giovedì 11 giugno 2015

Franciacorta Rosè Docg



Ora è la volta di parlarvi del Franciacorta Rosè Docg ma prima credo sia meglio fare una premessa sui “rosè in linea generale. Essi non derivano da un miscuglio di vino bianco e rosso (tranne rari casi: gli assemblaggi) ma da una particolare tecnica che da uve a bacca nera dà un vino con quelle caratteristiche. Infatti responsabili del colore del vino sono gli antociani, sostanze presenti principalmente nelle bucce degli acini e in parte nel raspo. Se in sede di piagiatura si eliminano immediatamente questi da uve a bacca nera si hanno vini bianchi (e senza tannino) ma che mantengono alcune cartteristiche organolettiche dei vitigni di provenienza. Se invece si lasciano queste a contatto con il mosto per un breve lasso di tempo il vino risultante sarà un rosè con pochi ma significativi tannini. Va detto che i tannini (che danno quella sensazione astringente e metallica) possono derivare anche dai legni delle botti (se queste sono in quel materiale, ovvio) e tutti si evolvono con l’invecchiare del vino che acquista in morbidezza.. Tornando al Franciacorta Rosè Docg esso, come gli altri Franciacorta, è uno spumante prodotto col metodo classico.. Può derivare dall’assemblaggio di vino bianco (Chardonnay e Pinot Bianco, questo max al 50%) e Pinot Nero (vinificato in rosato, vedi sopra) oppure (ed è quello che preferisco) dal solo Pinot Nero vinificato in rosato. Ha anch’esso delle sottotipologie a seconda dei mesi in cui “matura” sui lieviti in bottiglia prima di essere commercializzato: Rosè (normale) due anni, Millesimato: due anni e mezzo e Riserva: cinque anni. Il Rosè (normale) può essere da demi-sec fino a dosaggio zero, il Millesimato da extra-dry fino a dosaggio zero e la Riserva da brut fino a dosaggio zero (per questi significati vi rimando a qualche post fa sugli spumanti). Tutti hanno un bel perlage evidente con piccole e continue bollicine. Colore di un bel rosa intenso che si carica di più nel Millesimato e che nella Riserva può avere riflessi ramati. Profumi ampi ed eleganti, con sentori di lieviti e i tipici (specie se vinificato in purezza) aromi del Pinot Nero (rosa e violetta, fruttato con sentori di ciliegia e fragola), nella Riserva, in particolare, questi si accentuano. Ha sapore sapido, fine ed elegante, leggermente tannico, ottima acidità, intenso e persistente (così come al naso), giusto di corpo. Anche il Rosè va servito a temperature intorno agli 11 gradi. Gli abbinamenti che consiglio dicono che per la Riserva sono indicati piatti di carni bianche anche elaborati con abbondante presenza di sugo e se piace la polenta. Il Millesimato è ottimo con uova al tegamino al tartufo, funghi  trifolati, carpaccio e salumi a pasta grassa e lo speck. Il Rosè (normale) come aperitivo, con formaggi a pasta grassa e nella versione demi-sec con dolci tipo il buccellato magari con una infarcitura di marmellata di fragole. Prosit!

1 commento:

Christomannos ha detto...

Un bel Rosè fresco e frizzante per me è il massimo a tavola :-)

ciao
Ms