giovedì 4 ottobre 2012

Knossos




Su input dell’amico Quaterpass e del suo recente viaggio in quell’isola meravigliosa di Creta (la 5° più grande del Mediteraneo dopo: Sicilia, Sardegna, Corsica e Cipro), barriera naturale che divide l’Egeo dal mar Libico posta com’è lungo un parallelo (infatti da un capo all’altro misura più di 200 Km e larga nel punto max una sessantia). Nel III e II millennio avanti Cristo fu anche sede di una fiorente civiltà che nulla aveva a che invidiare con quella egizia; detta civiltà prese il nome dal mitico re Minosse e pertanto fu chiamata (dagli storici) Minoica. Essa un po’ misteriosamente decadde di colpo a partire dall’ XVII sec a.C.
Questo decadimento molti lo fanno coincidere con l’esplosione del vicino vulcano di Santorini (è verso Nord a qualche centinaio di km) e relativo enorme tsunami che sconvolse le coste occidentali più terremoti vari. Alcuni a questo periodo fanno coincidere pure il mitico “Esodo” ebraico dall’Egitto e relativo passaggio del Mar Rosso. Infatti prima di uno tsunami le acque tendono a ritirarsi di anche alcuni km per poi erompere con forza e probabilmente Mosè si trovava allora nella zona a Nord dell’odierno canale di Suez. La civiltà minoica constava di tante polis (piccoli staterelli) ognuna autonoma. Una delle principali se non la più estesa era quella di Knossos di cui oggi si possono ammirare gli scavi e che dista pochi km a sud del capoluogo dell’isola Iràklion (antica città consacrata ad Ercole = Hèracle). Fu scoperta dall’archeologo dilettante Evans nell’900, me che fece anche molti danni, uno fra tutti di rialzarne una parte in cemento armato (le colonne infatti non erano nè di marmo nè tanto meno di cemento) ma di legno di cipresso. Comunque il palazzo di Knossos, per l’enormità del numero delle sue stanze e per i tanti piani di cui era costituito, poteva allora sembrare al popolo un posto dove sperdersi (in quel tempo anche i ricchi abitavano al massimo in case con un piccolo spiazzo centrale e poche camere intorno). Se poi a questo aggiungiamo che il simbolo del palazzo era un’ascia bipenne (a due lame) detta “labrys” ecco il nome a noi pervenuto di Labirinto. In più, altro simbolo era il toro (nell’ampia arena centrale si tenevano delle tauromachie = combattimenti fra uomini e tori) ed ecco spiegato il mito del Minotauro. Dagli scavi susseguitesi negl’anni non solo lì ma anche in altri siti molti dei reperti sono visibili al bel museo archeologico di Iràklion, altri nel museo di Atene. Le foto qui riprodotte le scattai nell’estate del 1998 con una Canon AE1 e riguardano il megarion (stanza principale) del re, della regina (era infatti una cultura quasi matriarcale) di Knossos, alcuni scorci del sito, di un deposito di pithoi (enormi orci per la conserva alimentare) e degli oggetti di bronzo curiosamenti molto simili (vedi gli ami) a quelli odierni.

1 commento:

Christomannos ha detto...

Bene bene vedo che anche tu inizi a postare qualche foto dei tuoi viaggi. Molto bene. Ora speriamo di vederne altre.
ciao
Mario