No
cari lettori non mi sono dimenticato di finire il”nostro” viaggio nell’isola di
Creta, è stato solo che in questo periodo sono avvenute tante e tante novità da
lasciare in secondo piano l’isola di Candia.
Eravamo
rimasti, se ricordo bene, dalle parti di Ierapetra. Da lì la strada ci
obbliga a lasciare il mare e a dirigersi o verso l’iperturistica Aghios
Nikoalos oppure verso la meno deturpata Sitia che può essere un buon punto di appoggio per visitare l’estremo Est
dell’isola. Infatti prima di riveder il Mar Libico possiamo scegliere se
continuare verso oriente o se procedere verso Sud; dove troviamo le rovine di
un antichissimo insediamento minoico coevo di Festos e Knossos: Zakros (vedi foto) posto
sulle pendici di una collina prospicente il mare. Lì vicino conviene visitare
uno dei rarissimi esempi di porto marittimo minoico nella località di Kato Zakros. A
questo punto è d’uopo ritornare sui nostri passi e dirigersi verso la
pittoresca e notissima spiaggia di Vai (vedi foto) baia fra le più belle di Creta e specchiantesi
su un mar cristallino con alle spalle un bosco di palme che la leggenda vuole
nate dai semi sputati lì dai pirati saraceni. Se si procede ancora più a Est si
arriva al punto più stretto di Creta (vedi foto) dove da una parte c’è l’Egeo e
dall’altra il Mar Libico. Più oltre non si può andare perché zona militare.
Tornando verso il capoluogo Iraklio e “sorvolando” la zona più deturpata
(resorts, albergoni, villagi vacanze ecc ecc) val la pena far sosta in un’altra
città minoica spazzata via dal tsunami del 15° sec a.C: Matala costruita a
pochi passi dal mare e che conserva ancora interessanti reperti. Gli abitanti
di allora dopo le devastazioni si rifugiarono sui monti e sugli altopiani, il
più noto è quello di Lasithi nel cui centro si eleva una piccola montagna che a metà
costa presenta una caverna. Nell’antichità essa era luogo di culto perché si
riteneva che da lì nacque Zeus e che essa era la vagina della madre terra
(Gea), detto antro a forma di apparato riproduttivo femminile (vagina+utero
+ovaie) è visitabile dopo un breve salita o a piedi o a dorso d’asino (come
feci io). Il fertile altopiano è punteggiato qui e là da vecchi e nuovi mulini
a vento (vedi foto), e da una delle più belle e strane chiese ortodosse che
abbia mai visto (vedi foto).
1 commento:
Ottimo finale.
ciao
Mario
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