Dopo
un lungo perigrinare per le tortuose strade dell’interno ove però ci si può
imbattere in pittoreschi paesini bianchi (vedi foto), in cui, se il tempo lo
concede, consiglierei di soffermarsi un po’ per respirare l’autentica aria cretese,
lontani come sono anni luce dagli albergoni (orribili!) della costa nord. Qui
in una taverna potete gustare la vera cucina locale a base di stufati di
pecora, coniglio e agnello, gli immancabili suvlaki (spiedini di carne mista),
le ottime verdure, l’originale formaggio Feta, la dolcissima uva moscato, lo
yogurt (nostrale) con il loro particolare miele e un passabile vino bianco. Sul
mare soggiornate, se potete (io feci solo un fly and drive), nelle molte
piccole locande che spesso vi offrono una cena di pesce (orate e polpi alla
griglia su tutti e anch l’immancambile suvlaki ittico però!). Qui, anche se non
avete tutti i confort degli innaturali villaggi vacanza (tipo l’aria
condizionata che però nonostante le temperature alte dato il clima secco spesso
non serve), e se siete appassionati di pesca (con la canna, in apnea o semplicemente
andando ad un fornitissimo mercato ittico locale) potete chiedere al gestore di
cucinarvi le “vostre prede”.
Ma
ritorniamo al “nostro percorso”... la prima cittadina che si incontra sul mar
Libico è Sfakia che
tra le cose interessanti ha un bel castello veneziano affaciantesi sugli scogli
della marina. Da lì la strada ridiventa interna e ci porta nella Pianura di
Messara e agli scavi archeologici (italiani) di Festos e della vicinissa
villa coeva di Agia Triada. Festos è un enorme edificio palazziale simile a Knossos e
a lui coevo ma con il fatto che lì non è intervenuta la mano cementificatrice
di Evans e così gli scavi sono molto più originali. Da notare che ben più di 1500
anni prima di Cristo i Minoici avevano già un sistema quasi moderno di tubature
per portar l’acqua e per far defluire le acque nere.