Altro vino rosso cosiddetto da pasto che io consiglio è il Montepulciano
D’Abruzzo Doc ottenuto dal vitigno omonimo
(altro vanto dell’enologia italica) o in purezza o in uvaggio (max 20% ) con
altre uve a bacca nera. La tradizione del vino in Abruzzo si perde nella notte
dei tempi e fin dall’antichità era una regione nota anche per le sue uve. Il
mio suggerimento è dato anche dal fatto che è un vino che si trova comunemente
in quasi tutti i supermercati ed ha un rapporto-prezzo mediamente più che
buono. Infatti esso è, fra le doc, quello a più alta diffusione in Italia.
Presenta
un bel colore rubino con sfumature violacee e pur non prestandosi a lungo
invecchiamento, con l’età ha riflessi granati. Al naso è intenso e persistente
con sentori vinosi, di frutti a bacca rossa ed etereo (cioè l’odore tipico
dell’alcol etilico), a volte anche speziato (pepe nero soprattutto). In bocca
mantiene le promesse ed è di corpo, giustamente tannico, con una gradazione
intorno ai 12,5 gradi alcolici e buon retrogusto vinoso. Dal 2003 se ne produce
(in purezza) anche una Docg chiamata Montepulciano
D’Abruzzo Colline Teramane (cioè nei pressi di Teramo) da cui si ricava
anche una Riserva (con un maggiore invecchiamento). Ovviamente questo è
un vino più complesso e di gradazione , intensità e ampiezza (sia odorosa che
gustativa) maggiore. Propongo di quest’ultimo di abbinarlo a carni rosse
(magari alla brace) e/o con buonissimi formaggi pecorini della regione.
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