giovedì 30 gennaio 2014

Piccola storia sull'elmo (seconda parte)


Elmo Gallico-imperiale. Ritrovamento archeologico

Elmo Gallico-imperiale con i rinforzi. Ricostruzione

Elmo Gallico-imperiale da centurione. Ric.

Elmo Gallico-imperiale da tribuno. Ric.

Elmo Intercisa. Ric

Elmo Intercisa da Ufficiale
Elmo di Berkasovo. Ritrovamento archeologico
Elmo di Spangenhelm. Ritrovamento archeologico
Elmo Normanno. Ricostruzione
Elmo Crociato. Ricostruzione
Elmo con Celata
Elmo tipo spagnolo
Elmo inglese I Guerra Mondiale

Da quanto avete letto nei precedenti post sia sulle armature che sugl’elmi appare del tutto evidente che far apparire (purtroppo in molti film) un legionario romano con una lorica segmentata e relativo elmo imperiale magari mentre combatte una guerra punica è del tutto una bestialità storica.
Ma torniamo ai copricapi militari. Dalla nascita dell’Impero Romano (I sec a.C) anche per i continui contatti avuti con i Galli (che all’inizio in fatto di armature, spade ed elmi erano di molto superiori ai Romani, ad essi mancavano solo la preparazione bellica e capaci generali) si impose in tutto l’impero l’uso del cosidetto elmo Gallico-Imperiale. La sua costruzione (in ferro, foderato all’interno di cuoio) fu standarizzata in tutte le officine del vasto impero (ovviamente con le inevitabili differenze); esso presentava un pronunciato paranuca, ampi paragnati incernierati e un rinforzo frontale e gronda intorno alle orecchie. Il coppo fu ulteriormente rinforzato sotto Traiano per resistere ai colpi delle spade curve dei Daci (che potevano oltrepassare dall’alto lo scudo), facendo così sparire l’anello superiore; detto anello poteva essere utile al legionario per agganciare l’elmo allo zaino. Il gallico-imperiale fu per secoli (fino al III d.C) in uso anche per i graduati e gli ufficiali. L’unica differenza era la presenza di una cresta: trasversale per i centurioni, longitudinale per gli ufficiali, longitudinale ma con due penne ai lati per gli opti (sottoufficiali), coperto da una pelle di leone per i vessilliveri ecc. Così per oltre 300 anni la fanteria pesante romana era molto ben protetta e solo con agguati singoli (leggi Selva di Teotoburgo e le legioni di Varo) potevano sconfiggerla ed arrecare danni ai soldati. Verso la fine del III sec però causa sia di un impoverimento dell’erario che di una caspicua entrata di barbari nelle schiere romane si perse l’uso sia di quest’elmo che della lorica segmentata. Apparvero pertanto, sopratutto a partire dal IV sec, sia copricapi barbari (a cono con paranaso) che gli elmi detti Intercisa (di ispirazione sasanide, cioè persiana) più facili da costruire e meno dispendiosi anche se inferiori al suo precedente. A fianco di questo, specie per gli ufficiali o generali (in alcuni casi anche impreziosito da gioielli) vi fu quello di Berkasovo e una sua variante più leggera (senza gronda per la nuca ma con il paranaso) il Spangenhelm per la cavalleria che ricordiamo essere in pratica una fanteria a cavallo. Dopo il crollo dell’Impero Romano d’Occidente (in quello d’Oriente o Bizantino per altri secoli furono usati sempre gli elmi Attico-romani per gli ufficiali e guardie dell’imperatore e gli ultimi sopra descritti per la truppa) i barbari adottarono ciascuno il suo ma tutti assomigliavano a quello romano di Berkasovo. La leggenda che fossero tutti ornati di corna ai lati è e rimane pura leggenda.
Con un grande salto temporale arriviamo all’anno mille e all’elmo Normanno (o vichingo) che veniva indossato sopra la cuffia di maglia di ferro e presentava forma conica e vistoso paranaso. Esso fu adottato in Europa con poche varianti fino al XIII sec quando sia grazie alle staffe che ad una sella idonea la cavalleria pesante divenne un’arma micidiale; pertanto si sentì il bisogno di proteggere integralmente il viso e così fece la sua comparsa l’elmo detto dei Crociati. Più tardi e solo nel XV sec esso fu modificato mettendo una Celata (baviera e visiera mobili). Dal fatto di alzare quest’ultima per salutare (e per farsi riconoscere) deriva il tipico saluto militare dei nostri giorni. Quindi vedere nella saga di re Artù (probabilmente databile intorno al V/VI sec d.C) cavallieri corazzati di armatura rigida (con giunture) e Celata combattere in tornei a cavallo (con le staffe) è un’altra bestialità cinematografica. Con l’avvento delle armi da fuoco la funzione dell’elmo cambiò (un esempio quello detto Spagnolo) ed essa fu quella sopratutto di proteggere il soldato da eventuali schegge o frammenti che sarebbero volati in una battaglia campale oltre che dai fendenti di spada che era ancora in uso. Esso doveva lasciare il viso scoperto affinchè il soldato potesse utilizzare con efficacia le prime armi da fuoco. Nei secoli successivi XVIII, XIX sec), almeno fino al ‘900, esso in pratica scomparve. Per esempio durante le guerre napoleoniche solo pochi reparti lo avevano e per lo più essi erano nella cavalleria e la funzione dell'elmo era in pratica solo di abbellimento; del resto i pesanti tricorni che le truppe indossavano svolgevano abbastanza efficacemente la funzione protettiva almeno per le armi da fuoco di quel tempo. Esso rientrò invece prepotentemente in uso con la I Guerra Mondiale ed è, con le sue moderne varianti, usato ancora oggi.

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