Ora è la volta di parlarvi del Franciacorta
Rosè Docg ma prima credo sia meglio fare
una premessa sui “rosè” in
linea generale. Essi non derivano da un miscuglio di vino bianco e rosso
(tranne rari casi: gli assemblaggi) ma da una particolare tecnica che da uve a
bacca nera dà un vino con quelle caratteristiche. Infatti responsabili del
colore del vino sono gli antociani,
sostanze presenti principalmente nelle bucce degli acini e in parte nel raspo.
Se in sede di piagiatura si eliminano immediatamente questi da uve a bacca nera
si hanno vini bianchi (e senza tannino) ma che mantengono alcune cartteristiche
organolettiche dei vitigni di provenienza. Se invece si lasciano queste a
contatto con il mosto per un breve lasso di tempo il vino risultante sarà un rosè
con pochi ma significativi tannini. Va detto che i tannini (che danno quella
sensazione astringente e metallica) possono derivare anche dai legni delle
botti (se queste sono in quel materiale, ovvio) e tutti si evolvono con
l’invecchiare del vino che acquista in morbidezza.. Tornando al Franciacorta Rosè Docg esso, come gli
altri Franciacorta, è uno spumante prodotto col metodo classico.. Può derivare dall’assemblaggio di vino bianco
(Chardonnay e Pinot Bianco, questo max al 50%) e Pinot Nero (vinificato in
rosato, vedi sopra) oppure (ed è quello che preferisco) dal solo Pinot Nero
vinificato in rosato. Ha anch’esso delle sottotipologie a seconda dei
mesi in cui “matura” sui lieviti in bottiglia prima di essere commercializzato:
Rosè (normale) due anni, Millesimato: due anni e mezzo e Riserva: cinque anni. Il Rosè (normale)
può essere da demi-sec fino a dosaggio zero, il Millesimato da extra-dry fino a dosaggio zero e la Riserva da brut
fino a dosaggio zero (per questi
significati vi rimando a qualche post fa sugli spumanti). Tutti hanno un bel
perlage evidente con piccole e continue bollicine. Colore di un bel rosa
intenso che si carica di più nel Millesimato e che nella Riserva può avere
riflessi ramati. Profumi ampi ed eleganti, con sentori di lieviti e i tipici (specie
se vinificato in purezza) aromi del Pinot Nero (rosa e violetta, fruttato con
sentori di ciliegia e fragola), nella Riserva, in particolare, questi si
accentuano. Ha sapore sapido, fine ed elegante, leggermente tannico, ottima
acidità, intenso e persistente (così come al naso), giusto di corpo. Anche il
Rosè va servito a temperature intorno agli 11 gradi. Gli abbinamenti che
consiglio dicono che per la Riserva sono indicati piatti di carni bianche anche
elaborati con abbondante presenza di sugo e se piace la polenta. Il Millesimato
è ottimo con uova al tegamino al tartufo, funghi trifolati, carpaccio e salumi a pasta grassa
e lo speck. Il Rosè (normale) come aperitivo, con formaggi a pasta grassa e
nella versione demi-sec con dolci tipo il buccellato magari con una infarcitura
di marmellata di fragole. Prosit!
giovedì 11 giugno 2015
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1 commento:
Un bel Rosè fresco e frizzante per me è il massimo a tavola :-)
ciao
Ms
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