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I testi di terracotta |
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Il canestrino di Panigacci |
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La fila di testi |
Nati, con tutta probabilità,
sulle colline a Nord di Aulla e a Est di Bolano nel comune di Podenzana (Lunigiana,
MS, Toscana) si sono diffusi in tutta la provincia di La Spezia e a Nord di quella
di Massa Carrara. Parlo dei Panigacci (o
Panigazzi) che sono delle sottili focaccette non lievitate larghe circa 15 cm fatte di sola farina di
grano, sale e acqua (c’è sempre qui il “solito discorso sul tipo di farina”,
come per la pizza, che vi raccontai qualche post fa) ma talvolta, in famiglia, preparate
anche con quella di mais o di castagne. L’impasto quasi liquido viene
rigorosamente e meticolosamente suddiviso dentro testi di terracotta (vedi
foto) arroventati sul fuoco vivo e prima di essere riempiti tolti da esso. Detto
fuoco viene fatto con sola legnetta secca e talora di recupero (penso a quella
delle cassette della frutta) ponendo anche dei rami d’ulivo che gli
conferiscono un particolare profumo. La vampa è accesa o all’aperto o in un
caminetto capiente. Con quella legna se ne fa una pira e in mezzo vengono posti
i testi (vengono i più prodotti da speciali argille nel comune di Podenzana o
di Sestri Levante), quando essi divengono quasi rossi con delle pinze si
tolgono dalla brace e dopo poco vi si mette un po’ d’impasto in ciascuno. Si
formano così delle file verticali (un testo sopra l’altro, vedi foto) e il
panigaccio cuoce in essi e fra essi. Dopo qualche minuto si prende con guanti
termici ciascun testo e aiutati da un raschietto si toglie la relativa focaccetta.
Vengono serviti ancora belli caldi e piegati in due si mangiano con dentro o
stracchino (o altri formaggi a pasta molle), o affettati, o salsiccia, o lardo
o anche come dolce con la “nota” crema di nocciole e cioccolato. A me piacciono
anche così: sfregare uno spicchio d’aglio (spellato) su una sua parte, coprirlo
di Parmigiano Reggiano grattugiato e un po’ di olio evo e via! Ottimi anche con
l’uovo fritto. Se rimangono lì freddi non vengono consumati ma posti poi in
acqua salata bollente e cotti (magari il giorno dopo) come della pasta con cui prima
però se ne fanno delle larghe losanghe, quindi conditi con pesto o sugo di
funghi. Come sapore vagamente assomigliano alla piadina romagnola (che però ha
dentro anche o olio d’oliva o strutto ed è più sottile) ma a mio giudizio sono
nettamente più saporiti e particolari anche per la diversa tipologia di cottura.
Infine attenzione a non confonderli con i Testaroli
(tipici di Pontremoli e dintorni) che sono di impasto uguale ma di grandi
dimensioni (40 cm)
e cotti in forno in teglie circolari di ghisa. Essi vanno consumati
esclusivamente bolliti, dopo averne fatto delle lasagnette e poi conditi con
sughi o pesto. In uso fin dai tempi dei Romani è forse la più “antica” pasta
d’Italia. Il vino consigliato sia per i Panigacci che per i Testaroli è
ovviamente un rosso di medio corpo e beverino, meglio se di quelle parti.
Numerosi sono in zona i ristoranti che si dedicano solo ad essi e il pasto
completo con formaggi e affettati (vino
della casa, caffé e coperto compreso) difficilmente supera i 25€ e spesso
anche meno e varia dalla qualità dei “ripieni”. Solitamente portano panigacci a
iosa (il loro numero non incide nel prezzo finale) in piccoli canestrini (mentre
i “ripieni” sono nei vassoi e questi sì che sono contingentati ma sempre
abbondanti) e una persona “normale” ne può consumare circa 5-6 più uno dolce.
Io, invero, molti di più… Quando ero giovane il mio record fu di ben 28 e poi
uscì il cuoco che disse che voleva chiudere la cucina…e io avrei continuato…;-)
La tradizione del Panigaccio si ricollega a quelle molto simili presenti in
varie culture del Mediterraneo: Le focacce d’orzo egiziane, il pane azzimo
ebraico, il gyropita (alcuni dicono greco altri turco), le piadine e i
testaroli e di sicuro me ne sono dimenticati molti altri.
5 commenti:
28?! eri un bel ragazzone allora!
Penso che a 20 anni avrei digerito anche i sassi... Per altro facevo sport agonistico (nuoto e pallanuoto) ed ero assai più magro di adesso che ne ho 58 e mangio molto meno. Quanto a fisico, diciamo che sono ed ero assai robusto. Ciao.
Ripeto anch'io 28? Non male devo essere proprio buoni.
Io conosco molto bene le Piadine in quanto mio cognato abita a Sant'Arcangelo di Romagna ma questi Panigacci non li conoscevo proprio. Interessante se avrò occasione di venire da quelle parti non dimenticherò di farmene qualcuno (non 28 altrimenti da 102 kg chissà a quanto vado !!!)
Ottimo e saporito post.
ciao
Ms
Caro Chris devi assolutamente provarli! I 28 furono ai "miei rempi d'oro" ora mi attesto intorno ai 12/15 (che sono sempre un bel numero!) Il mio record lo feci in casa di un parente (mortadella nostrale, prosciutto toscano, sua formaggetta, affettati vari, gorgonzola del contadino che portammo noi) e mio papà non fu da meno (o quasi). Quel parente poi non ci invitò più a cena....
ci credo che non vi invitò più :-)
ciao
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