A questo punto credo sia necessario fare un po' di chiarezza riguardo alle guardie presenti nell'Urbe ai tempi dei Cesari. Per una migliore comprensione, a noi italiani, può essere utile il raffronto con le moderne (e pletoriche) "forze dell'ordine" presenti sul nostro territorio. Quindi possiamo equiparare i Pretoriani (di cui vi avevo parlato nel post di ieri) ai moderni Carabinieri; infatti come questi erano una elite dell'esercito romano che giurava fedeltà all'imperatore, gli faceva da scorta (vedi oggi i Corazzieri per il Presidente della Repubblica) ed intervenivano a tutela dell'ordine pubblico; in più svolgevano anche compiti oggi attribuiti alla Guardia di Finanza, cioè di repressione delle frodi finanziarie e riscossione dei tributi nonché di Guardie Ecologiche, in quanto sovraintendevano agli spostamenti degli animali per i circhi. Il ruolo di Polizia era invece svolto nelle varie città dell'Impero dalle Cohorti Urbanae (in alto una statuetta raffigurante un milite); nate a Roma per volere di Augusto, si estesero poi anche in altre città importanti, ma al contrario dei Pretoriani giuravano fedeltà al Senato. La vita di caserma era molto simile a quella dei pretoriani, con cui condivisero l'accampamento fino al 270 d.C., esercitazione a parte, e servizi vari, i soldati delle coorti urbane potevano svagarsi alle terme o nell'arena come qualunque altro cives. Per il resto organizzazione interna, comandi, ed equipaggiamento, era del tutto simile alla guardia pretoriana. Inizialmente furono create tre coorti di 500 uomini ciascuna. La consistenza numerica rimase quasi sempre invariata, tranne il breve periodo di Vitellio che ne portò gli effettivi a 1000 uomini per coorte, fino a Settimio Severo, il quale lo fissò a 1500 uomini. Al contrario dei pretoriani non furono soppresse nel 312 ma si trasformarono in un corpo civile. Erano sotto il comando del prefetto dell'Urbe (Praefectus Urbi), una persona appunto di rango senatoriale. Ogni coorte era comandata da un tribuno e da sei centurioni. La provenienza etnica di queste coorti costituisce un fatto unico, infatti per tutta la durata della loro esistenza saranno costituite per la quasi totalità (85-88 %) da soldati di origine Italica. Spesso costituirono, nel tardo impero, una valida forza a difesa delle città e del territorio. Nel IV sec d.C. persero i loro connotati di milizia armata e rimasero solo una forza di Polizia. Sotto ricostruzione grafica di una Guardia Urbana.
I Vigiles Urbani, invece erano un corpo semi-militare (anch'esso costituito da Augusto) che svolgeva le mansioni degli odierni Metronotte (insomma una polizia notturna) e quelle dei Vigili del Fuoco. Di giorno andavano in giro per Roma a reprimere i principi d'incendio ed a sorvegliare che tutti applicassero la legge su come doveva essere tenuto un fuoco. Di notte facevano le ronde per le vie di Roma a tutela dell'ordine pubblico. In caso d'incendio intervenivano prontamente con carri e pompe (l'acqua la prendevano dalle varie fontane e ninfei). Tra i vigilum vi erano particolari mansioni specialistiche tra cui l’addetto alla pompa antincendio il Siphonarius aiutato dall’Aquarius, l’incaricato alle stoffe imbevute di materiali ignifughi (Centonae), l’Uncinarius e il Falciarius muniti di rampini e falci per la demolizione e lo sgombero di materiali già intaccati dalle fiamme, senza dimenticare quattro medici per ogni coorte. Erano strutturati su sette coorti probabilmente milliarie sin dalle origini, una ogni due regiones in cui era divisa la capitale (che allora contava più di 1,5 milioni di abitanti), mantenendo ogni coorte un comando (statio) in una regione, e un posto di guardia (excubitorium) nell’altra. Comandate da un funzionario imperiale di rango equestre (Praefectum Vigilum), le cohortes vigilum avevano i tribuni di coorte e i centurioni (7 per coorte) provenienti dall’esercito, mentre i militi semplici erano essenzialmente liberti (ex-schiavi), che ottenevano la cittadinanza romana dopo 6 anni di servizio sotto Tiberio, e in seguito dopo 3 anni.
Le divise delle Cohorti Urbane ed il loro armamento assomigliava a quello delle Guardie Pretoriane (vedere post scorso) ; il colore dominante era il rosso invece che il blu. Va qui ricordato che a Roma era espressamente vietato ai legionari (quindi ai militari propriamente detti) di aggirarsi per l'Urbe armati. I Vigiles avevano elmi (di pelle) e a volte cotte di cuoio (più adatti al fuoco) e durante le ronde notturne avevano manganelli e corte spade. Il colore delle loro tuniche era il giallo. Sotto nell'ordine: ruderi di una caserma dei Vigiles, bassorilievo di epoca romana posto come insegna in una loro caserma (si riconoscono gli "attrezzi del mestiere"), esempio di lorica in cuoio forse più adatta ad un centurione o ad un tribuno.
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