giovedì 31 dicembre 2015

Auguri !!!



I miei migliori

Auguri Di Buon Anno

A Tutti I Miei Lettori.
Ci rivediamo qui il 4 Gennaio 2016.
Ciao!

My best
Wishes Of A Happy New Year

We see again here on 2016 Jannuary The 4th
Bye!



Per una volta un po' d'Italia...



Secondo voi nel 2015 si può fare ancora un gran bel disco di prog / heavy prog italiano? Certo che sì! Basta chiamarsi Ut New Trolls e mischiare vecchie glorie (ma sempre bravi) con più giovani artisti volenterosi ed incidere quest’album intitolato E. Per una volta tanto si canta tutto in italiano (e bene) lasciando ai beceri cloni di artisti anglofoni l’inglese. Si propone poi una musica originale ma che trae origini dal meglio del prog italiano anni ’70 senza cadere però nel banale e nel già sentito. Già, un po’ di New Trolls (ed era logico) ma anche un po’ di Le Orme e di PFM e il gioco è fatto con in aggiunta qui e là di una vena (leggera) di rock jazz e musica sinfonica. Bello! E’ qui, semel in anno, a 320 kbps. Ma non fateci l’abitudine, solitamente non posto musica italiana…
Voto:  + + + + +

mercoledì 30 dicembre 2015

Un po' di rock pesante made in USA



Prima che il vecchio anno volga al termine ascoltiamo un altro bel disco di heavy rock con “sentori” di blues proveniente dagli USA. Essi sono i Jamul autori di quest’album omonimo al gruppo (e loro unica opera) uscito nel 1970. Il lavoro è piacevole e contiene alcune interessanti riedizioni di canzoni note e una buona chitarra in evidenza. Non è certo un capolavoro ma lo si ascolta con piacere. un po' tristanzuola la copertina frontale. Se volete, è qui a 320 kbps.
Voto:  + + + +

martedì 29 dicembre 2015

Un po' di "Libertà"



Gruppo britannico di qualità, questi Freedom, impegnati in un art rock interessante e originale arrivarono nel 1972 al loro quarto album e lo intitolarono More Than A World. Il quartetto forse meritava più fama di quella che ebbe al tempo, specie il suo chitarrista Steve Jolly raffinato, elegante e dotato strumentista. Probabilmente il disco risulta leggermente inferiore ai suoi precedenti ma a me è piaciuto ugualmente. Lo trovate qui a 320 kbps.
Voto:  + + + +

lunedì 28 dicembre 2015

Si riprende (a postare) con i W.W.



Per prima cosa spero (e credo) che tutti voi miei lettori abbiate passato un sereno e bel Natale. In particolare voglio ringraziare gli amici Edulms e Rochcrimson per gli auguri fatti. Passiamo ora al post di oggi dove vi propongo due album dei Wet Willie. Uno uscì nel 1975 col titolo di Dixie Rock in cui le atmosfere della band si fanno più funky e R. & B. (ma di elevatissima qualità) non dimenticando però anche il rock-blues. Del resto ogni tipologia di musica ha la sua dignità se eseguito in maniera consona. Lo trovate qui a 320 kbps. L’altro disco uscì nel 1976 col titolo di: The Wetter The Better. La deriva leggermente più commerciale continua e di certo risulta qualitativamente inferiore ai precedenti seppure sempre ben suonato. Del resto anche altri gruppi americani (vedi i The Doobie Bros) avevano nel contempo intrappreso simili strade. Anche questo è qui a 320 kbps. Ciao!
Voto Dixie:  + + + +
Voto The Setter:  + + +

giovedì 24 dicembre 2015

Buon Natale!



Eccoci giunti alla vigilia di Natale e come da anni il blog si autosospende per qualche giorno. Non so ancora se riprenderò a postare Lunedì 28 o Martedì 29. Poi continuerò fino al 31 Dicembre e di nuovo, credo, un’altra autospensione di qualche giorno. Dovrò smaltire i postumi di reiterati bagordi…Ciao.
Colgo l’occasione per augurarvi ancora un:
Felice Natale

Embryo fine (mia) serie.



Chiudo questa mia mini-serie sui tedeschi Embryo proponendovi un altro album della loro copiosa discografia, questo Bad Heads And Bad Cats databile al 1976. Come musica siamo di fronte ad un buon rock-jazz, crossover e fusion non disgiunto da certe sonorità tipiche del krautrock e come sempre assai bene suonato. La presenza di Charlie Mariano nobilita l’opera. Interessante anche la copertina frontale. E’ qui a 320 kbps con un (lungo) brano bonus.
Ancora  Auguri di Buon Natale!
Voto:  + + + +

mercoledì 23 dicembre 2015

Un buon rock americano



Rifacciamo un salto in America per ascoltare questi Felt band che ha all’attivo forse questo unico disco uscito nel 1971 col titolo omonimo al gruppo  e dalla particolare copertina frontale. In info i nomi dei musicisti impegnati nell’opera. La musica proposta è un discreto e talora buono rock con echi psichedelici e di art rock e una bella chitarra elettrica in evidenza. Nel gruppo faceva parte anche Tommy Gilstrap al basso e canto. Lo trovate qui a 320 kbps.
Voto:  + + + … e anche qualcosina in più…

martedì 22 dicembre 2015

Si chiamano Bisanzio ma sono Inglesi



Questo di oggi è il 3° disco della band britannica dei Byzantium (gli altri due non lo li ho nella mia discografia, può qualcuno aiutarmi a completarla? ... grazie!) ed uscì nel 1973 col titolo di: Season Changing. La musica proposta è un tranquillo eclectic prog senza particolari fantasie ma ben suonato dai seguenti musicisti: Robin Lamble: vocals, bass, guitar - Steve Courduner: drums, percussion - Jamie Rubinstein: vocals, guitar, bass - Mick Barakan: vocals, guitar - Chas Jankel: guitar, keyboards e con l’aggiunta di: Frank Ricotti (t.2): guitar, vocals - B.J. Cole (t.5): pedal steel guitar - David Hentscheld and Robin Sylvester (t.6): synthesizer (mi dimenticai di allegare il file Info come sono d’uso fare). Il brano migliore è l’ultimo: una mini- suite. Lo trovate qui a 320 kbps.
Voto:  + + +

lunedì 21 dicembre 2015

Altri due W.W.



Oggi vi propongo l’ascolto di altri due album dei Wet Willie, band che ebbe un discreto successo negli USA (stato da cui provengono) ma che qui in Europa sono stati, in pratica, sconosciuti o quasi. Nel 1973 il loro terzo disco è un live che si intitola: Drippin’ Wet e che ribadisce l’impronta della loro musica, forse ancora messa più in risalto dalla dimensione “dal vivo”. E’ qui a 320 kbps e in una copertina allegata al file troverete i nomi dei musicisti impregnati in quel concerto. Un anno dopo, siamo nel 1974, rientrarono in sala d’incisione per registrare questo Keep On Smilin’ e la loro musica volge più verso orizzonti di R.& B. non dimenticando però le radici di rock blues, il tutto eseguito con molta classe. Potete trovarlo qui a 320 kbps e in una copertina allegata al file anche i nomi dei musicisti impegnati.
Voto drippin’:  + + + +
Voto keep on:   + + + +

domenica 20 dicembre 2015

Nonostante tutto... Io non mi arrendo!


Ebbene sì… Io non mi arrendo! Non mi voglio sottomettere a questo inveterato uso e spesso abuso di terminologie anglofone da parte dei soliti “soloni” di turno. Da nessuna parte c’è scritto l’obbligo, da parte dell’italiano qualunque, di sapere l’inglese e questa “moda” ha anche aspetti razzisti e inequivocabilmente settari. Spesso poi chi ostenta siffatto linguaggio lo fa in maniera inutile, presupponente e cafona. Vi racconto, come curiosità, quello che mi è capitato pochissimo tempo fa. Orbene, mi recai ad una conferenza (il tema e dove poco importa) ove c’era un pubblico di circa 40 persone di ogni estrazione sociale e dall’altra parte altre 6 a dare aria ai denti a turno e davanti a un microfono. Dopo 90 minuti e passa di up, down, out, off, step, -ing, -ty, -tion, spot e altre amenità (per un di più ne contai oltre le 150) uno dei relatori ha pensato bene di porre domande al pubblico e chiedere se c’era qualcuno che volesse intervenire. A quel punto mi alzai e cominciai a interloquire parlando solo in inglese. Lingua che credo di conoscere bene magari non proprio con un accento oxfordiano ma di certo in maniera superiore alla media nazionale. Notai subito che 4 dei conferenzieri mi guardavano con fare stupito (e probabilmente capivano poco o nulla di quello che dicevo), uno consultava distrattamente un’agenda e solo uno mi rispose in uno stentato (e spesso errato) inglese. Passai quindi all’italiano e tutti rimasero allibiti. Terminai il mio intervento dicendo che, osservato il loro abuso di parole anglofone, avevo pensato di andare direttamente a quella lingua e visto poi lo stupore consigliai a tutti gli astanti, con particolare riguardo a chi aveva il microfono davanti, di parlare in futuro come normalmente mangia. Ah una cosa… Ogni volta che leggo o sento quei palloni gonfiati (politici, giornalisti e tuttologi) dire, a proposito dell’ennesimo scandalo sulle Banche, la parola bail in, da buon ligure, dato che si pronuncia quasi “belin”, mi scompiscio dal ridere…una sorta di nemesi…

Nuova "ciofeca" dalla Zerodimension


Beh si avvicinano le feste e il "buon" Amico Zero ha pensato bene di farci questo "regalo" infiochettato da siffato commento:

Cari amici ed ascoltatori del Centurione.....forse oggi mi sono alzato con i coglioni che girano (sai che novità). Forse sono troppi anni (il mio blog compirà 10 anni nel 2016) che scrivo di dischi e mi tocca scrivere di troppi dischi e il troppo stroppia. Forse non ho più pazienza per certa critica con propensione al sadomaso (ancora meno che per i suoi beniamini). Fatto sta che dopo essermi torturato per sessanta minuti e un secondo questo album giace adesso nel cestino dove l’ho appena agevolato. Blevin Blectum è una metà del duo Blectum From Blechdom, al secolo Kristin Erickson e Bevin Kelley, due ragazzotte californiane di Oakland spacciate come l’ultima frontiera dell’elettronica quando non fanno nulla che i Residents o i Kraftwerk o i Devo o i Throbbing Gristle non abbiano fatto infinitamente meglio decenni prima precorrendo sentieri sonori allora innovativi. La formula è semplice ed estremamente democratica, pure un cerebroleso può metterla in opera: un ritmo techno fratturato gravemente lì e schiamazzi da videogioco della PS4 là, qualche melodia campionata e devastata, giostrine dementi da horror movie di serie D, scorreggie cosmiche, carillon impazziti, clangori metallurgici (che fanno sempre bene), urletti. Shakerate questo eterogeneo materiale, schiaffate il risultato in un qualsiasi computer,ma non dimenticatevi di premete qualche tasto a caso. Fatevi intervistare dalla persona giusta. Insopportabile. Mannaggia non riesco ad allineare la foto al testo che è troppo corto. Troppe poche righe per riempire la colonna. Provvedo. Quest’album è merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda merda...... INUTILE zero Se proprio volete è qui. Pax!

Si continua con gli Embryo



Continuo la mia mini-serie sul gruppo tedesco degli Embryo proponendovi l’ascolto di questo buon disco uscito nel 1975 col titolo di Surfin’. L’opera è nobilitata dalla presenza di Charlie Mariano ai fiati. Come è logico supporre siamo di fronte a un album di rock-jazz-fusion di buona qualità suonato da eccellenti professionisti. All’interno del file in info i loro nomi. Opera consigliabile a chiunque ami questo genere musicale. E’ qui a 320 kbps.
Voto:  + + + +

sabato 19 dicembre 2015

Un ennesimo Jimi



Tanto per non farmi-farsi mancare niente questo blog è orgoglioso di offrirvi un altro album (live) dell’immenso Jimi Hendrix. Trattasi di un doppio cd riunito qui in un unico file e uscito recentemente (e rimasterizzato) col titolo di First Night At The Royal Albert Hall (Londra) relativo ad un concerto tenuto lì dal grande chitarrista il 18 Febbraio 1969. Purtroppo la registrazione è discreta ma non ottima con qualche difetto tipico dei dischi live di quegl’anni (sembra di essere in una caverna…) ma meglio di molti altri contemporanei; questo, forse, grazie ad un oculato lavoro in sala di rimasterizzazione. Quanto a Jimi penso che ogni giovane chitarrista rock debba ascoltarlo sempre ed imparare da lui ancora oggi. E’ qui a 320 kbps.
Voto:  + + + + +

venerdì 18 dicembre 2015

Ma che bel live!



Chi sia il talentuoso chitarrista Steve Hillage (ricordate i Gong?) non sto certo qui a farvelo rammentare né a fare la storia della sua lunga ed importante carriera. Nel 2015 uscì questo album live relativo però ad un concerto tenuto dal nostro eroe nel 1977. Il disco si intitola: Madison Square Garden 77 e ovviamente  il bravo artista presenta alcuni dei suoi pezzi più famosi presi dai suoi dischi solisti che però riflettono anche un po’ il sound del suo gruppo d’origine. La registrazione (di certo rimasterizzata recentemente) è ottima e la musica proposta.. beh! Non poteva che essere eccezionale! Lo trovate qui a 320 kbps. Mi sono dimenticato di inserire i componenti del gruppo che lo accompagnano in questo concerto. Scusate!
Voto:  + + + + +

giovedì 17 dicembre 2015

Una nuova mini-serie


Oggi inizio una mini-serie relativa a questa band americana: i Wet Willie e questo durerò per un po’ di tempo dato che il gruppo fece almeno 10 album (l’ultimo è una reunion dal vivo). Dico subito che non saranno certo fra i migliori artisti d’oltre oceano ma se sono arrivati (in quasi 10 anni di carriera) a quel risultato un qualche merito l’avranno di certo avuto. Il loro primo disco omonimo  uscì nel 1971 e presenta una copertina frontale alquanto discutibile e non certo di buon gusto. La musica proposta è un mix fra il rock (tipo certe sonorità dei Rolling Stones) e un folk rock country di stampo made in USA e qui e là anche un po’ di soft jazz. Il tutto, pur non essendo un capolavoro, è piacevole e per certi versi anche originale. Lo trovate qui a 256 kbps. Un anno dopo, siamo nel 1972, fu editato un nuovo album col titolo di Wet Willie II. Il sound si fa più rock (sparite le sonorità country-folk rock) ma è presente anche una componente jazzistica più rilevante non disgiunta dal vecchio e sano blues. Lo trovate qui a 256 kbps. I nomi dei partecipanti del complesso li potete leggere in una copertina allegata al file e sono gli stessi anche del primo album.
Voto primo album:  + + + +
Voto II album:  + + + +… e anche qualcosina in più…

mercoledì 16 dicembre 2015

Consigli sui "Dolci NataIizi"

Il Panettone Genovese
Il Panettone MIlanese
Il Pandoro di Verona
Si sta avvicinando il Natale e le altre ricorrenze con loro i “nostri” dolci tipici di quella e delle seguenti festività. Devo confessarvi che tutti mi piacciono assai ma i miei preferiti sono: il Panettone Genovese, quello Tradizionale (o di Milano), il Torrone di Cremona e il Panforte Senese a seguire tutti gli altri: dal Pandoro di Verona ai Ricciarelli Senesi, al Panpepato, ai Cavallucci (detti anche Ossa di morto). Un consiglio sugli acquisti: accertatevi, leggendo le etichette obbligatorie, che tutti siano senza conservanti e che non contengano né margarine, né oli strani (quello di palma in primis) né coloranti ma siano presenti solo prodotti naturali come: farina, burro, zucchero (ok quello solito e quello di canna), uova, frutta secca e poco altro. Scartate quelli che hanno altre dizioni, ne va della vostra salute. In generale più è ridotta la lista degl’ingredienti e meglio è. Se potete, acquistate prodotti freschi di pasticceria ma attenzione che questi siano realmente di provenienza artigianale. Quanto alla diatriba se è meglio il Panettone con o senza canditi è solo questione di gusto personale; io, a ogni buon conto, lo preferisco completo, basta però che essi siano fatti a regola d’arte. Normalmente (penso al Panettone Milanese e al Pandoro) il vino indicato è un Moscato Spumate Dolce (meglio se Asti docg) bevuto non in flute ma in coppe dette, erroneamente, da champagne, mai uno spumante secco o brut. Per il Panettone Genovese e il Panforte è indicato un passito dolce o amabile non certo spumante (un Albana di Romagna, un Gradoli, un Moscato passito) bevuto in piccoli bicchieri a calice di tulipano. Provate poi lo zibibbo di Pantelleria con il Torrone o il Panforte con il Vinsanto Occhio Di Pernice, una squisitezza! Ancora auguri!

Un altro buon "live" tedesco



Continuo la mia mini-serie sui tedeschi Embryo postandovi un altro album dal vivo. Questa opera uscì nel 1972 e si intitola: Live in Wiesbaden (un’altra città della Germania) e la band continua a stupirci sia per la bontà delle loro esecuzione, sia per l’abilità degli strumentisti lì impegnati e sia per l’originalità della loro musica. Il sound ricalca, come è ovvio aspettarsi, quello già presentato sia negl’album che nel disco “live” da me presentato pochi giorni fa. E’ qui a un bit-rate, purtroppo, variabile (siamo intorno ai 195-220 kbps) ma ascoltabilissimo.
Voto:  + + + + … e anche qualcosa in più…

martedì 15 dicembre 2015

Attenti al nome



Attenzione a non confonderli con un gruppo tedesco (c’è un k di differenza) quasi omonimo. Questi Locomotive sono infatti britannici e presentano un buon rock prog psichedelico (a volta pure sinfonico) e con sentori di crossover ed eclectic nel loro unico (credo) album databile al 1970 dal titolo di We Are Everything You See e dalla particolare curiosa copertina frontale. Se vi piace il genere lo trovate qui a 320 kbps e con 6 brani bonus. Interessante ed assai originale ed ottimamente rimasterizzato.
Voto:  + + + +

lunedì 14 dicembre 2015

Rock band americana



Una delle tante band di rock blues attiva agl’inizi dei ’70 negli States è stata questa: Farm che registrò il loro unico album (credo) nel 1971 con lo stesso nome del gruppo. Buoni strumentisti (specie i due chitarristi) presentano uno stile che talora potrebbe ricordare i Q.M.S. e talora gli A. Bros sebbene hanno anche degli spunti originali. Il loro disco è interessante ma non certo lungo, rasenta infatti i 27 minuti totali. Ascoltabile e piacevole ma nulla di più. E’ qui a 320 kbps.
Voto:  + + +

domenica 13 dicembre 2015

Altri due W.A.



La parabola artistica dei Wishbone Ash lentamente ma inesorabilmente stava volgendo verso l’inevitabile epilogo. Via via i vari dischi che si sono succeduti hanno avuto connotato sempre più rock piuttosto che di art rock. E’ il caso dell’album uscito nel 1978 col titolo di No Smoke Without Fire di cui vi propongo l’ascolto qui a 320 kbps e con 6 brani bonus di cui gli ultimi 3 sono dei “live” relativi a dei concerti tenuti dalla band nel 1976-77. L’opera rimane comunque godibile seppure leggermente inferiore alle precedenti. Dopo due anni di riflessione il gruppo rientrò in studio e nel 1980 fece uscire questo Just Testing che seppure in pieno relativismo musicale presenta degli spunti ancora interessanti e poi loro sono proprio dei bravi strumentisti. Anche questo è qui con 4 brani bonus (di cui 2 “live”) e a 320 kbps e più o meno ha lo stesso valore del precedente.
Voto per entrambi:  + + + … e anche qualcosina in più…

sabato 12 dicembre 2015

Paraculi stranieri

M. Le Pen
D. Trump
Per fortuna (o sfortuna) la genia dei paraculi ha messo radici anche all’estero. La prima che mi viene in mente è la francese Marine Le Pen che va cianciando ai “cugini” d’oltralpe di razza, nazionalismo, stop all’Europa e (quasi) odio per gli islamici, profughi e migranti e che nel nostrano Salvini ha trovato una sponda feconda. Peccato che la bionda agitpop fa finta di non ricordare che alcuni decenni fa, quando la Francia era una potenza coloniale ed aveva sotto il suo domino quasi tutto il Nord Africa, suoi colleghi fascisti blateravano alle masse dicendo che l’Algeria era Francia (ai tempi della battaglia di Algeri). Ora se molti di questi (marocchini e tunisini pure) sono divenuti cittadini francesi che colpa hanno loro o la loro religione? Ricordo che, per esempio, uno dei più celebrati ed osannati fuoriclasse del pallone: Zidane, da lì proveniva… Un altro paraculo è fiorito oltre oceano negli USA. Parlo del miliardario (forse annoiato) Donald Trump erede a quanto pare dei vari KKK e fascisti locali che ha pensato bene di scagliarsi contro l’entrata di musulmani negli States dimenticando, il tapino, che se l’America è divenuta quello che è fu grazie anche ai vari popoli migrati colà e non tutti di fede cristiana. Un consiglio: gli USA non è che sono visti con buon occhio dal Vietnam in poi dal resto del mondo, farsi degl’ulteriori nemici non credo che convenga poi tanto…a meno di dire tanti nemici tanto onore (idiota aggiungo io).

Si inizia con gli "Embryo"



Anche di questa band tedesca, gli Embryo, negl’anni mi sono “dimenticato” di postarvi alcuni dischi. Per porre rimedio inizio una breve serie a loro dedicata. Infatti oggi è la volta di un bel album live databile al 1971 che rimasterizzato uscì col titolo di Bremen (Brema in italiano e città della Germania). Siamo di fronte ad un gran bel disco di krautrock che ha tutte quelle sonorità che ci aspettiamo di sentire il tutto assai bene suonato. Forse il sound è un po’ simile a certe lunghe suite degli Amon Duul (penso a Yeti) ma per chi, come me, ama certo tipo di musica è imperdibile. Lo potete trovare qui a un bit-rate variabile intorno ai 256 kbps.
Voto:  + + + + … e anche qualcosa in più…

venerdì 11 dicembre 2015

Erano noti in G.B. come "supporter"



Questa band sul finire dei ’60 ebbe una certa fama nel Regno Unito col nome di Axe, come complesso di supporto in alcuni concerti tenuti sia dai Free che dai The Who. Il loro unico disco uscì nel 1969 col titolo di Music e in parte risente, sebbene registrato in studio, della dimensione “live” a cui gli artisti erano abituati. La musica proposta è un ottimo rock psichedelico con una vena (appena accennata) di blues, il tutto ben eseguito e con una buona dose di originalità sebbene talora potrebbero ricordare i primi Pink Floyd. Lo trovate qui rimasterizzato a 320 kbps.
Voto:  + + + +

giovedì 10 dicembre 2015

Paraculi nostrali




In questi giorni ho letto e a volte anche sentito un proliferare di sciocchezze paraculistiche cianciate sia a destra che a sinistra. Cominciamo dai partiti di destra (o centro destra, se volete). Non lo dicono apertamente né loro né i loro elettori ma sul fatto che ci siano mussulmani in Italia gli da noia (e immotivata paura) e vorrebbero che se ne andassero tutti fora da le bal o che rinunciassero completamente alle loro tradizioni e al loro credo senza se e senza ma. Peccato che avendo governato per la maggior parte del tempo negl’ultimi 25 anni a parole erano contro l’immigrazione ma di fatto avevano ed hanno bisogno di manodopera poco qualificata, ricattabile, pagata male (quasi nuovi schiavi), magari in ”nero” e così l’hanno, diciamo, sopportata. Chi l’ha mai detto che è giusto pagare poco certi lavori? Se avessero dato salari equi siamo sicuri che gli italiani non li avrebbero poi fatti? Certo che 20€ al giorno per 10 ore di lavoro a prendere pomodori è difficile che un occidentale accetti (ma alcuni purtroppo ora lo fanno). Così si sono rivolti dove la manodopera è abbondante e disposta a tutto. Peccato che questa è soprattutto proveniente dal Nord e Centro Africa (regioni a noi più vicine) e che dette regioni siano in gran parte di religione mussulmana. Oggi sono qui, pace ed integriamoli senza se e senza ma. Guardate infatti se in un grande negozio, o in azienda edile, o in una fabbrica, o in un ristorante o in un albergo a chi sono destinati i lavori meno pagati e più umili? Indovinate poi dove vanno (in gran maggioranza) le preferenze politiche dei titolari di queste imprese? Paraculi nimby (usando un acronimo anglosassone). Fuori gli altri ma il mio “schiavo” me lo tengo perché mi conviene! Passiamo ai partiti di sinistra (o centro sinistra, se volete). Questi vanno cianciando che l’immigrazione (sempre quella poi) è utile perché l’Italia sta invecchiando e chi poi pagherà le future pensioni? Se invece di proteggere banche, assicurazioni, finanziarie, potentati economici e far lievitare tariffe e bollette molto di più della vera o presunta inflazione e sposare idiote tesi liberiste, avessero tutelato molto di più i salari e il reddito delle persone (anche chi non lo ha), dei pensionati e delle famiglie (diminuiti negl’ultimi 25 anni di più del 30% reale) siamo sicuri che le mamme italiane avrebbero fatto meno figli? E poi, per l’immediato potrà anche andare bene, ma per il futuro questi lavoratori stranieri, quando andranno in pensione, a chi dovremmo rivolgerci per pagare le loro e le nostre pensioni? Facile, dicono, importiamone altre. Già…ora in Italia siamo 60 milioni, fra 20 anni cosa facciamo? Diveniamo 80 e poi 120 e poi dove li mettiamo? Ovviamente ognuno dovrebbe godere degli stessi nostri diritti (un’auto, riscaldarsi, mangiare, vestirsi, vivere dignitosamente) ma così l’ambiente e clima andranno a farsi fottere. Paraculi nimby. Anzi voglio allargare il problema al mondo intero. Nel 2015 siamo circa 8 miliardi di persone quante saremo fra 20, 50 o 100 anni? Tutte hanno il diritto di vivere, mangiare e spostarsi ma la Terra è un ambiente finito e i viaggi e colonizzazioni interstellari lasciamoli alla fantascienza. E’ inutile parlare di problemi climatici se non mettiamo come prioritario una diminuzione mondiale delle nascite (che intervenga l’ONU). Più siamo e più saremo più inquineremo e devasteremo il nostro unico pianeta, è un dato di fatto. Solo che una diminuzione demografica (quindi meno consumatori) è vista come un arretramento del PIL mondiale (e anche nazionale) e così per il dio denaro mandiamo a fan culo la nostra unica casa! Paraculi…capitalistici ma miopi....Ah una cosa. Ovvio che nel mio discorso di poco sopra esula dai rifugiati e dai profughi che vanno certamente accolti ma a certe regole (le nostre): sapere chi sei e cosa sei, obbligo di residenza e una dignità abitativa, però se la situazione socio-politica cambia, dato che sei un “migrante”, ritorni in patria altrimenti nisba…

Un po' di "heavy" dagli States



Se vi piace l’hard rock (o heavy prog se preferite) con forti riferimenti ai Deep Purple questi americani Attila fanno per voi. Potete infatti ascoltare il loro (forse) unico album, intitolato con lo stesso nome della band, del 1970, qui rimasterizzato a 320 kbps. Non ho potuto fare una ricerca riguardante gli artisti impegnati e quindi il file è senza “info”. In compenso la loro musica profluvia con intensità e loro, come strumentisti, non sono affatto malaccio. Il pezzo migliore, secondo me, è la mini-suite intitolata Amplifer fire. Un po’ troppo banale la copertina frontale e in più denota la tipica ignoranza(spesso hollywoodiana) su come dovevano essere vestiti gli Unni ai tempi di Attila…
Voto:  + + +…e anche qualcosina in più…