Gubbio e il teatro romano |
Il mio amico brasiliano Edulms mi
scrisse che voleva vedere anche Gubbio,
uno dei più bei posti dell’Umbria (forse insieme a Spoleto e Orvieto e da me
preferiti) e che ebbi la fortuna di visitare in tempi diversi. Tra l’altro
mangiai, più volte, benissimo in un ristorante del centro posto in un antico
edificio (il nome ovviamente non lo dico…). Come sempre un po’ di storia. Il
sito fu frequentato fin dal paleolitico (reperti sul monte sovrastante la
cittadina medioevale). Fu poi città degl’Umbri e quindi alleata di Roma e dopo municipium romanum col nome di Iguvium
Civitas.e si sviluppò nella pianura sottostante dove vi sono ancora dei resti
tra cui un interessante teatro (I sec a.C.), domus e altre strutture, tutte
visitabili. Distrutta dai Goti (metà del VI secolo) e ricostruita dai
Bizantini. Si trasferì a mezza costa del monte in una posizione più
difendibile. Fu poi Longobarda e quindi entrò nella sfera del Papato grazie ai
Franchi e fu ghibellina poi di nuovo sotto un vescovo. Nel medioevo si chiamava
Agobbio. Nota nel mondo anche per aver ospitato a lungo S. Francesco (nei pressi
vi fu il notissimo epidsodio del lupo). Conserva un intatto borgo medioevale
fra cui spiccano il Palazzo Ducale (del
XV sec), Palazzo Pretorio (del XIV
sec e sede del Comune) antistante la piazza
grande (coeva). Più in là si trova il Palazzo
Del Capitano del Popolo (XIII sec) e il Palazzo
del Bargello (inizio XIV sec). Molto belle anche le sue chiese: La Cattedrale del XIII sec ma più volte
rimaneggiata, la Chiesa di S. Francesco (XIII
sec) costruita nei pressi dove a
lungo dimorò il santo più altre di cui non ricordo il nome ma che vale la pena
visitare. La città è nota per le ceramiche e come città del tartufo umbro che ovviamente entra in molte sue ricette
culinarie. Tra queste mi piace ricordare gli antipasti a base di salumi
provenienti dalla non lontana Norcia (famosissima per gli insaccati anche di
cinghiale tanto che a Roma i salumieri sono detti “norcini”); gli
“strozzapreti” al tartufo (una specie di tagliatelle) e pappardelle alla lepre
come primi; come secondi: l’agnello preparato in varie maniere, il fricco
all’eugubina (gli abitanti di Gubbio sono detti eugubini) che è uno stufato di
carni bianche, l’oca arrosto, il piccione (in varie maniere) e la porchetta;
come dolci c’è l’imbarazzo della scelta, io mi ricordo la “rocciata” simile allo
strudel che però non rammento se lo mangiai lì o a Spoleto. Per quanto riguarda
i vini l’Umbria vanta fra i migliori rossi italiani: Il Sagrantino di
Montefalco Docg (da uve sagrantino) sia secco che passito, il Torgiano Docg e
come bianchi senz’altro l’Orvieto Superiore Doc e il Trasimeno Doc.
2 commenti:
Gubbio l'ho vista tanti anni fa (circa 30) ma malgrado gli anni ho un bel ricordo.
Mi piacerebbe rifare un piccolo tour in quelle zone. Da novembre dovrei essere in pensione
quindi se ne avrò la possibilità economica un giretto me lo faccio
ciao
Ms
Beato te!Io fra rimandi posticioi e leggi del tubo ne ho ancora per 8 anni, se va bene, e se non buttano più in là la data e poi chissà quanto prenderò...
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