martedì 19 luglio 2016

Gubbio (pro Edulms)

Gubbio e il teatro romano


Il mio amico brasiliano Edulms mi scrisse che voleva vedere anche Gubbio, uno dei più bei posti dell’Umbria (forse insieme a Spoleto e Orvieto e da me preferiti) e che ebbi la fortuna di visitare in tempi diversi. Tra l’altro mangiai, più volte, benissimo in un ristorante del centro posto in un antico edificio (il nome ovviamente non lo dico…). Come sempre un po’ di storia. Il sito fu frequentato fin dal paleolitico (reperti sul monte sovrastante la cittadina medioevale). Fu poi città degl’Umbri e quindi alleata di Roma e dopo municipium romanum col nome di Iguvium Civitas.e si sviluppò nella pianura sottostante dove vi sono ancora dei resti tra cui un interessante teatro (I sec a.C.), domus e altre strutture, tutte visitabili. Distrutta dai Goti (metà del VI secolo) e ricostruita dai Bizantini. Si trasferì a mezza costa del monte in una posizione più difendibile. Fu poi Longobarda e quindi entrò nella sfera del Papato grazie ai Franchi e fu ghibellina poi di nuovo sotto un vescovo. Nel medioevo si chiamava Agobbio. Nota nel mondo anche per aver ospitato a lungo S. Francesco (nei pressi vi fu il notissimo epidsodio del lupo). Conserva un intatto borgo medioevale fra cui spiccano il Palazzo Ducale (del XV sec), Palazzo Pretorio (del XIV sec e sede del Comune) antistante la piazza grande (coeva). Più in là si trova il Palazzo Del Capitano del Popolo (XIII sec) e il Palazzo del Bargello (inizio XIV sec). Molto belle anche le sue chiese: La Cattedrale del XIII sec ma più volte rimaneggiata, la Chiesa di S. Francesco (XIII sec) costruita nei pressi dove a lungo dimorò il santo più altre di cui non ricordo il nome ma che vale la pena visitare. La città è nota per le ceramiche e come città del tartufo umbro che ovviamente entra in molte sue ricette culinarie. Tra queste mi piace ricordare gli antipasti a base di salumi provenienti dalla non lontana Norcia (famosissima per gli insaccati anche di cinghiale tanto che a Roma i salumieri sono detti “norcini”); gli “strozzapreti” al tartufo (una specie di tagliatelle) e pappardelle alla lepre come primi; come secondi: l’agnello preparato in varie maniere, il fricco all’eugubina (gli abitanti di Gubbio sono detti eugubini) che è uno stufato di carni bianche, l’oca arrosto, il piccione (in varie maniere) e la porchetta; come dolci c’è l’imbarazzo della scelta, io mi ricordo la “rocciata” simile allo strudel che però non rammento se lo mangiai lì o a Spoleto. Per quanto riguarda i vini l’Umbria vanta fra i migliori rossi italiani: Il Sagrantino di Montefalco Docg (da uve sagrantino) sia secco che passito, il Torgiano Docg e come bianchi senz’altro l’Orvieto Superiore Doc e il Trasimeno Doc.

2 commenti:

Christomannos ha detto...

Gubbio l'ho vista tanti anni fa (circa 30) ma malgrado gli anni ho un bel ricordo.
Mi piacerebbe rifare un piccolo tour in quelle zone. Da novembre dovrei essere in pensione
quindi se ne avrò la possibilità economica un giretto me lo faccio
ciao
Ms

Il Centurione ha detto...

Beato te!Io fra rimandi posticioi e leggi del tubo ne ho ancora per 8 anni, se va bene, e se non buttano più in là la data e poi chissà quanto prenderò...