Prima di proporvi l’assaggio di
qualsiasi altro vino mi parrebbe cosa giusta dirvi alcune cose. Diciamo subito
che per potersi gustare a fondo (e capire tutte o quasi le sue sfumature) detta
bevanda bisognerebbe essere degli esperti come sommelier o onavisti e per farlo
bisogna sostenere i corsi indetti dall’AIS (Associazione Italiana Sommelier)
oppure dall’ONAV (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Vino) in un caso si
devono superare 3 esami (un anno dopo l’altro), studiare su 3 libri e fare un
po’ di esperienza, nell’altro gli anni sono 2 ma anche lì esami, libri ed
esperienza. Ciò non toglie che anche un “profano” possa godere di questo
nettare tanto più che alla fine i gusti sono cosa personale. E allora per prima
cosa il vino va obbligatoriamente bevuto in bicchieri di vetro
trasparente (e senza colori né sfaccettature!) composti da un calice (da
riempirsi solo per un quarto, vedi illustrazione del post), da uno stele (o gambo, se preferite)
dove il bicchiere va impugnato, questo perché il palmo della mano, essendo a
temperatura del nostro corpo, potrebbe alterare la temperatura del liquido
(specie nei vini bianchi che è intorno ai 10\12 gradi), è ammesso farlo con i
rossi durante i mesi freddi per tenere il vino caldo (infatti la temperatura di
esercizio dei rossi è 18\20 gradi) e poi tappare il bicchiere non ci farebbe
apprezzare il suo colore. Infatti un vino lo si degusta sia con gli occhi, con
il naso e poi con la bocca. Dopo aver riempito quindi il bicchiere ed osservato
attraverso il vetro il suo colore, accostarlo al naso ed inspirare
profondamente con esso (sentiremo così i profumi primari del vino), poi, con
cautela lo stacchiamo da noi, facciamo roteare gentilmente il bicchiere e lo
riaccostiamo al naso, inspiriamo nuovamente e più volte (sentiremo così i
profumi secondari), poi beviamo e prima di ingoiarlo lo teniamo qualche secondo
in bocca per sentirne appieno il gusto. Di bicchieri in giro ce ne è una
pletora quasi infinita ricordiamo solo che i vini spumanti vanno bevuti nel
flute (per apprezzare il loro perlage, cioè le bollicine che emettono) mentre i
vini dolci spumanti o frizzanti nelle coppe (che una volta si dicevano da
champagne). Bicchieri più piccoli ma sempre a calice per i passiti. Prosit!
mercoledì 2 luglio 2014
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