E sì ogni tanto mi piace tradurre
i nomi e cognomi inglesi in italiano tanto per vedere l’effetto che fa. Bando
alle ciancie quest’ultimo album live di Greg Lake, Songs of a Lifitime derivato da un tour a cavallo fra il 2012 e 2013, sarebbe
un ottimo prodotto se non fosse che a parte il suo vocione, il basso qui, la chitarra
là, si esibisce (e non se ne capisce il motivo) su basi registrate (sic!); a
questo aggiungiamo le lunghe parti di parlato, che. per chi conosce l’inglese,
possono essere interessanti (ma dopo più ascolti no). In esse si parla della
sua passione per Elvis Presley, il suo primo incontro con Fripp, gli elogi su
Giles (un batterista con le mani indipendenti l’una dall’altra), delle lezioni
con lui di chitarra, quella banda strana dei King Crimson, il loro primo album
e la favolosa copertina (forse la più bella della musica prog e non solo), dell’artista
che dopo averla consegnata muore, degli ELP e della canzone Lucky Man. In ultima
analisi il buon Greg, di certo il più bolso, almeno fisicamente parlando, degli
ex ELP, (fateci caso il suo faccione assomiglia moltissimo al faccione della
copertina di In The Court Of Crimson King)) avrebbe potuto fare un album
migliore ma, tutto sommato, si fa comunque ascoltare pur non essendo certo un
capolavoro.
Voto: + + +
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