martedì 30 settembre 2014

Allucinante



Ci risiamo! Dopo la Ferilli sculettante, i Rolling Stones urlanti più altri eventi mondani succedutisi negli anni ecco è il turno dei Pentastellati occupare e bivaccare là al Circo Massimo. In qualsiasi altra parte del Mondo tale sito di elevatissima importanza archeologica e storica sarebbe mantenuto in grande considerazione e non in quella conca fangosa e derelitta che è oggi. Ristrutturato, scavato e messo in sicurezza, potrebbe divenire un bel giardino storico nel cuore della Capitale, magari con un museo e piantine didascaliche sparse qui e là. Nonostante questo vergognoso stato di abbandono merita di più di quell’imbecille, nevrastenico in andropausa e politicamente pericoloso del sig. Giuseppe Grillo che, per sponsorizzare l’evento, si aggirava colà su una sorta di biga moderna. Il tapino va cianciando di correre con il suo penoso trabiccolo là ove correvano le romane bighe; non sa l’ignorante che se mai erano per lo più quadrighe (cioè carri a 2 ruote trainati da 4 cavalli) o cavalieri singoli (senza contare le naumachie) e dove lui imperversa in realtà si trova sopra di ben 7 metri all’antico campo di gara (ciò a causa di alluvioni, frane e smottamenti nonché il sedimentarsi del tempo e dei mai avvenuti scavi archeologici). Possibile che noi italiani dobbiamo, dai tempi del Duce, sopportare le varie adunate oceaniche? Gli adepti del Gabibbo genovese non hanno altro posto per ritrovarsi e sentire le farneticanti bugie del vecchio rincitrullito? (p.zza S. Giovanni o allo stadio Olimpico, per esempio). Non so se fra i miei lettori ci siano dei romani; faccio, nel caso, un’ implorazione a loro, inviate al Sindaco dell’Urbe un appello per trovare i fondi (anche privati come avvenne per il Colosseo) per riportare a quella dignità che meriterebbe il sito archeologico. So che Roma ha bisogno di molte cose (le buche, meglio voragini, che costellano le sue vie, ne sono un esempio, per non parlare delle sue squallide periferie e delle varie alluvioni) ma vivaddio vogliamo mantenere e preservare anche per i nostri “eredi” i tesori d’arte e di storia che i secoli ci hanno regalato?
Per vedere l’allucinante filmato su youtube ciccate qui.

Una (piacevole) sorpresa



Non sempre (per fortuna!) quello che proviene dagli anni ’80 è tutto da buttare. E’ questo il caso dell’album che vi propongo oggi. Esso è opera di artisti americani che vanno sotto il nome di Everfriend (in realtà si tratta di un certo Bill Rodhes aiutato in alcune canzoni da dei suoi valenti amici musicisti) che nel 1981 realizzarono questo lp intitolato: Sphere Of Influence. Vorrei qui suggerirvi di ascoltare con attenzione le canzoni, poche sfortunatamente, ove si cimenta il bravissimo batterista M. Jacoby (a me prima totalmente sconosciuto) che mi ricorda molto (scusate il paragone!) il grande Giles. Quanto al sound del disco si può tranquillamente ascrivere al genere sinfonico progressivo.
Si tratta di un riproduzione da vinile con purtroppo un po’ troppi fruscii fra un pezzo e l’altro. Solo per questo il mio
Voto:  + + +

lunedì 29 settembre 2014

Un po' di "spirito"



Siamo di fronte ad un eccellente album live degli Spirit (prestigiosa rock band americana)  che lo registrarono nel 1971 ma che è stato rimasterizzato in tempi recenti così che possiamo apprezzare tutte le doti degli artisti qui impegnati. Certo se lo paragoniamo ai moderni dischi dal vivo riusciamo a trovare difetti evidenti nella registrazione ma se facciamo mente locale a quello che erano gli lp live di quei tempi non possiamo non sentirci soddisfatti. L’album ha un titolo chilometrico: Paramount Theatre, Seattle, Washington 1971 ed è un doppio cd dove ci sono i migliori brani della band, improvvisazione e una chicca: la loro versione di Hey Joe di hendrixiana memoria. Meraviglioso, specie per chi come me ama questo gruppo. Di certo fra i migliori lavori della band.
Voto:   + + + + +

domenica 28 settembre 2014

Sempre da vinile



Oggi vi voglio parlare di questa band americana che si chiamava Wiggy Bits e che era attiva intorno alla seconda metà degli anni ’70. A quanto ne so (ma posso anche sbagliarmi, ci mancherebbe!) fu autrice di un unico lp, uscito nel 1976, ed  intitolato con lo stesso nome del gruppo. Era formata, leggendo i nomi degli artisti lì impegnati, da italo-latino-americani che prima suonavano in altre band discretamente famose. La musica che esibiscono è un buon hard rock che strizza però l’occhiolino ai Black Sabbath ed a altri complessi inglesi simili e quindi non ha molti connotati originali.
Trattasi di una buona riproduzione da vinile.
Voto:  + + +

sabato 27 settembre 2014

Il Barolo

Colline di Barolo
Una cantina

Quando vi parlai del vitigno Nebbiolo vi dissi che con esso si facevano degli eccellenti e rinomati vini italiani, uno di questi è il Barolo DOCG. Esso viene prodotto solo da uve coltivate principalmente intorno ai comprensori di Barolo, La Morra, Serralunga D’Alba, Grinzane Cavour ed altri, tutti in provincia di Cuneo. Le sottovarietà di esso sono dette Michet, Lampia e Rosè e le viti sono allevate col sistema a gujot. Obbligatoriamente deve invecchiare per almeno 3 anni e qualche mese (un anno in più per la Riserva) di cui gran parte del tempo in botti di rovere.
Ha (quando è pronto) un bel colore rosso granato con riflessi violacei. Profumo molto intenso ampio, elegante, speziato (sentori di cuoio, bacche rosse fermentate, asfalto, nel senso buono ovvio, più altri a seconda dell’annata e della zona), molto persistente ed elegante. In bocca è di corpo con tannini armonici, morbido, alcolico, molto persistente ed intenso e retrogusto tipico. Accetta l’invecchiamento in cantina. Si abbina a brasati (noto è il piatto tipico piemontese detto appunto brasato al barolo), selvaggina e cacciagione, arrosti di carne rossa, tartufo e formaggi a pasta dura e dal sapore intenso. E’ anche vino da meditazione nel senso che è bello aprire una bottiglia con amici e degustarlo magari insieme a dei salumi e/o formaggi in un pomeriggio (o sera) autunnale o invernale vicino ad un caminetto scoppiettante, chiacchierando amabilmente. Ha una gradazione superiore ai 13,5 gradi.
Se ne produce anche una varietà aromatizzata detta Barolo Chinato. Si fa con aggiunta di zucchero (ammesso dalla legge) e alcol etilico più aromi fra i quali spicca la china (la sua corteccia), il rabarbaro, la genziana (le loro radici). Viene fatto macerare con questi ed invecchiato un anno. Lo si usa come digestivo, nel vin brulè; grazie poi al sapore dolce amaro è usato anche da dessert (nei dolci in cui la componente della cioccolata amara è predominante) o da meditazione (vedi sopra). La gradazione si aggira sui 17 gradi… Prosit!

Un bel "Sabba Nero"



Di solito non ho molta fiducia nei bootlegs in quanto spesso sono di qualità sonora scarsa. Per fortuna non è così per questo dei Black Sabbath, certamente rimasterizzato, ed intitolato: Live At Worcester Centrum del 1983. Anche se il periodo d’oro della band volgeva forse al termine qui hanno saputo mantenere inalterato il loro carisma e la loro bravura strumentale (specie la chitarra e il canto). Certo la qualità non è eccelsa (ma buona sì) e penso che ci si possa accontentare senza troppa fatica. Sul finale del disco interessanti le tre canzoni: Black Sabbath con un sound sempre affascinante, la loro versione di un successo dei Deep Purple: Smoke On The Water e l’intramontabile  e stupenda Paranoid.
Questo è il primo di molti live (di altri artisti) che conto di postare in un futuro prossimo, del resto avevo già iniziato con quello degli Allman Brothers Band. ;-)
Voto:  + + + + e forse anche qualcosa in più…

venerdì 26 settembre 2014

Rieccoci in G.B.



Dopo il mio lungo peregrinare, musicalmente parlando, per gli States, rieccoci nel Regno Unito (giusto chiamarlo così dopo il referendum abortito per l’idiota indipendenza della Scozia, subito ripresa, la tematica, dagli imbecilli irredentisti veneti). Ascoltiamo quindi con piacere un discreto disco di rock jazz con qualche sonorità psichedelica opera degli Ambergris che nel 1970 registrarono il loro unico (credo) omonimo album. Il connubio fra le varie tipologie musicali si sposa abbastanza bene anche se certi riferimenti r & b lo fanno sembrare più commerciale di quello che in effetti è.
Trattasi di una buona riproduzione da vinile.
Voto:  + + +

giovedì 25 settembre 2014

Un sano e bel jazz-rock



Oggi siamo di fronte con questo artista statunitense, David Pritchard, ad un bel album di jazz rock.(A questo proposito se dico rock jazz vuol dire che è più rock che jazz, ovviamente viceversa è più jazz che rock). Il “nostro” eroe lo incise nel 1979 intitolandolo col nome di City Dreams. Il valente chitarrista (non so se è il suo unico disco) è aiutato nell’impresa da altri bravi strumentisti. Troverete comunque ulteriori informazioni all’interno del mio file. Trattasi di un buona riproduzione da vinile. Non certo un lavoro d’avanguardia ma un bel lp tutto sommato originale.
Voto:  + + + +

mercoledì 24 settembre 2014

Ferrara

Castello Estense
Il centro storico
Piazza del Municipio
Il Duomo

Al contrario di molte città italiane Ferrara ha una storia relativamente più recente. Venne infatti fondata nei pressi di una torre bizantina del VI sec da genti provenienti da altri più antichi insediamenti, questo a causa del perdurare delle invasioni barbariche. Si ha notizie del villaggio a partire dal VII e VIII secolo. Data la sua posizione ben difendibile (da una parte c’è il ramo destro del Po) e senza problemi di rifornimento idrico, anzi aiutata dal grande fiume nel trasportare merci verso Ravenna e Venezia o Milano, crebbe. Fu poi longobarda e quindi franca ed infine donata da quest’ultimi al Papa che la infeudò. A partire dal XIII sec fu Ducato degli Estensi ma poi ritornò sotto la Chiesa fino a che non ritornò nel XIV sec di nuovo sotto agli Estensi che la mantennero a lungo (3 secoli) tanto che è detta la città estense, prima dell’Unità d’Italia fu, per un certo periodo, di nuovo domino dello Stato Pontificio. Da rimarcare gli interventi urbanistici passati sotto il nome di Addizione Erculea perché voluti nel XV sec dal Duca Ercole D’Este (furono i primi interventi in qualche modo, diciamo, moderni d’Europa). I Duchi si insediarono nel noto (e bello) Castello Estense che più volte fu rimaneggiato nei secoli fino a farne una sontuosa dimora. A Ferrara soggiornarono fior di artisti ed intellettuali come: Piero della Francesca, Mantenga, Tiziano, Ariosto, Tasso e molti altri. Oggi la città è patrimonio dell’UNESCO. Come musei ne ha ovviamente ma non di particolarmente famosi. Il suo fascino sta in tutto il centro storico quasi intatto da girarsi con la calma che permea tutto il borgo. Da assaggiare certamente la Salama da Sugo con polenta o purea di patate, i cappelletti in brodo e se avete voglia di pesce le anguille della vicina Comacchio. Come vino, nei pressi si coltiva una Doc: Bosco Eliceo riferito soprattutto ai bianchi, mentre con la Salama un bel Sangiovese.

Un'altra perla



Il buon Johnny Winter, fra i migliori chitarristi (tecnicamente parlando) di blues rock di sempre, se un difetto aveva era nella troppo freddezza delle sue esecuzioni. Probabilmente invecchiando il crinodotato albino ha migliorato anche sotto questo aspetto. Il suo virtuosismo è rimasto inalterato ma la voce, leggermente incupitasi, ha acquisito un certo fascino e personalità. A testimonianza di quello che vado affermando basta ascoltare questo Step Back, uscito quest’anno. Ad aiutare il nostro eroe sono intervenuti musicisti del calibro di Eric Clapton, Dr. John, Ben Harper, tanto per citarne alcuni. Il risultato è un ottimo disco di blues rock, imperdibile per chi ama il genere.
Voto:  + + + + e forse anche qualcosina in più…

martedì 23 settembre 2014

Imperdibile!



Ogni volta che mi capita per le mani un album degli Allman Brothers Band, specie se esso è dal vivo, dimensione dove ritengo diano il meglio di sé, risulta per me un vero piacere. Del resto essi sono forse la miglior band rock-blues degli States insieme ai Canned Heat. Questo live intitolato: Live At Ludlow Garage del 1970 sia per la qualità sonora (è stato di sicuro rimasterizzato) sia per la bontà dei musicisti risulta essere uno dei migliori del gruppo. Insomma siamo a livello del noto Live At Fillmore East del ‘71. Spero con questo post di essermi “riappacificato” con i miei lettori dopo i due precedenti secondo me un po’ deludenti, musicalmente parlando.
Voto:  + + + + +

lunedì 22 settembre 2014

Un "mito" forse un po' in ribasso



Penso che chiunque ami il rock non possa sapere chi sia Robert Plant (indimenticata voce dei Led Zeppelin) ed ascoltando questo suo nuovo album non possa che rimanerne deluso e di molto. Infatti da un artista come lui ci si aspetterebbe un disco di rock o ad esso assimilabile, invece no! Nelle 11 canzoni che compongono il cd, intitolato Lullaby…And The Ceaseless Roar compare un po’ di pretenziosa elettronica, un po’ di rock acido, un po’ di country (sic ?!?), il sitar (?!?) e un po’ di volgare ed insulso pop; il tutto, e si sente, con ambizioni di erudizione. Personalmente non mi ha conquistato e l’ho trovato francamente noioso ed insulso a parte qualche rara canzone. Verosimilmente è perché mi aspettavo un sound di tutt’altro genere. Forse ad alcuni probabilmente piacerà pure…
Voto:  + +

domenica 21 settembre 2014

Il Nebbiolo

Il Nebbiolo

Nell’ultimo mio post culinario accennai, parlando dei gnocchi al Castelmagno, del vino Nebbiolo D’Alba. Orbene detto nettare di Bacco proviene dal vitigno Nebbiolo che, autoctono italiano, è un vanto dell’enologia del Bel Paese. Da esso in purezza (cioè non mischiato con altre uve) provengono, oltre al sopra citato D’Alba, prelibatezze come il Barolo, Barbaresco e Carema (tutte DOCG) e in uvaggio (cioè con una percentuale di altre uve, ma sempre a bacca rossa) anche vini prelibati come il Gattinara, il Sizzano, il Roero, lo Spanna, il Bramaterra, tanto per citarne alcuni. Nella Valtellina una sua sottovarietà prende il nome di Chiavennasca e da il Valtellina Superiore e lo Sforzato. La differenza fra le varie tipologie vinicole è dovuta alle particolari cultivar (variazioni di coltivazione e terreni) presenti nei vari luoghi e a tipiche sottovarietà (come nel Barolo le varietà di Nebbiolo Lampià, Michè e Rosè). A differenziare poi un vino dall’altro intervengono anche i produttori e relativi enologi e il piccolo posto ove c’è la vigna (questo è detto con un nome francese di cru). Comunque sia, tanto per generalizzare i Nebbiolo è un vino che si presta ad invecchiamento (gli anni sono diversi da tipologia e tipologia), risulta essere, quando è pronto, dal profumo ampio, aromatico e persistente con note di frutta, fichi e spezie. Morbido al palato  per i tannini bene svolti, alcolico (siamo sui 13 gradi abbondanti) con una giusta acidità e dal sapore pieno e persistente. Come abbinamenti siamo sulla cacciagione (carni scure tipo il cinghiale), formaggi saporiti, secondi importanti e salumi (tipo di cervo o di cinghiale). Non vi fidate se il prezzo è inferiore ai 12/15 €.
Una curiosità: il nome sembrerebbe derivare dal fatto che l’uva viene vendemmiata tardivamente quando nella Langhe ormai con l’estate alle spalle sale la prima nebbia.

Francia e Giappone



Il nostro baldo eroe transalpino (cioè francese caro Edulms), tale Richard Pinhas insieme con un suo amico nipponico: Yoshida Tatsuya hanno inciso quest’anno codesto album: Welcome… In the void. Trattasi in pratica di una lunga (e monocorde) suite sperimentale elettronica francamente tediosa. Forse perché, invecchiando, faccio ormai fatica a seguire certo tipo di musica. Del resto il francese (fu pure presente nell’ambiente dei Magma) non fa mistero del fatto che i sui autori d’ispirazione sono il Fripp schizoide (quello inudibile di The Devil’s Triangle, dell’album crimsoniano In the Wake, mai piaciuto) e l’Eno più cervellotico. Insomma, a mio parere, una lunga noia quasi infinita.
Voto:   +

sabato 20 settembre 2014

Cadiamo nel '69...



Continuiamo a sentire musica che proviene dal Regno Unito con questi Bent Wind che nel 1969 realizzarono, credo, la loro unica fatica intitolata: Sussex (che penso sia la contea da cui provengono). Il disco è un interessante hard rock suonato bene ed anche originale sebbene il beat faccia capolino a tratti e in alcuni brani si fa assai psichedelico. Almeno però non mi vengono in mente band a loro assomiglianti. Niente di speciale intendiamoci, ma un buon album rock britannico con una brava chitarra in primo piano. Sottolineo il fatto che è una buona riproduzione da vinile.
Voto:  + + +

venerdì 19 settembre 2014

Una piacevole sorpresa



Steve Rothery, nota chitarra del complesso inglese dei Marillion (gruppo per altro non da me particolarmente amato), quest’anno si è esibito con la sua Band in Italia e in particolare a Roma. Sono riuscito ad avere la registrazione (non so se totale o parziale) dell’evento ed infatti il cd si intitola Live In Rome. Certamente il “nostro eroe” ha sentito e tratto ispirazione dal grande Gilmoure reinterpretando però alla sua maniera il suono della chitarra in maniera tutto sommato originale. Di sicuro l’opera, a mio parere, è meglio di quelle a volte troppo stucchevoli dei Marillion. In aggiunta la registrazione è ottima tanto che non sembrerebbe neppure un disco dal vivo. Il sound è un prog molto centrato (e non poteva essere altrimenti) sui suoi virtuosismi chitarristici. Notevoli anche gli artisti che lo accompagnano di cui due alle voci sono italiani.
Voto:  + + + +

giovedì 18 settembre 2014

Gnocchi al Castelmagno


Ingredienti per 4 persone:

  • 8 etti di gnocchi di patate (li potete acquistare già confezionati oppure farli da voi, non è difficile: prendete 1kg di patate rosse, fatele bollire e quando saranno cotte, dopo circa 20 minuti, sbucciatele e mettetele nel passatutto e allargatele quindi su una madia, dopo che si sono intiepidite, unite un bel cucchiaio d'olio evo, un po' di sale e, a seconda delle ricette, due tuorli d'uovo, infine circa 250gr. di farina. Fatto questo impastate il tutto, quando si saranno amalgamati gli ingredienti lasciatelo riposare per 5 minuti. Ora dividete l'impasto in pezzetti che sempre sulla madia che ridurrete, rotolandoli, a lunghi cilindretti del diametro di 1,5cm, tagliate quindi da essi dei pezzetti di circa 2cm, fatto questo li schiacciate arrotolandoli con il pollice sul retro di una grattugia per il formaggio oppure nei rebbi di una forchetta. Finito li cospargete di farina ed aspettate che l'acqua salata bolli).
  • 60gr. Di burro
  • 180gr. Di Castelmagno un po' stagionato
  • 2 cucchiai di latte
  • alcuni gherigli di noce
  • Pepe e sale q.b.
  • Salvia a foglie

Preparazione:

Quando l'acqua salata bolle delicatamente versate nella pentola i gnocchi e quando verranno a galla aiutandovi con un apposito mestolo forato (o una schiumarola) li scolate. Prima o nel mentre avrete sciolto il burro e il formaggio con il latte in una padella antiaderente. Quando tutto è pronto unite i gnocchi e delicatamente o li saltate o li mescolate. Vanno serviti caldi con una po' di pepe nero (se piace) e le noci tritate grossolanamente sopra. Decorate con qualche foglia di salvia.
Vino consigliato: Verduno Pelaverga DOC o un Nebbiolo d'Alba DOCG

Un rock senza tempo



Lo stesso discorso che feci tempo fa per gli Status Quo (quelli in versione rock non i primi che suonavano un banale prog) lo si possa ora fare per gli ZZ Top e il loro relativo album dal vivo uscito quest’anno ed intitolato: Live At Montreaux 2013. Di certo è fra i migliori prodotti della loro lunga e “barbuta” carriera. Un sano rock senza tempo suonato con maestria e scevro di inutili fronzoli con inclusa anche una loro versione di un brano hendrixiano: Foxey Lady . Qui i bravi musicisti dimostrano pure che gli anni gli sono scivolati addosso senza danni. Bellissimo. Tra l’altro la registrazione è buona (ma non ottima), almeno per essere un disco dal vivo.
Voto:  + + + +

mercoledì 17 settembre 2014

Un cantautore bravo



Un songwriter americano questo Steve Eaton che nel 1974 incise questo buon disco intitolato: Hey Mr. Dreamer. All’interno del file potete trovare (in inglese) delle curiosità legate a questo autore nativo dell’Idaho. Ad accompagnarlo nell’impresa ci sono ottimi sessionmen e il risultato è un più che discreto album folk-rock con qualche sentore di country. La musica si snoda in un sound dolce  e piacevole che sebbene non certo difficile si fa apprezzare proprio per la sua serenità e semplicità.
Il disco è una riproduzione (buona) da vinile.
Voto:  + + + +

martedì 16 settembre 2014

Rock & prog



Rimaniamo oltre oceano ed ascoltiamo questi Brothers autori nel 1973 di un buon disco intitolato: Rainbow Raider. Intuibilmente il nome della band fu ideato perché era capitanata da due fratelli  (comunque trovate alcune informazioni incluse nel file) ma composta anche da altri valenti musicisti. Il loro sound è un mix fra un rock americano e un prog-rock ma sempre di matrice statunitense e non so perché a volte mi ricordano gli Eagles, specie nei cori. Resta il fatto che non mi sembrano poi molto originali. Né bella né brutta la copertina. Trattasi di riproduzione vinilica buona.
Voto:  + + +

lunedì 15 settembre 2014

Il Castelmagno

Il Santuario di Castelmagno
Il formaggio DOP

Come vi avevo promesso oggi vi parlo di Castelmagno e del suo noto (spero!) formaggio. Il nome deriva dal latino: castrum magnum (grande castello, appunto) ed infatti vi sono dei ruderi di un castello medioevale su un rilievo nei pressi del paese. La valle e quella detta Grana e si trova in provincia di Cuneo. Io ero in una valle adiacente (Val Macra) e quindi ho potuto farci agevolmente una scappatina. Il paesino di Castelmagno è dominato da un Santuario (vedi foto) posto ad un’altezza di circa 1750m slm e che per altro è l’unica vera attrattiva monumentale del posto, detto luogo sacro fu frequentato già in epoca imperiale romana in quanto scavi del XIX sec hanno rinvenuto un antico altare pagano e monete risalenti al periodo (alcune conservate lì in una teca). Ma torniamo al formaggio (una DOP), esso è a pasta semidura ed erborinato e viene prodotto in forme semicilindriche. Ha vari gradi di stagionatura e si conserva bene anche a casa. ‘E prodotto da latte vaccino (con piccole quantità a volte di caprino e/o ovino), ha una crosta consistente e dentro la pasta è giallognola, risulta essere molto profumato. A seconda del grado di stagionatura si può consumare così da solo (o con aggiunta di miele di castagno, o una confettura di lamponi, una prelibatezza), grattugiato come un comune (si fa per dire) pecorino o parmigiano, oppure nei noti gnocchi di patate al Castelmagno (dove esso viene fuso con un po’ di burro, meglio se alpino). Penso che lo possiate trovare anche da voi ma andarlo a comprare (ed assaggiare) sul posto è di certo un’altra cosa; del resto nel piccolo paese si trovano botteghe che ve lo vendono e che sono quasi sempre aperte (almeno nel periodo estivo). Gli assaggi sono gratuiti.

Dalla Germania agli USA



Il disco, da me oggi proposto per l’ascolto, è stato realizzato da una band americana ma registrato in Germania e credo solo lì uscito. Il gruppo in questione si chiamava Fine Wine ed era composto da due elementi degli ex Moby Grape e di cui per altro non ho nessun loro lp (comunque tutta la storia è spiegata in modo esauriente, sebbene in Inglese, nelle info contenute nel mio file). Questi realizzarono codesto omonimo album nel 1976 e musicalmente parlando è un buon folk-rock psichedelico con echi di country elettrico assai ben suonato. Tranquillo ma bello. E’ una riproduzione (valida) da vinile.
Voto:  + + +

domenica 14 settembre 2014

Un bel album



Un altro più che discreto lavoro proveniente dagli States, a svolgerlo furono gli Hot Flash che nel 1977 registrarono forse l’unica loro opera intitolata: First Attack! They’ll Never Take Us Alive qui riprodotta egregiamente da vinile. Dato il titolo ci si aspetterebbe che la band suonasse un tipo di cosmic music americana e invece no! L’album si snoda in un buon soft prog (a volte sembrerebbe anche leggermente pop) che spesso pare sconfinare nell’hard rock (un po’ facendo il verso agli Uriah Heep). Devo essere sincero il disco, pur non particolarmente impegnativo, a me è piaciuto e oltre che essere registrato bene è pure eseguito ad opera d’arte. Bella ma leggermente ingenua la copertina dell’lp.
Voto:  + + + +

sabato 13 settembre 2014

Un baby? ;-)



Rieccoci negli USA per ascoltare quest’opera frutto di una band locale: i Baby che nel 1975 registrarono quest’album, adesso riprodotto da vinile, ed intitolato con lo stesso nome del gruppo. Ad essere sincero ho poche e nulle notizie sugli artisti qui impegnati se non che suonano un discreto (ma nulla più) rock americano sulla falsariga (ma in tono minore) dei Poco o dei Doobie Bros; quindi con poca originalità. Riescono però a sopperire a questo grazie alla loro brava tecnica strumentale. Da sentire comunque.
Voto:  + + +

venerdì 12 settembre 2014

Mea culpa

Zaza festeggiato dopo il gol

Mi sono preso alcuni giorni di meditazione prima di recitare il mea culpa riguardo al nuovo CT della Nazionale: Antonio Conte soprattutto dopo la bella prova conseguita dalla squadra prima in amichevole con l’Olanda (con una vittoria netta anche se in Italia) e poi con il 2 a 0 rifilato alla Nazionale Norvegese (credo ad Oslo) nella prima partita di qualificazione agli Europei. Nonostante il nuovo selezionatore avesse avuto per le mani gli Azzurri da pochissimo tempo si è visto, in entrambe le partite, il suo gioco e il suo carattere profuso nella squadra. Squadra che per ora è composta di buoni calciatori ma scevra di veri fuoriclasse. Zaza forse lo diventerà (e se avesse avuto l’accento sulla a si penserebbe a un oriundo dai piedi buonissimi, invece, per fortuna è della Basilicata) e Verratti che per ora sembra escluso nonostante l’assenza di Pirlo e nonostante la grande classe. Credo che per diventare più competitiva abbisognerebbe di un difensore di valore mondiale (un Cabrini o un Maldini per intenderci e Santon che fine ha fatto?) e di un altro centrocampista di valore alla tedesca. Comunque sia lasciamola crescere tanto più che il vivaio è quello che è e speriamo nel futuro e nelle mamme italiche. Concordo poi con Conte nell’aver lasciato a casa (o meglio in Inghilterra) Balotelli e le sue paturnie. Infine rimango però scettico sul nuovo Presidente Federale.

Una nota band inglese



Sul finire degli anni ’70 e un po’ anche negli ’80 in Gran Bretagna e fuori dalle isole risultò abbastanza famoso il gruppo dei Foghat autore anche di alcuni successi commerciali. Quello che oggi vi propongo è un’antologia intitolata The Best Of che uscì su supporto digitale nel 1989. Detta raccolta può essere utile per conoscere (specie chi ignorava la sua esistenza) questa band e nel caso (io non sono tra questi) trovare e collezionare i suoi lp. Come sound presentano un discreto rock (a volte anche roll a volte un po’ heavy) con tanto di chitarra distorta e wah-wah ma sinceramente niente di speciale o di particolarmente originale (almeno questo è il mio parere). Comunque sia data anche la semplicità della loro musica, che in ogni modo rimane ben eseguita, si può ascoltare senza storcere…gli orecchi…
Voto:  + + +