Tipi di autoclave |
Dopo i vari post sullo spumante e
frizzante sia dell’Oltrepò Pavese che (limitatamente allo spumante) della
Franciacorta credo sia urgente fare degli approfondimenti su questi. Prima cosa
la differenza fra uno frizzante e da uno spumante sta nella pressione nella
bottiglia (minimo 3 bar fino a un massimo di 6,5 bar per lo spumante, da 1 bar
a 3 per il frizzante). Le bollicine sono causate dall’Anidride Carbonica che
conferisce al vino più corpo, una sensazione di leggero pizzicore e un sapore
più amarognolo. I metodi di spumantizzazione noti sono: Metodo
Martinotti – Charmat (detto anche metodo italiano) ideato da un italiano (signor
Martinotti) nell’800 e venduto il brevetto a un francese (messieur Charmat) nel
‘900. Il vino viene prodotto “normalmente” (con la solita differenza fra
vinificazione in bianco, in rosato e in nero) e poi, dopo una certa maturazione
(il tempo dipende sia dal vino che dal prodotto che si vuole), ripassato in
autoclave per la presa di spuma. E’ il metodo più idoneo per ottenere vini
(spesso anche dolci come l’Asti) più fruttati, e aromatici a scapito però della
loro struttura e dei profumi e sapori terziari. Si tappa infine il vino con il
tradizionale tappo e relativa gabbietta. In un anno (o anche meno) solitamente
si chiude il ciclo. Risultano quindi più immediati e beverini. Ciò non vuol
dire che non esistano spumanti Charmat validissimi. Esempi si hanno con il
Moscato d’Asti, il Lambrusco, Il Prosecco, il Brachetto d’Aqui, le Malvasie
ecc. Lo spumante dolce ha più 50 gr/l di residuo zuccherino disciolto.
Metodo Champenoise (o Metodo Classico) ideato anch’esso da un italiano nel ‘500 ma sviluppato in
Francia nello Champagne. Solitamente il vino viene prodotto assemblando vari
vini e fatto maturare in botte e poi viene messo in apposite bottiglie. Tappate
le quali vengono poste su dei macchinari che lentamente le ruotano di 180 gradi
(remuage sulle pupitres) fino a che
il collo della bottiglia non volge in basso. La presa di spuma avviene
all’interno di ogni singola bottiglia grazie al liquer de tirage (un mix di vino, zuccheri e lieviti selezionati di
cui ogni casa (o maison) ne detiene
gelosamente i segreti. Dopo un lungo periodo (da minimo un anno fino a 4) i
lieviti e certo particolato (detto feccia)
si deposita sul collo della bottiglia. Finito il periodo iniziale di
maturazione il collo viene posto in azoto liquido che ne congela
istantaneamente la feccia e poi stappata la bottiglia (degorgement), grazie alla pressione essa fuoriesce. Una volta si
era soliti tagliare con un colpo deciso il collo e buttare la feccia “al volo”
(a la volè). Va da se che un po’ di
vino si perda e che il livello della bottiglia scenda, esso viene reintegrato
con il liquer de expedition (un mix
di vino, zucchero che quello che da la differenza fra un brut o un dry (per
esempio) e talora distillati concentrati dello stesso vino per accentuarne i
profumi, ogni casa ha il suo). La bottiglia viene poi tappata con il
tradizionale tappo a fungo e messa la gabbietta di protezione e quindi posta a
maturare (almeno un anno) in cantina prima di essere commercializzata. Il
risultato è uno spiumante più complesso, ricco anche di profumi terziari e che
si presta ad invecchiamento.
Metodo Marone Cinzano ideato sempre da un italiano (il sig. Cinzano e il sig.
Marone) che prevede la prima parte da farsi con il metodo tradizionale e la
seconda con quello Charmat. Si ha così un risparmio notevole di costi ma anche
risultati inferiori. Ultimamente è caduto in disuso.
Quanto
al metodo per rendere un vino frizzante
si usa o il Metodo Charmat con tempi più brevi ed una sovrapressione
minore oppure insufflando l’Anidride Carbonica (come avviene in certe acque
minerali) sempre che non si usino “polverine magiche” (ricordate
l’Idrolitina?). Quest’ultimi due (cattivi) metodi sono riservati a vini di
bassissimo prezzo e di qualità scadente.
E’ da preferirsi uno Spumante
metodo Charmat o uno Metodo Classico? Beh dipende… se organizzo un ricevimento
(magari serale), se voglio accompagnare il vino a piatti importanti e/o
prelibati (nonché costosi come il caviale, l’aragosta o le ostriche) userò il
Metodo Classico. Se invece voglio servire un aperitivo, un antipasto o un primo
non elaborato o se semplicemente preferisco pasteggiare con le bollicine userò
uno Charmat (in alternativa anche uno Frizzante). Questo in linea generale ma
poi ognuno ha i suoi gusti (e il suo portafoglio) e bisogna pure vedere che
menù prendiamo in considerazione. Comunque sempre prima servire uno Charmat e
poi un Metodo Classico. Il fatto di abbinare le bollicine ai crostacei è dovuto
al fatto che essi hanno di base un sapore tendente al dolce e l’anidride
carbonica tende a spengere questo eccesso di abboccato e far risultare il tutto
più piacevole.
1 commento:
Benedette siano le mani italiane.... cin cin Centurione ;-)
Ciao
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