domenica 29 maggio 2016

Pro Recco, Nibali e altro...

Recco e Pro Recco in festa
La Pro Recco in azione
Nibali vincitore del Giro d'Italia

Che dire… sono contento… in primis per lo scudetto nella pallanuoto della Pro Recco la più forte e titolata squadra italiana in quello sport che tra l’altro mi vide, in gioventù, appassionato praticante. Dopo esulto per la vittoria al giro d’Italia di Vincenzo Nibali un autentico campione come erano anni che non se ne vadevano in “giro” forse dai tempi del mitico Pantani. A margine sono pure felice per il rimpatrio del nostro fuciliere di marina trattenuto per anni in India. L’unica nota dolente in questi giorni i tanti e troppi morti causati dal naufragio dei barconi.

3 commenti:

Christomannos ha detto...

Secondo te con una politica più seria da parte non solo dell'Italia ma di tutta l'Europa (visto che il problema non è solo Italiano) non si potrebbero evitare tutti questi morti non permettendo più la partenza dei barconi ? Un accordo serio con la Libia, la Siria e quant'altro. Secondo me stiamo sovvenzionando la malavita di quei paesi
Mah rimango basito che non si faccia nulla per fermare tutto questo.
E poi tanto per fare un po di sana polemica, secondo me almeno la metà di quelle persone che sono sui barconi non scappano dalla guerra.
ciao
Ms

Christomannos ha detto...

Ah dimenticavo: anch'io sono contento per Nibali, Grande!!!
ciao

Il Centurione ha detto...

Fermarli in Libia è un problema. O ci si va con una nave militare e si rimorchiano a terra i barconi, fatte sbarcare le persone e poi distrutti, ma questo comporta una dichiarazione di guerra o se no non so come se ne esce. Quanto a quelli che partono dall'Egitto o Tunisia non dovrebbero esserci problemi nel rispedirli al mittente visto i buoni rapporti che abbiamo con quelle nazioni (a parte il caso Reggeni, che sia una rivalsa da parte del Cairo?). Quanto alla distinzione di lana caprina se sono migranti economici o profughi lascia il tempo che trova. L'Italia e l'Europa per anni e decenni ha favorito l'immigrazione perché faceva comodo alle sue aziende avere braccia da lavoro a poco costo ed ora si pagano le conseguenze di questa pubblicità. Non penso che uno si metta per mare rischiando la sua pelle e quella dei suoi cari per venire qui solo a rompere le palle. Saranno anni di questi problemi almeno finchè non si decide (ONU, USA, UE e Italia) di creare pace e lavoro vero in Africa.