Certi avvenimenti credo sia
meglio commentarli a freddo e dopo un certo tempo trascorso. Così eccomi oggi a
discettare dopo la debacle italica (penosa! Ma da me purtroppo prevista) di
alcuni giorni orsono. Come ho scritto nel titolo si deve rottamare l’Italia
calcistica se, nel futuro, quella che fu una delle “potenze” del football
mondiale, vuole riavere il posto che le spetterebbe. Per prima cosa, dato che il pesce marcio puzza già dalla testa mandare
a casa tutti quei trafficoni incanutiti e imbolsiti che presiedono i massimi
vertici della F.I.G.C.; eleggere quindi un presidente capace, e a seguire nuovi
altri dirigenti, che sia lui figura già nota nell’ambiente (vedo favorevolmente
la candidatura di Gianni Rivera, che oltre ad essere stato fra i migliori
calciatori italiani di tutti i tempi, pallone d’oro, ha esperienze politiche e
dirigenziali), poi un allenatore (o meglio un selezionatore) che almeno nella
sua carriera abbia vinto qualcosa e dimostrato fermezza di carattere e
duttilità tattica (un Mancini o un Allegri, per intenderci). Intervenire
pesantemente nelle scuole calcio riformando il modus pensandi attuale; si ha
bisogno di giovani di talento non decatleti con i piedi di marmo (del resto un
Messi, un Neymar, un Iniesta non sono certo dei colossi e Cristiano Ronaldo è
l’eccezione che conferma la regola). E’ mai possibile che ha avuto più presenze
in Nazionale Dino Baggio piuttosto che Roberto Baggio? C’è qualcosa che non
funziona… La legge comunitaria costringe, come sapete, a non fare discriminazioni
fra Europei e Italiani, bene; ma perché non obbligare allora le società della
serie A e B a schierare, in ogni partita, almeno 5 atleti nati qui da noi, poi
possono avere nella loro rosa anche cento stranieri; in tal maniera si
creerebbero pure dei nuovi posti di lavoro per i nostri giovani (di talento).
Privatizzare quindi gli stadi italiani che sono scomodi e obsoleti (i più sono
antichissimi e risalenti al “Ventennio”) e dare facoltà alle Società di Calcio
di costruirsene di propri. Infine, debellare del tutto (anche con misure
drastiche) il tifo violento. Io vorrei recarmi a vedere la partita insieme alla
mia donna, seduto comodo e con tutti i confort moderni e non rischiare ogni
volta che qualche teppista idiota mi spari o mi accoltelli solo perché ho una
sciarpa diversa dalla sua.
venerdì 4 luglio 2014
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento