Personalmente
alle scorse primarie del PD non votai il nuovo segretario Matteo Renzi, ma oggi
spero (per l’Italia) che riesca a fare con lui quelle riforme necessarie al
paese per uscire dalla fanga in cui è impelagato. Di ciò credo poco ma mantengo
una piccola fiamma di augurio. Se per fare questo ci si deve anche alleare
(momentaneamente e brevemente) con il Diavolo e i suoi accoliti (leggi il pregiudicato
Berlusconi) a stomaco pesante va bene, in fondo fare politica è anche l’arte
del compromesso fra diverse fazioni ed ascoltare i diversi. Quello che non
capisco sono i Pentastellati che, come i topi dietro il pifferario magico,
seguono le paturnie isteriche di quel gabibbo in odore di andropausa che
corrisponde al nome di Grillo e del suo consigliori Casaleggio (con un aspetto
fra un pazzo scenziato e un folle direttore d’orchestra ed il nome che sembra
un formaggio del Nord). Questi fanatici figuri sono solo buoni a dire che
vogliono sfasciare tutto, che tutti sono corrotti e servi di questo e quello, che
manderanno tutti a casa (???) e con una maggioranza bulgara (impossibile!) rivolteranno
l’Italia come un calzino. Urlano e strepitano dicendo populistiche ovvietà da
osteria (politici tutti ladri ecc) tanto per mettere le mani nel pasticcio del
malumore italico e rimediare consensi. Proposte concrete e fattibili zero o quasi.
L’esempio lo abbiamo avuto con la consultazione registrata dal vivo fra Grillo
(ed alcuni suoi onorevoli alquanto perplessi) e Renzi per la formazione di un
nuovo governo. La belina genovese invece di fare proposte serie (almeno una
Cristo!) è partito per la solita isterica ed alluvionale tangente rimediando, a
mio parere un figuraccia anche fra i suoi seguaci, che insieme all’ex sindaco
di Firenze, ascoltavano allibiti il profluvio di parole inutili e a volte pure
insultanti. Possibile che dopo il pifferaio di Arcore ci dobbiamo anche puppare
quello di Genova?
venerdì 21 febbraio 2014
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