Ghemme paese |
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La zona di produzione del Ghemme (vino rosso piemontese DOCG) è
nella provincia di Novara e si trova fra Sizzano (a Sud) e Gattinara (a
Nord-Nord-Ovest, vedi la mappa che postai riguardo al Sizzano) a pochi km uno
dall’altro. Quindi una terra ricca di buon vino.
Il suo colore è un bel rosso
granato intenso e invecchiando si notano anche riflessi aranciati.
Al naso è intenso, persistente,
fine e ampio, con sentori floreali (violetta) e liquirizia, speziato ed etereo.
In bocca è pieno, di corpo,
armonico, intenso, persistente ed elegante con un retrogusto tipicamente
amarognolo, giustamente tannico.
Viene prodotto dal solito Nebbiolo (la cui varietà qui si
chiama Spanna, con esso viene fatto anche un vino omonimo DOC) per il 75% (o
più), il rimanente con aggiunte di Vespolina e Uva Rara che concorrono ad
ammorbidire il gusto maschio del Nebbiolo. Ha una gradazione alcolica sui 12°-12,5°
e nella sua Riserva un grado in più.
Detta Riserva viene invecchiata 4 anni di cui 25 mesi in botte di legno. Se no
3 anni e 20 mesi di botte. Tutti poi devono avere un ulteriore affinamento in
bottiglia. Si presta, ovviamente, all’invecchiamento. Gli abbinamenti gastronomici
sono sui brasati, sugli arrosti di carne rossa, sulla selvaggina di piuma
(fagiano) e pelo (lepre) e a formaggi a pasta dura stagionati.
Leggo su Wikipedia una curiosità
(ma non so se vera): La prima
testimonianza del Ghemme risale ad una iscrizione romana sulla lapide di Vibia
Earina, di proprietà di Vibio Crispo, senatore romano ai tempi di Tiberio,
rinvenuta nei pressi di Ghemme, un reperto archeologico che è la prova della
coltivazione nella zona della vite fin dai tempi dei Romani. Essi possedevano
in queste terre delle vere e proprie vigne modello che coltivavano seguendo
regole stabilite in tutte le fasi di produzione, dall'impianto delle viti alla
vinificazione. La località, quella appunto che oggi conosciamo, era chiamata
‘pagus Agamium’, da cui il nome Ghemme. Già Plinio il Vecchio, nella sua
Naturalis historia del 77 d.C., parla di “un vitigno ‘spionia’ (nome che ricorda
da vicino lo Spanna,)” caratteristico per la maturazione che avviene alle prime
nebbie di autunno, particolarità questa tipica delle uve di Nebbiolo.
Quello che so è che è certa la coltivazione dell’uva e relativo vino nelle
colline piemontesi a partire dal I sec a.C.
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