giovedì 11 luglio 2013

INAIL e F 35



La cattiva e partigiana informazione imperversa sui media nazionali buoni solo ad infarcire le notizie (scusate...news!) con saccenti ed idioti inglesismi. Forse pensano con ciò che molti italiani abbiano il cosidetto “anello al naso”? L’ultima notizia riguarda l’INAIL il quale istituto si vanta che nell’ultimo anno gli infortuni sul lavoro sono notevolmente diminuiti. Ovviamente non dice il perché. Migliori e maggiori controlli? Oppure semplicemente che qui in Italia, data la durissima crisi economica (specie nell’edilizia), si sono aperti molto meno cantieri? Io propendo fortemente per quest’ultima ipotesi.
Ritorniamo adesso a parlare dei fatidici cacciabombardieri F 35 (100 del valore di più di 100 milioni di euro l’uno). Come avevo detto ritenevo giusto che una ventina/trentina approviggionassero la Marina Militare, cioè fossero imbarcati sulla portaerei Cavour. Con essi una squadra navale italiana (la suddetta portaerei, più 2/3 navi da combattimento di scorta e un sommergibie d’attacco) potrebbe agevolmente far fronte a qualsiasi mianaccia aero navale araba o se preferite del Nord Africa. Come avevo poi aggiunto, per lo spazio aereo della Penisola (isole comprese), i Typhoon (intercettori europei), gli ammodernati Tornado, più le batterie di missili Patriot sarebbero più che sufficenti; senza contare che sul nostro suolo ci sono più di una base aerea e navale americana. E allora gli altri 70/80 a che c...o servono? Per mandarli a bombardare, a dispetto della nostra costituzione, altre nazioni o per intervenire in altri a noi alieni conflitti? Ricordiamoci della Prima Guerra del Golfo quando l’Italia mandò, come suo contributo, un piccolo stormo di Tornado (mi semba non più di 6) di cui 2 subito abbattuti (ricordate il pilota Cocciolone) e 3 caccavelle che si tennero ben lontano dall’Iraq. Altra dolorosa storia fu invece quella del personale di terra, Nassiria insegna.


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