lunedì 16 gennaio 2012

Dischi progressivi

Ritorniamo a parlare di prog o se preferite di progressive music. In questo post non voglio addentrarmi nel gusto soggettivo, Insomma cose del genere: mi piace quell’album piuttosto che questo... amo quel gruppo invece di quella band... ecc... ecc; Vorrei invece soffermarmi su quei dischi (e di conseguenza artisti) che sono stati la base, il modello ispiratore per innumerevoli altri musicisti negl’anni e nei decenni a seguire. Ovviamente non è detto che un album importante debba per forza essere quallo che mi piace di più.
Il primo (che mi viene in mente sia chiaro!) è Ummagumma dei Pink Floyd (specie la parte in studio). Se non ci fosse stato questo (ma anche Atom Heart Mother e Meddle) probabilmente tutto il movimento progressivo d’avanguardia tedesco (che io amo moltissimo) sarebbe stato nettamente meno evidente e forse con molta meno ispirazione. Selling England by the Pound dei Genesis ha avuto per anni e forse per decenni uno stuolo di imitatori più o meno bravi. Insomma esso è l’album prog per eccellenza così come lo è Fragile degli Yes. Di entrambi ne preferisco alri ma come ho sopra detto non è il caso oggi di fare classifiche. Riguardo al prog sinfonico di certo Ars Longa vita Brevis dei The Nice e poi più Tarkus che il primo degli ELP. Se ricordo bene è passato un periodo in cui innumerevoli band, specie degli USA, tentarono di scimiottare quel super gruppo, cosa che anche in Italia fecero Le Orme. Ad entrambe le band per essere però complete mancava la chitarra e se rammento bene l’idea di Emerson, per esempio, fu quella di chiedere a famosi chitarristi di unirsi alla band (Hendrix, e poi per ovvi motivi, “slow hand” Eric Clapton mentre Ginger Baker, drums, rifiutò e quindi presero la seconda scelta Palmer). Molta impressione fece pure il lavoro dei Jethro Tull: Stand Up (con l’arcinota “buree”) che di certo ispirò anche la nostrana PFM. A mani basse poi, molti musiciti presero da In the Court of Crimson King, Lizar e Islands dei King Crimson e più tardi da Starless & Bible Black piuttosto che Larks Tongue in Aspic. Poche però furono le ispirazioni che diedero, per esempio, splendidi lavori come Valentyne Suite dei Colosseum e 666 degli Aphrodite’s Child (chissà perché?), mentre un lavoro tuttosommato banale come Tubular Bells di M. Oldfield fu una fonte quasi inesauribile di imtatori (lui per primo nei successivi album). Discorso a parte per i dischi dei Gong e dei musicisti di Canterbury e “nipoti” di R. Wyatt. Essi furono di certo originalissimi ma la loro ispirazione  non fu (anche qui chissà perché) così estesa come avrebbe dovuto essere.

1 commento:

edulms ha detto...

Bravo, bel post!
Anch'io penso che quando si parla di progressivo si devi capire per prima cosa la sua radici. Quando penso sul questo di subito mi vieni in testa proprio questi dischi che hai perfettamente fatto riferimento. Sono stati la base per quello era fatto dopo; peccato davvero per quanto riguarda Valentine Suite e tutto il Canterbury Sound che sono stati stupendi e non molti hanno avuto voglia o capacità per digustarli. Forse molta idee in un periodo corto dalla fine 60 all'inizio 70; a volte immagino un collezionista in un magazino a Londra nel 72 o 73: cose comprare ? Capire tutto ? Difficilissimo.