so cosa significhi questa formula, anche perché sono passati eoni da quando la studiavo) siamo tornati in Germania per un bel disco, uscito nel 1978, ed intitolato in latino: Vivat Progressio – Pereat Mundus (mentre il Progresso va avanti l’Umanità perisce) che ci porta nella dimensione del krautrock. In esso possiamo trovare tutto quello che ci potremmo mai attendere da una band teutonica di quel periodo: rock duro, cosmic music, psichedelia, ottimi esecutori ecc; l’unica pecca dell’ lp sta forse nell’uso dell’inglese. Del resto va però sottolineato il fatto che detta lingua colonizzò molto di più la musica tedesca che, per esempio, quella coeva italiana; questo, forse, pure grazie al fatto che qui da noi ebbero molto successo (anche commerciale) i cantautori. Ritornando all’album lo trovo molto accattivante, specie io che amo assai questo tipo di sound.
Voto:  + + + +

venerdì 25 luglio 2014

Siamo sempre negli USA


Un altro buon album proveniente dagli USA inciso nel 1976 da questi White Summer e dal titolo omonimo al nome del gruppo. Data la classica formazione: chitarra (elettrica ed acustica), basso e batteria non si può far altro che pensare ad un disco di rock e così facendo di certo non possiamo sbagliarci. Infatti l’ lp (rimasterizzato) si snoda nel solco del classico rock con influenze folk e blues tipiche degli States in quegl’anni e mantiene pure una buona originalità, se poi a questo si aggiunge il valore (notevole) degli strumentisti qui impegnati (specie il chitarrista) siamo di fronte ad un eccellente album da non perdere.
Voto:  + + + +

giovedì 24 luglio 2014

Ancora sulla TV (e i decerebrati suoi giornalisti)

Andando avanti con il tempo sono sempre più convinto che feci bene a fare a meno del televisore e relativa tv. Purtroppo questo non vuol dire che ogni tanto (specie se faccio visita ad amici o entro nel bar) non debba “pupparmi” qualche programma idiota, in special modo i telegiornali condotti dai soliti raccomandati, figli di papà, ignoranti e supponenti giornalisti tv. Così mi è capitato di sentire, in occasione dell’evento mediatico (sic!) sulla Costa Concordia, un’ennesima microcefala giornalista (mi pare che fosse su La 7, comunque poco importa) “farsi bella” usando (a sproposito e a pappagallo) altri stupidi ed inutili inglesismi: Control Room (al posto dell’italianissimo termine di Sala Controllo oppure trattandosi bene o male di un naviglio: Cabina di Controllo) e Rumors (invece che pettegolezzi, voci, chiacchiere ecc.). Ora mi domando e dico, forse con control room il relitto arrugginito e malandato della meganave si trasforma magicamente in una nuova superportaerei o in un’astronave? Quella emerita cretina credeva forse che così dicendo il tutto potesse sembrare più professionale? Mah…? E quanto ai rumors, dire questo al posto di vocaboli italiani, fa sembrare più veritieri gli inutili e sciocchi chiacchiericci al riguardo, spesso detti tanto per dare aria ai denti? Si potrà mai avere un servizio giornalistico serio e scevro da queste inutili scempiaggini? Sentire queste bestialità mi viene un certo prurito alle mani e la voglia, mentre l’idiota straparla, di essere lì dietro a darle un sonoro scappellotto, tanto per gradire...

Ma sono americani?



Questa band americana dei Goodthunder esibisce un buon hard rock tanto britannico da sembrare che i 5 componenti del gruppo provengano dal Regno Unito. Così non è, ma la mancanza di originalità o quanto meno l’assenza di un qualsiasi riferimento alla musica statunitense è forse l’unica pecca dell’album, uscito nel 1972, ed intitolato con lo stesso nome della band. I gruppi (inglesi di riferimento) sono senz’altro in primis gli Uriah Heep ma anche si trovano certe sonorità proprie dei Deep Purple. A sopperire questo neo, in parte, compensa la bravura strumentale degli artisti qui impegnati.
Voto:   + + +

mercoledì 23 luglio 2014

Metà USA e metà UK



Per chi ha voglia di tradurre, all’interno del file, c’è (in inglese) una lunga storia riguardante questo gruppo anglo-americano i Nobodys Business che nel 1978 registrano siffatto disco intitolato con lo stesso nome della band. I quattro elementi si dividono equamente fra statunitensi e provenienti dal Regno Unito e pertanto la musica di quest’ottimo album è un sapiente mix fra le sonorità proprie del rock (a volte anche dell’hard rock) britannico e quelle provenienti dall’America. Il cd si farà senz’altro apprezzare da tutti quelli che amano il buon rock senza inutili e troppi fronzoli, suonato da ottimi strumentisti che promuovono un sound tutto sommato abbastanza originale.
Voto:  + + + +

martedì 22 luglio 2014

E' vera "glory"?



Devo confessarvi che riguardo questo gruppo americano dei Glory so poco o niente anche perché non c’è nulla nelle note di copertina. Una cosa però conosco: il disco qui riprodotto si intitola Damnation Of Adam Blessing fu registrato nel remoto 1973. Che tipo musica potete ascoltare in quest’album? Un classico rock (senza infamia ma anche senza lode) tipico degli USA in quegl’ anni e che solo raramente scivola nell’hard e che certe volte può ricordare sonorità vicine ai Doobie Brothers. Va aggiunto poi che sia la chitarra che la batteria non sono del tutto malaccio e qualche canzone si eleva sopra la media…
Voto:   + + +

lunedì 21 luglio 2014

FERMATE TUTTE LE GUERRE !


STOP ALL WARS !!!

Sia quella in Ucraina, quella nel Medio-oriente, quella in Iraq, quella in Afghanistan e in tutti quegl'altri posti dove si combattono stupide ed inutili guerre.
 

Da Chicago?

Con tutta probabilità questa band americana: i Neutral Spirits, sono originari di Chicago e propongono nel loro omonimo album, uscito nel 1972, un rock psichedelico forse un po’ troppo datato già a quei tempi. Intendiamoci, il disco si fa comunque ben sentire, ma quello che voglio dire è che la musica nella prima metà degli anni ’70 stava già prendendo altre direzioni. Comunque sia, questo gruppo, musicalmente parlando, non è affatto male e la loro musica si snoda in 8 canzoni abbastanza originali ma nel solco del sound d’oltreoceano.
Voto:  + + +

domenica 20 luglio 2014

Da ascoltare...


A parte la brutta copertina frontale e il nome: Elias Hulk (niente a che vedere con il supereroe della Marvel o con il mediocre attaccante del Brasile, ma dal fisico possente…); siamo di fronte a una discreta band di hard rock (con una qualche vena di psichedelia) proveniente dal Regno Unito che nel 1970 incisero il loro unico disco intitolato: Unchained. La musica di quest’album ha riferimenti verso i Cream e i Black Sabbath ma alla fine risulta anche abbastanza originale nel suo insieme con certi spunti d’interesse. Di certo questo lp emana una forte carica emotiva.
Voto:  + + +

sabato 19 luglio 2014

Il (o la) Barbera



Barbera

Continuo, per ora (ma presto riprenderò i post sui musei d’Italia), a descrivervi qualche ottimo vino italiano che avevo citato in passati post culinari ed enologici. Oggi è la volta del Barbera (o come molti lo chiamano al femminile La Barbera). Detto vino rosso è prodotto principalmente in Piemonte dal vitigno omonimo (a proposito l’Italia ha la più alta varietà di uve al mondo, la Francia, quanto a diversità, è lontana anni luce). Esso è una DOC e in alcune zone pure DOCG (Barbera d’Asti e d’Alba Superiore e Barbera del Monferrato Superiore) con delle sotto zone (o cru per dirla alla francese) come la Barbera D’Asti Superiore Nizza o quella Colli Astieni. Nella versione doc (quindi con un minore invecchiamento e resa più ampia) è un eccellente vino da tutto pasto (tipo il Dolcetto), mentre le DOCG che si prestano anche ad invecchiamento, sono vini da secondi di carne rossa tipo arrosti e bolliti o primi a base di sughi di carne. Quest’ultimi sono anche spesso bevuti, come si dice, da meditazione (cioè fuori pasto) godendosi appieno le loro peculiarità.
Il colore è di un bel rosso rubino tendente al granato; profumi ampi, fruttati e di confettura di bacche rosse, di gusto deciso, tannico (specie da giovane) buona acidità con qualche ruvidezza che con l’invecchiamento tende a sparire. In certe annate particolari può superare i 14 gradi alcolici ma la tendenza del mercato e quella di presentarlo a 12,5 per la Doc e sui 13/13,5 per la Docg.

Due in uno ;-)


Granicus
Quello che oggi vi propongo all’ascolto sono due distinti dischi usciti però a distanza di ben 37 anni l’uno dall’altro ma qui riuniti (da me) in un unico file. La band in questione proviene dall’Ohio (Cleveland) e si chiama Granicus (da come leggo dalle note di copertina, il nome gli fu dato in onore della vittoria di Alessandro Magno sui Persiani, un bel po’ di tempo fa…). Comunque sia questo gruppo incise il loro primo lp nel 1973 (chiamato con lo stesso nome della band) e lì esibisce un buon e sano hard rock fortemente influenzato prima di tutto dai Led Zeppelin e un po’ anche dai Deep Purple e Cream. In ogni caso gli strumentisti impegnati non sono affatto male. Anni fa ebbero un certo successo ma non così grande da permettergli di incidere un altro lp (che tra l’altro era pronto per essere editato) così quei nastri caddero nel dimenticatoio. Solo nel 2010 qualche “intelligente manina” li riesumò e li pose su supporto digitale chiamando il cd: Thieves, Liars And Traitors (forse come volevano fare 36 anni fa). Come c’era da aspettarsi il sound anche qui segue i dettami del vetusto lp precedente forse con una qualche maturazione sonora in più.
Voto (per entrambi):  + + +
Thieves, Liars & Traitors

venerdì 18 luglio 2014

Un po' di America




La mia proposta d’ascolto di oggi ci fa fare un salto negli USA con questi Unison che incisero il loro forse unico disco nel 1976 e lo intitolarono con lo stesso nome della band. La loro musica è un buon rock americano con certe influenze (ogni tanto) rock blues in verità non particolarmente originale. Forse questo “già sentito” ci fa apprezzare di più quest’album (ahi ahi  le reminiscenze!) di quello che forse merita. Purtroppo sebbene più che accettabile l’audio non è dei migliori, a sopperire questa mancanza c’è la verve del gruppo che ci da una buona carica emotiva.
Voto:   + + +

giovedì 17 luglio 2014

Vengono dalla Scozia




Sapendo (anche per esserci stato) quanto ci tengono gli abitanti di quella regione ad una loro autonomia, diciamo subito che questa band gli N.S.U. provengono dalla Scozia e che a quanto ne sappia incisero il loro primo ed unico disco, intitolato Turn On Or Turn Me Down nel lontano 1969. Il gruppo era composto dal classico trio (chitarra, basso e batteria) più un cantante. La musica dell’album si snoda in un piacevole rock di stampo UK con qualche riferimento ai Cream  che non disturba affatto. E poi gli strumentisti non sono niente male specie il chitarrista.
Voto:   + + +

Il Grignolino



Come promesso alcuni giorni fa eccomi a parlarvi del vino (e vitigno) Grignolino coltivato in Piemonte nelle sottovarietà (tutte DOC): Grignolino D’Asti, Grignolino del Piemonte, Grignolino del Monferrato Casalese; a volte per dare più corpo vengono aggiunte anche altre uve a bacca rossa come il Freisa e il Barbera. Personalmente lo preferisco in monovitigno. Non si sa il perché ma non è un tipo di vino molto considerato e questo, secondo me, è un peccato perché può risolvere molti abbinamenti senza appesantire, a tavola, la sequenza dei vini. Comunque sia esso si presenta normalmente di un colore rosso pallido tendente al rosa, odore caratteristico, con sentori di rosa canina e di lieviti, al sapore è asciutto non molto morbido e con una buona acidità, gradazione alcolica sui 11/12 gradi (con qualche eccezione). Si presta, servito quasi alla temperatura di un rosè (sui 15 gradi), come aperitivo, abbinato a salumi a pasta grassa propri del Piemonte, a primi tipo gli agnolotti in brodo e dove abbiamo bisogno della sua acidità ma non di bollicine. Ovviamente è un vino di pronta beva che non si presta ad invecchiamento. Prosit!

mercoledì 16 luglio 2014

From UK


Nel 1971 presso gli studi londinesi di registrazione della EMI posti in Abbey Road questo gruppo britannico chiamatosi: Ginhouse incise un buon lp di musica psichedelica con lo stesso nome della band e con qualche riferimento qui e là all’hard rock e in qualche canzone al prog. Il trio (chitarra, basso e batteria) dimostra una buona vena creativa e tutto sommato una discreta originalità unita alla piacevolezza del loro sound. Una curiosità: dato che probabilmente i Beatles Lennon e McCartney si dovevano allora trovare nei paraggi, gli concessero l’uso di una loro canzone e di unirla all’album, è intitolata: And I Love Her. Insomma, alla fine, un lavoro complessivo che si fa apprezzare per la freschezza delle esecuzioni e per una buona dose di originalità.
Voto:   + + +

martedì 15 luglio 2014

Yes? ...No!




Proprio non ci siamo, mamma che delusione! Nonostante la presenza di autentiche icone della musica prog britannica come Steve Howe, Chris Squire, Alan White e il cantante Jon Davinson che fa di tutto per far ricordare il grande assente (insieme a Rick Wakeman) Jon Anderson, la musica che scaturisce da questo album degli Yes, uscito quest’anno ed intitolato Heaven & Earth, non mi convince. Sembra infatti solo una operazione commerciale, un compitino di maniera e le note di soft prog non fanno altro che far arrabbiare gli stimatori dei fasti passati (come me). Non c’è mai nelle 8 canzoni (a parte forse l’ultimo brano) qualcosa che faccia gridare al miracolo o che si elevi dalla banalità diffusa. Forse nella dimensione live questo penoso album potrebbe riscattarsi ma così ricorda solo i brutti momenti della “nostra” musica furono negli anni ’80. Triste ed inutile… Di bello solo la copertina…
Voto:   + +

lunedì 14 luglio 2014

Sarà...




Nonostante le lodi sperticate che troverete nel retro della copertina dell’album questi britannici dal nome di Hate, che nel 1970 incisero il loro unico lp intitolato Hate Kills, non mi sembrano quei fenomeni lì descritti. Intendiamoci non sono malaccio ma da lì a definirli fra le fra le migliori band misconosciute di musica progressiva britannica ce ne vuole. Anche perché l’originalità difetta e spesso qualche loro canzone sembra di averla già sentita da qualche altra parte. Secondo me poi è un po’ troppo cantato e certi riferimenti di rhithm & blues annoiano e lo fanno apparire più commerciale di quello che in effetti è. L’album comunque sia si può ascoltare con piacere e può aiutare a distrarsi dai dispiaceri calcistici che accomunano Italia e Brasile (ma anche Spagna e Inghilterra perché no?).
Voto:   + + +

Crucchi Uber Alles!



Ieri sera la Germania ha meritatamente vinto il Mondiale di Calcio 2014. Purtroppo, pur parteggiando per l’Argentina per le ragioni già esposte, ci avevo visto giusto. Del resto i tedeschi sono stati, durante il torneo, la miglior squadra (nel vero senso della parola), hanno esibito i miglior giocatori (sempre mediamente era il team più dotato tecnicamente), hanno bastonato un mediocre, inguardabile e povero tecnicamente (escludendo Neymar, ovviamente) Brasile padrone di casa ed hanno avuto alla fine ragione di un Argentina che ha esibito un vetusto catenaccio all’italiana confidando solo nelle doti di un odierno bolso Messi e di uno sfasato Higuain (poca cosa…).  E’ vero che anche i Bianco-celeste hanno avuto le loro occasioni ma il pallino del gioco l’aveva la Germania e pure le migliori occasioni da rete (un palo perfino!). Giusto così! Adesso sia il Brasile che l’Italia dovranno umilmente fare tesoro della lezione loro impartita dai tedeschi sia riguardo al gioco espresso, sia alla programmazione che fin dalle giovanili ha fatto poi sbocciare autentici talenti. Va aggiunto che ora i bianchi teutonici sono la squadra più blasonata d’Europa con 4 Mondiali vinti e 8 finali disputate contro gli Azzurri fermi a 4 Mondiali, 6 finali e un terzo posto. Infine chi fermerà gli sfottò dei milioni di turisti crucchi che stanno per invadere le nostre spiagge e quello che dovranno sopportare i nostri connazionali lassù? Ahi ahi Prandelli…

domenica 13 luglio 2014

Dall' Illinois


Nel 1975 una band americana (dell’Illinois, almeno credo) di nome Wabash Resurrection per un’ennesima minuscola etichetta musicale di quel Paese incise un buon di disco di rock blues non particolarmente originale (è quello tipico di molti gruppi della zona centrale degli USA) ma assai ben eseguito. Detto album fu intitolato Get It Off! E a dirla tutta, anche perché spesso sconfina in un buon hard rock con una bella chitarra elettrica in evidenza, si fa ascoltare con molto piacere.
Voto:  + + +

sabato 12 luglio 2014

Si fa sentire, peccato la brevità




La mia proposta odierna volge le orecchie verso gli USA ed a un suo gruppo chiamato Hootch che nel 1974, per una delle tante case musicali alternative attive in quegl’anni negli States, incise questo buon disco intitolato con lo stesso nome della band. Che io sappia mai nessuno ebbe poi l’idea di trasformare l’lp in un supporto digitale e così quello che ora ascoltiamo è, come si dice nell’ambiente, un vinyl rip. La musica che scaturisce dai solchi dell'album è un veramente (e purtroppo breve: solo 28 minuti e una manciata di secondi) bellissimo rock psichedelico con una qualche vena jazzata che non guasta.
Voto:  + + + solo perché è troppo breve…

Sulla "finalina" e sulla finale del Mondiale



Stasera, ore 22 italiane, si giocherà la Finale per il Terzo Posto, mi auguro che le due squadre impegnate: Brasile e Olanda, la onorino come si meriterebbe giocando una bella partita (con molti gol) ed impegnandosi seriamente. Chi vincerà? Credo l’ex Arancia Meccanica perché la vedo più squadra dei Verde-oro. Ormai anche là in Brasile devono capire che più che il valore dei singoli (una volta assai predominante) e delle giocate fine a se stesse (vedi i vari sombreros, rabona, dribbling inutili) nel Calcio moderno conta di più come è messa in campo una squadra ed usare quest’ultime solo quando serve. Poi è chiaro che se un team ha campioni e gioco di squadra sarà più facile vincere. Come vedete, nonostante non abbia più in casa la tv (ma c’è sempre il vicino bar dello sport) e nonostante che abbia detto che il Calcio mi piaceva sempre meno, alla fine, la vecchia passionaccia è riuscita fuori e così eccomi a disquisire di Mondiali.
Riguardo alla Finale per il Primo Posto di domani sera, la mente dice Germania (per le ragioni sopradette riguardo all’Olanda) ma il cuore pensa all’Argentina. Perché? Presto detto: Nel team sudamericano milita un calciatore della mia squadra del cuore: Palacio; poi ho visto che molti tifosi argentini indossano la maglia dell’Inter, c’è il fatto che il 50% della popolazione di quella nazione è composta da emigranti italiani (io stesso ho dei parenti alla lontana là) basta, al riguardo, vedere anche i nomi di alcuni suoi calciatori: Di Maria, De Michelis, Mascherano, Billia (tutti di chiara origine); nel cosiddetto derby del Vaticano volete poi mettere la simpatia di Papa Francesco con quella del Papa Emerito Benedetto XVI? Di più i tedeschi proprio non li sopporto, già devono dirci qui in Europa come governare la nostra Nazione e ci manca che facciano anche i saccenti nel football. Trovo invece stupido tifare Germania perché squadra europea contro l’Argentina squadra sudamericana (e viceversa), da quando c’è una rivalità fra continenti (se non costruita ad arte dalla stampa)? Certo mi piacerebbe che la FIFA organizzasse un torneo fra continenti ogni 4 anni con i migliori calciatori riuniti in squadre d’Europa, del Sud America, del Nord-centro America, dell’Africa, dell’Asia, dell’Oceania per contendersi un trofeo; ciò, forse, ci farebbe sentire più partecipi di una certa unità globale.

venerdì 11 luglio 2014

Tedeschi (sigh!)




Se c’era un difetto nel krautrock e nel prog tedesco non era da ricercarsi certo né nella qualità ed inventiva né nella bontà delle esecuzioni ma in una certa “colonizzazione” da parte della lingua inglese, cosa che invece in Italia (per esempio), nello stesso periodo, avvenne, per fortuna, solo parzialmente. Questo comportò un certo appiattimento degli lp allora prodotti. Non fa eccezione questa band di nome Gash che nel 1972 incise questo buon album dal titolo: A Young Man’s Gash. Le prime tre canzoni del disco si snodano infatti in un solo discreto rock-blues con forti influenze progressive britanniche tanto da far sembrare l’incisione direttamente proveniente dal Regno Unito, ma il disco si riscatta ampiamente nella lunga suite (divisa in 3 parti) che da il titolo all’album dove il krautrock e la cosmic music la fanno da padrona così da far credere quasi che sia un’altra band a suonare.
Voto:   + + +

giovedì 10 luglio 2014

Ancora sui Mondiali

Come avete potuto notare da un po' non centro più un pronostico. E così l'Olanda è stata eliminata dopo una brutta partita solo ai rigori da una pallida Argentina di uno spento Messi. Ora per la finale, sebbene i miei pronostici vanno alla Germania (sigh!) farò il tifo per i Bianco-celeste non fosse altro che tra le lora fila milita Palacio dell'Inter e poi i crucchi vincitori proprio no! Se no quest'estate chissà quali sberleffi ci dovremo sopportare da loro (che non vedono l'ora di farlo!). Ritornando al Brasile penso che la Seleçao abbia peccato di superbia e non sia stata abbastanza umile da riconoscere il valore dei suoi avversari. Credo che abbiano pensato che il Brasile è il Calcio e il Calcio è il Brasile e gli altri sono nullità o quasi. Invece no, nel football moderno oltre che al valore dei singoli conta di più l'essere squadra e loro non l'hanno fatto. secondo me è poi stata penosa l'esibizione durante l'inno della maglietta di Neymar quasi a volersi creare un inconscio alibi. Poi dare addosso a Fred (scarso sì, ma non era l'unico, Marcelo ha mai capito come si fa la fase difensiva?) come uno dei principali colpevoli è sbagliato. Sette gol si prendono non per colpa dell'attacco (scarso) ma di un centrocampo mediocre e di una difesa che senza Silva è andata in tilt. meno male che c'era J. Cesar se no le reti potevano essere di più. Ricordarsi poi che nello sport a volte si vince e a volte si perde e questo fatto riconoscerlo sarà la base per un futuro migliore.

Anche a Glasgow sanno suonare...




Buon gruppo di Glasgow (UK) questi Soho Orange che registrarono e quindi stamparono il loro unico album (almeno credo) nel 1971 e lo intitolarono con lo stesso nome della band. La loro musica si snoda fra un buon riferimento alla psichedelia tipica britannica ed un abbastanza originale hard rock con un certo richiamo ai Led Zeppelin. Nel retro della copertina potete trovare molte più informazioni (in inglese) di quello che voglio oggi darvi (anche per non fare la figura del solito saccente, come molti blogger musicali fanno copiando a piene mani o da siti di musica tipo progarchives.com o dalle note interne dell’album).
Voto:  + + +

mercoledì 9 luglio 2014

E moh?




Già e adesso, dopo la sonora sconfitta di ieri, cari amici brasiliani non sarebbe il caso anche per voi di cominciare a rottamare i vertici della vostra federazione gioco calcio? In più penso che dovrete mandare a casa tutti quei politici che solo per aver un facile consenso elettorale (panem et circenses dicevano 2000 anni fa) e credendo in una facile vittoria, hanno buttato dalla finestra una montagna di danaro (11 o forse anche 15 miliardi di dollari) che sarebbe stata più utile per tante cose ben più importanti di una stella o di farsi belli verso il Mondo. Ma questo l’avevo già detto un po’ di tempo fa. Allora mi ero sbagliato sul pronostico (non sono un vate!) e pensavo sinceramente che il Brasile fosse alla fine il vincitore (ma avevo indovinato la brutta figura italiana!).
Veniamo alla partita di ieri. La differenza sostanziale fra la Germania e i Verde-oro è stata che la prima era una squadra mentre la seconda no. Colpa senz’altro del selezionatore italo-brasiliano Scolari (ha il doppio passaporto) che non ha saputo, fin dall’inizio del torneo, dare un gioco al suo team e si è fidato nelle sole doti dei singoli (leggi Neymar, Julio Cesar e Thiago Silva, gli unici veri fuoriclasse di una squadra altrimenti modesta). Sgombriamo subito il campo da ogni dubbio: anche con i due assenti con tutta probabilità sarebbe uscita sconfitta. E a nulla sono valsi i tuffi come in una piscina dei vari suoi attaccanti, l’arbitro (molto meglio del previsto) ha diretto benissimo. Del resto il Brasile ha stentato (e non poco) nelle prime gare e con il Cile era quest’ultimo (se solo avesse avuto un po’ di fortuna) a dover superare il turno. Come sempre accade infatti, la fortuna a volte da e a volte prende… Cari amici non avetecela per il fallo subito da Neymar e la sua relativa assenza (secondo me un normale fallo di gioco non volontario e dove il calciatore brasiliano ha messo del suo, curvandosi e piantandosi per terra in attesa, furbetta, di avere una punizione a suo favore). In un torneo lungo come il Mondiale ci possono stare infortuni e/o squalifiche (altrimenti perché portare 23 calciatori?), sta al selezionatore ovviare agli eventuali deficit. Secondo me al Brasile mancava, oltre che del gioco, di un “cervello” di centro campo che dalla difesa impostasse l’azione d’attacco (un Pirlo per intenderci) e di un centrattacco degno di questo nome (un Bebeto, un Paolo Rossi) non di un fantasma; Neymar poi è una fantastica ala sinistra d’attacco, molto meno una mezzala e quindi i Verde-oro erano carenti anche sotto quest’aspetto, insomma possibile che in tutto la nazione non ci fosse un buon attaccante centrale ed uno non dico Zico (o il nostro Totti) ma che a loro un po’ somigliasse? Alla fine ricordiamo che è solo un gioco e che cari amici Brasiliani potrete rifarvi fra 4 anni in Russia con molta più probabilità di un’Italia alla frutta. A proposito di Russia, ma anche quel paese non ha altro modo migliore di buttare i propri soldi? Ora il mio sostegno andrà senz’altro all’Olanda (mai e poi mai alla Germania, “nemica” storica degli Azzurri e da loro sempre sconfitta), non fosse altro per quello che ha dato al Calcio (Da Cruijf a Van Basten a Robben) e che per la sua storia meriterebbe una vittoria. No all’Argentina (anche se metà della sua popolazione è d’origine italiana) perché non mi piace come gioca (a parte Messi, ovvio).