venerdì 14 dicembre 2012

Creta ultima tappa





No cari lettori non mi sono dimenticato di finire il”nostro” viaggio nell’isola di Creta, è stato solo che in questo periodo sono avvenute tante e tante novità da lasciare in secondo piano l’isola di Candia.
Eravamo rimasti, se ricordo bene, dalle parti di Ierapetra. Da lì la strada ci obbliga a lasciare il mare e a dirigersi o verso l’iperturistica Aghios Nikoalos oppure verso la meno deturpata Sitia che può essere un buon punto di appoggio per visitare l’estremo Est dell’isola. Infatti prima di riveder il Mar Libico possiamo scegliere se continuare verso oriente o se procedere verso Sud; dove troviamo le rovine di un antichissimo insediamento minoico coevo di Festos e Knossos: Zakros (vedi foto) posto sulle pendici di una collina prospicente il mare. Lì vicino conviene visitare uno dei rarissimi esempi di porto marittimo minoico nella località di Kato Zakros. A questo punto è d’uopo ritornare sui nostri passi e dirigersi verso la pittoresca e notissima spiaggia di Vai (vedi foto) baia fra le più belle di Creta e specchiantesi su un mar cristallino con alle spalle un bosco di palme che la leggenda vuole nate dai semi sputati lì dai pirati saraceni. Se si procede ancora più a Est si arriva al punto più stretto di Creta (vedi foto) dove da una parte c’è l’Egeo e dall’altra il Mar Libico. Più oltre non si può andare perché zona militare. Tornando verso il capoluogo Iraklio e “sorvolando” la zona più deturpata (resorts, albergoni, villagi vacanze ecc ecc) val la pena far sosta in un’altra città minoica spazzata via dal tsunami del 15° sec a.C: Matala costruita a pochi passi dal mare e che conserva ancora interessanti reperti. Gli abitanti di allora dopo le devastazioni si rifugiarono sui monti e sugli altopiani, il più noto è quello di Lasithi nel cui centro si eleva una piccola montagna che a metà costa presenta una caverna. Nell’antichità essa era luogo di culto perché si riteneva che da lì nacque Zeus e che essa era la vagina della madre terra (Gea), detto antro a forma di apparato riproduttivo femminile (vagina+utero +ovaie) è visitabile dopo un breve salita o a piedi o a dorso d’asino (come feci io). Il fertile altopiano è punteggiato qui e là da vecchi e nuovi mulini a vento (vedi foto), e da una delle più belle e strane chiese ortodosse che abbia mai visto (vedi foto).


1 commento:

Christomannos ha detto...

Ottimo finale.
ciao
Mario