martedì 5 agosto 2014

Rieccoci in USA


Premetto subito che il rock suonato da questi americani 6680 Lexington (che presumo sia la città d’origine) permeato com’è di rhythm & blues non è certo fra i miei preferiti. L’album uscito nel 1971 con lo stesso nome della band non è però tutto da buttare sebbene risulti, a mio giudizio, un po’ troppo commerciale e i nove brani non vanno mai oltre la canzonetta (a parte forse due). Insomma dei Doobie Brothers molto edulcorati. Da sentire, questo disco, come musica di sottofondo alle nostre faccende va benissimo.
Voto:   + + + …con qualche “sforzo”…
 PS: qualcuno potrebbe obiettare, nonostante la mia battaglia contro l’uso spesso inutile dell’inglese da parte di certa stampa, che io predichi bene ma razzoli male nei miei post musicali. Il fatto è che certi termini anglofili, limitatamente alla musica rock, sono molto più esaustivi di certe traduzioni. Faccio qualche esempio: sound tradurre con suono è di certo limitativo dato che con esso si intende un insieme di emozioni e peculiarità, oppure band con banda non è certo la stessa cosa per non parlare di lp (lungo suono? Certo che no!). Del resto nella musica classica si usa l’italiano con termini come allegro, con moto e via dicendo. Basta però non esagerare…

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