venerdì 18 luglio 2008

Albintimilium (Ventimiglia)

Ai tempi dell'antica Roma le principali città dell'odierna Liguria erano (a cominciare da Sud): Luni, lungo l'Emilia Scauri alla foce del Magra, importante porto dove venivano caricati i marmi che oggi chiamiamo "di Carrara" e dove iniziava l'Aurelia ligure (vedi post relativo); Genua (Genova), sede della flotta romana del nord Tirreno, in cui il famoso Agrippa vi costruì un palazzo ora sotto la chiesa di S.Maria delle Grazie al porto vecchio; Vado Sabatia (Vado) dove confluivano la vecchia Emilia Scauri, la prosecuzione lungo la costa ligure dell'Aurelia (come strada secondaria) ed iniziava la Julia Augusta verso la Gallia Narbonense, nonchè importante porto mercantile; Albintimilium (Ventimiglia) di cui oggi vi parlo. Prima nota come Albium Intemelium, fu, unitamente ad Albenga (Albium Ingaunum), una delle più importanti sedi primitive dei Liguri: «città degli Intemelii», come dice il suo stesso nome. Sorta in epoca remota e sviluppatasi come centro marittimo ed agricolo nei secoli anteriori a Roma, fu dapprima un baluardo dell’indipendenza ligure di fronte ai Greci di Marsiglia, che avevano colonizzato la costa provenzale sino a Monaco; in stretta unione con gli Ingauni di Albenga si alleò forse con Cartagine durante la seconda guerra punica, poi, dopo un periodo di ostilità con Roma, entrò nel 180 a.C. nell’orbita romana ed ne accettò le sue leggi. In epoca imprecisata, probabilmente nell’89 a.C. i Liguri Intemelii conseguirono il diritto latino e costituirono un municipium, che fu uno dei cardini della romanizzazione dell’antica Liguria. Nell’anno 49 a. C. tale ordinamento acquistò carattere definitivo, con la concessione della cittadinanza romana per opera di Giulio Cesare: Albium Intemelium (il nome si contrasse in Albintimilium a partire dall’età di Augusto) fu nell’organizzazione augustea l’ultima città considerata amministrativamente italica ("città assai grande" la definisce Strabone).
La città fiorì, arricchendosi di monumenti (vedi sopra la mappa), sino al V sec d.C., quando, conseguente ad una o più azioni distruttrici, dovute alle invasioni barbariche o alle agitate vicissitudini dei tempi, la città decadde rapidamente anche dal punto di vista civile ed economico, mentre la popolazione cercava rifugi più sicuri nelle valli e sulle alture circostanti. Ma la tradizione cittadina tuttavia non si estinse, e Ventimiglia, mutando il suo nome in Vintimilium, accolse una delle prime sedi vescovili della Liguria, che conservò la giurisdizione territoriale del municipium romano. Nel VI secolo fu un castrum, caposaldo della difesa del limes bizantino contro i Longobardi, e potè resistere fino al 641, anno della conquista di Rotari. Divenne libero comune nel medioevo fino a quando (nel 1261) cadde sotto il dominio di Genova. Fra i suoi illustri cittadini ai tempi di Roma ricordiamo M.Emilio Basso (II sec.d.C.) governatore della Giudea e G. Giulio Agricola (I sec d.C) conquistatore della Britannia. La città era molto estesa tant'è che le case arrivavano fino a Villa Matutiae (l'odierna Sanremo) ad est ed a Mentone verso ovest, sfruttando il percorso della via Julia Augusta realizzata da Ottaviano Augusto che costituiva il decumano massimo. Dell'epoca romana sono rimasti un importante teatro (vedi foto in basso: teatro mura e vallo), resti di abitazioni e terme; dell'epoca tardo medioevale: la Cattedrale (foto in alto) edificata su un tempio di Giunone e la chiesa di S. Michele (sempre foto in alto).