Negl’anni ’80 gli ELP avevano
poco o nulla da dire di nuovo se non un ingombrante (ma luminoso) passato. Così
si sciolsero anche per litigi nati quasi da sempre e mai sopiti fra Keith e
Greg. Inizialmente però ad andare via fu Palmer (verso gli insulsi Asia) e fu
rimpiazzato da un più che discreto Powell (il trio registrò un passabile
disco). Nel 1988 però la rivalità fra i due grandi arrivò al culmine e così pur
ritornando Palmer (qui in versione irriconoscibile e deludente) Emerson dette
vita a questo inutile gruppo: Emerson Berry & Palmer che registrarono
questo banale album intitolato 3…To the power of three. Dove Keith cerca (vanamente) di rinverdire i vecchi fasti e ove la
vocina anni ’80 di Robert Berry è tutt’altra cosa dalla possente, unica ed
inconfondibile voce di Greg Lake. Non so se questi sia il più bravo bassista
della musica prog (di certo fra i primi 2-3) ma indubbiamente è la voce più
bella di tutto il panorama prog di sempre e forse anche in assoluto di tutto il
rock. Così se ci aggiungiamo una batteria banale, una musichetta anni ottanta
(orribili!), un Emerson senza più fantasia e l’assenza di Lake abbiamo come
risultato un brutto album (almeno è questo il mio giudizio) di cui la “nostra”
musica poteva tranquillamente farne a meno.
Voto: + +
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