Premetto
che sono alcuni anni che non possiedo più un televisore (forse sono fra i
pochissimi italiani). Tutto iniziò quando il vecchio apparecchio si guastò ed
io decisi di non acquistarne uno nuovo. All’inizio fu quasi un’astinenza da
droghe, mi mancava! Ma poi dopo alcune settimane, piano piano, la sua assenza
si fece sempre meno dura ed ora non me ne frega nulla! Cosa faccio in
alternativa? Tante cose più in teressanti: sesso, sento la radio, ascolto
musica, vedo un film (sul pc o al cinema), leggo oppure esco e vado al “mio” bar a giocare
con amici a scopone o a tresette in compagnia di un buon gotto di vino. Lì ancora ogni tanto guardo la tv (programmi
sportivi: qualche partita di calcio, che mi interessa sempre meno, la moto GP e
Superbike) e per tenermi informato sugli avvenimenti ho l’abbonamento via
internet a due quotidiani (L’Unità e Il Fatto Quotidiano e poi al bar leggo ad
ufo quelli cartacei) e compro sempre un settimanale (L’Espresso). Qualche volta
assisto (sempre al bar ma distrattamente) a qualche talk show oppure, se sono a
casa di amici, a qualche demente programma televisivo. Fu il caso di questo
abberrante Boss in incognito trasmesso da Rai 2 il lunedì sera. Ero infatti
da amici e dato che l’anziana di famiglia aveva acceso la tv, ho visto quell’obbrobrio
(e ciò mi è successo per due lunedì di fila...sic!). Il programma vede un boss
(straricco imprenditore) che novello Ulisse sotto mentite spoglie e travestito, per
qualche giorno va a lavorare presso una sua figliale dove è poco o per nulla
conosciuto. Lì oltre che far guai (ma in fondo i soldi sono i suoi) stringe una
pseudo amicizia con i suo compagni di lavoro (una volta si sarebbe detto operai
proletari) che all’oscuro della macchinazione gli offrono tutta la loro umanità
e si confidano con lui. Dopo alcuni giorni questi verranno convocati nella sede
dell’azienda e lì incontreranno improvvisamente il loro capo. Il quale tolti i
panni da proletario disoccupato veste i suoi e si presenta agl’ignari suoi
dipendenti tutto leccato ed immagino profumato. Poi, con fare antipatico, prima
li rimprovera e poi novello satrapo o se preferite sultano, gli elargisce bonariamente doni
e prebende. La cosa più brutta dello spettacolo sono queti poveri malcapitati
che prima, accortesi di aver lavorato con il loro boss, tremano come foglie
aspettando il giudizio di costui neanche fosse S. Pietro davanti ai cancelli
del Paradiso e fanno facce che neanche nella fantasia di un Fracchia o Fantozzi
potevano assumere. Poi, dopo aver avuto i doni (va detto che l’impreditore non
si era certo sprecato), si prostrano ulteriormente in ringraziamenti e
baciamano. A condurre questa brutta farsa c’è un panzone barbuto dal sangue blu
la cui unica fatica nella sua vita deve essere stata quella di alzare ogni
giorno la forchetta.
Mai
visto un programma più classista e fascista di questo!
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