La pulce nell’orecchio (o se
volete la “colpa”) di parlarvi dell’Oltrepò Pavese, almeno relativamente al mondo dell’enologia, è causata
dall’amico Christomannos che non molto tempo fa mi disse di essersi recato in
quella landa per un tour
eno-gastronomico. Detta regione fa parte della Lombardia (provincia di Pavia)
ma geograficamente è più Emilia distendendosi tutta a sud del fiume Po (da cui
il nome) e incuneandosi in quella Regione, morfologicamente sono basse colline
argillose arenarie. Si tratta di una Doc omnicomprensiva, nel senso che al suo
interno c’è una Docg (Spumante Metodo Classico) e varie tipologie di vino (dal
bianco al rosato al rosso), sia in versione ferma che spesso anche frizzante
e/o spumante. I vitigni utilizzati sono (non per la stessa tipologia o Doc):
Pinot (nero e grigio), Chardonnay, Cortese (sebbene originario del Piemonte a
Gavi), Moscato (un clone dell’Astigiano), Barbera, Riesling (sia italico che
renano), Malvasia, Sauvignon Blanc, Croatina (qui chiamata Bonarda), Uva rara,
Vespolina, Cabernet Sauvignon. A sentire l’amico Chris si stanno tentando anche
impianti di Muller Thurgau e Merlot. I vini risultanti sono parecchi ed oggi
inizio a parlarvi di uno dal nome “particolare”: Sangue di Giuda Doc (lo troverete anche come Oltrepò Pavese Sangue di Giuda
Doc). Il nome sembrerebbe derivare da una leggenda locale su Giuda Iscariota..
Esso è prodotto a oriente della zona (verso la provincia di Piacenza) dai
seguenti vitigni: Barbera, Croatina e per un max del 45% da insieme Pinot Nero,
Vespolina e Uva Rara. Ha colore rosso rubino “vivo” con evidenti riflessi
violacei. Profumo intenso e persitente, con sentori di confettura (bacche
rosse) e floreale (fiori di rosa e pesco appassiti), vinoso. Al gusto è intenso
e peristente, giusto di corpo, morbido ed equilibrato e tendente all’abboccato.
Si presta ad essere accompagnato a dessert a base di relative confetture (tipo crostate)
oppure a un risotto con i fiori di rosa ma va bene anche con formaggi importanti
a pasta dura magari accompagnati con un miele millefiori. Non si presta a lungo
invecchiamento ed ha una gradazione intorno ai 12,5 gradi alcolici.
domenica 21 giugno 2015
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2 commenti:
Lo abbiamo assaggiato velocissimamente in una cantina (purtroppo stava chiudendo) quindi non sono riuscito a gustarne a pieno le sue caratteristiche.
Mi ricordo che una volta bevuto mi aveva lasciato la bocca (non so come dire) pulita.
Ritorneremo a Settembre e allora sicuramente prenderò qualche bottiglia da offrire agli amici.
Grazie ancora per i tuoi post (sto iniziando a apprezzare i vini)
un saluto
Ms
Certo si dice anche così "pulita". Ciò è dovuto a un buon equilibrio del vino (tannini, acidità e morbidezza data dall'alcol e glicerina). Continerò con i post sull'Oltrepò Pavese. Ciao
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