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In arancione la zona di produzione |
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Un castello (Malaspina) della zona |
La terza importante Doc della
provincia di Spezia è questa: Colli di
Luni Doc al cui interno svetta per importanza il Vermentino Colli Di Luni Doc. Dalla cartina allegata al post (la
parte arancione) si evince che la zona è abbastanza vasta; in realtà la produzione
più significativa va dalle colline di Bolano fino a sud sconfinando in una
piccola porzione della provincia di Massa e Carrara (da lì poi prende il nome di Candia delle Colline
Apuane Doc) questo per quanto riguarda il versante orientale della valle
solcata dal fiume Magra, mentre per quello occidentale si parte dal comune di Vezzano,
poi Arcola e si arriva fino a quello di Amelia (posto alla foce del fiume
stesso). Le altre località danno invero poco contributo alla produzione. Nella
Doc si produce un bianco doc (con in uvaggio: vermentino, trebbiano e
malvasia toscana) e un rosso doc (anche lì in uvaggio: sangiovese
toscano, merlot e altre uve a bacca rossa) e soprattutto il vermentino doc
(in purezza o quasi). Detto vitigno è diffuso in tutto il Mediterraneo (Spagna,
Sud della Francia, Corsica, Sardegna, Grecia) spesso con nomi diversi e il più
conosciuto (ma non il migliore) è quello di Alghero (in Sardegna). In realtà
studi di archeologia enologica (diciamo così..) effettuati con oculatezza dicono
che questo vitigno è originario proprio del comprensorio delle colline intorno
all’antica città romana di Luni e che da lì si diffuse poi nelle altre zone e
nazioni. A ulteriore riprova del fatto è che solo lì esiste anche un vermentino
rosso che viene studiato (e che spesso entra anche nella produzione del
rosso doc) ma che per ora non da risultati entusiasmanti vinificato da solo.
Secondo me i migliori sono quelli esposti a oriente (spesso risultano fra i
primi posti nelle degustazioni anche internazionali). A livello organolettico il Vermentino Doc si
presenta di un bel colore giallo paglierino vivo e buona trasparenza, al naso è
intenso e persistente con sentori di frutta (mela verde), erbe (rosmarino),
elegante e particolare, in bocca è
ugualmente intenso e persistente e con un restrogusto leggermente mandorlato,
fine e con buona ed equilibrata acidità. La gradazione parte dagli 11,5 gradi.
Non presenta spiccata sapidità se non in quelli prodotti in vicinanza del mare.
Ottimo con crostacei, primi piatti di mare, fritto misto (sempre di mare,
quello che si dice di paranza) e
pasta al pesto, un po’ meno con i secondi di mare (tipo orata al forno). Il
Bianco doc ha colore giallo paglierino (a volte carico), profumi tenui,
fruttati e floreali, sapore asciutto è vino da tutto pasto, da mèsch-cìua, da
frittelle di baccalà e da antipasti di mare. Il Rosso Doc dal colore rubino
intenso, abbastanza persistente e intenso, profumo delicato, vinoso e fine. In
bocca è abbastanza pieno e caldo e gradevele seppure non complesso. Si sposa
con il coniglio ripieno, grigliate di carne, salsicce e spezzatino con patate.
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