Durante il mio periodo di
“latitanza” dal web mi sono anche recato in vari luoghi dove sono stato
ospitato talvolta da amici e parenti, talora ho trovato sistemazione in
alberghi e qualche volta presso affittacamere. Tutti erano dotati di televisore
e visto che i miei orari spesso avevano dei “vuoti”, non avendo a disposizione
altro per passare il tempo e finiti libri, quotidiani e riviste, ho acceso quel
“diabolico” elettrodomestico. Ho notato così che il livello qualitativo è
vieppiù diminuito raggiungendo soglie sconfortanti. Non mi capacito poi come
metà degli italiani siano rimasti incollati a quella becera manifestazione
canora che passa sotto il nome di Festival di Sanremo. Personalmente ho
resistito solo 30 secondi per
sera giusto quando saltavo da un canale all’altro alla ricerca di qualcosa di
decente (sempre che lo trovassi…). Il bello (anzi il brutto) è che quegli
artisti (!!!???) nei giorni succesivi sono divenuti come la gramigna nei vari
palinsesti. Brutta musica pop mal cantata dove più che le note potevano
l’aspetto e i vestiti del guitto-a di turno. A dire il vero l’unica rete che si
salvava è stata Rai 5 che trasmetteva musica classica e lirica e in ore
impossibili anche jazz, rock e prog (il che la dice lunga sui gusti imperanti).
Parliamo poi dei vari programmi dove degli idioti pontificano giudizi
arrampicati su improbabili gigantesche poltrone e il bello che i malcapitati di
turno si fanno dire di tutto e non reagiscono. Ci sono quindi cuochi come il
prezzemolo che straparlano di assurde ricette e discettano di ogni cosa
oltretutto con un ghigno patibolare. Non mancono anche i mezzibusti che sparano
cazzate e sono ignoranti come bestie e molti di loro, dati i cognomi, di certo
raccomandati. Ho altresì notato che la moda dell’inglese sta dilagando. Ho
sentito cianciare di stepchild adoption (invece della italiana adozione del
configlio) pronunciata da cani latranti che mentre lo dicevano sembravano delle
bestie balbuzienti. Profanare quindi l’italiano, il congiuntivo e financo il
condizionale. Per esempio, una nota giornalista tv, che si vantava di parlare
compiutamente l’inglese (con tutta evidenza assai meno bene la nostra lingua date
le innumerevoli doppie, se non triple, messe a sproposito nelle nostrane
parole), dopo aver pronunciato endorsement, target, report, timing, rumors, start
up e via discorrendo, annunciando una sua ospite, disse: vi presento
l’architetta… (!!!???) una che sta impegnata acca 24. Brava! E’
riuscita in 9 parole a dire tre bestialità! E sì che si è poi pure vantata di
aver da poco pubblicato un libro… Per favore qualcuno le dica che architetto
(da arco + tetto) è una cosa e architetta è una sciocchezza (cosa fa costruisce
gli archi e le tette di silicone?), che “sta” è un italiano quanto meno
discutibile e che acca non vuol dire nulla. Per fortuna ho saputo che in questa
mia battaglia anti esostismi non sono solo. Un ente assai più importante del
sottoscritto (L’Accademia della Crusca) si è scagliata più volte contro questa
“moda” idiota e supponente non per sciocche ideologie di superiorità e purezza
ma semplicemente per rendere i concetti fruibili a ciascun italiano senza che
il tapino debba conoscere per forza quella lingua foresta e aliena tanto più,
poi, che la Gran Bretagna è oggi con un piede e mezzo fuori dalla UE. Da parte
mia, visto che la moda anglofona è quasi sicuramente dovuta in primis ai
cosidetti “creativi”, quando leggo o sento di living piuttosto che
soggiorno o bundle invece di pacchetto omnicomprensivo mi riprometto di
non acqistare quel tale prodotto.