Cari esigui lettori, non ci
dobbiamo poi stupire se anche nello sport più amato qui in Italia: il calcio,
sia imperante la legge (non
scritta, ma la più rispettata) del cazzisuismo. Sembrerebbe un caso ma, senza volerlo e per mera fattualità, ecco che mi/ci tocca parlare di questa "legge".
Infatti
prendiamo come esempio il Doni Cristiano dell’Atalanta. Ormai ex talentuso
calciatore mezzala d’attacco con qualche comparsata in Nazionale, ormai
destinato comunque sul viale del tramonto. Bene, il tizio, diciamo “per
arrotondarsi” la pensione, non contento dei pingui emolumenti fin qui
incassati, ha pensato bene di impelagarsi nel nuovo Calcio Scommesse,
sbattendosene egregiamente della sua
squadra, dei tifosi e in definitiva di un’intera città. Il dio Denaro e i
fattacci suoi hanno prevalso su ogni remora (posto che ne avesse avute).
Del
resto non è che nel nostro Parlamento, ricco di faccendieri ed inquisiti, la
cosa sia poi diversa. Basta pensare al cosiddetto mercato delle vacche
da Scilipoti in su. Questi “onorevoli” incuranti dei propri elettori e a volte
(se non spesso) per qualche migliaia di euro, hanno pensato bene, novelli
uccelli migratori (nel senso dell’uccello padulo), di svolazzare da uno
schieramento ad un altro. Che dire poi dei vari ufficiali della Finanza, a
volte presi con le mani in mano, dei vari personaggi potenti o meno, pronti a
prostrasi alle mazzette e forti con i deboli ma deboli con i forti, oppure dei
palazzinari che hanno fatto, negli anni, scempio delle nostre città, periferie
e campagne.
Se nel
nostro piccolo siamo anche noi cazzisuisti, non ci dobbiamo poi lamentare
dell’andazzo che prende piede nel nostro paese. Infatti, ormai canuto, ho solo
un gran rimpianto: perché cazzo non sono andato via prima, quando l’età me lo
permetteva, da questo Paese?