Continuando a parlarvi della Legione Romana (e dei suoi legionari) quest'oggi voglio soffermarmi sulla sua involuzione avvenuta a partire dalla fine del III sec d.C. Per far questo però è prima necessario un salto indietro nel tempo. Fin dai tempi di Cesare la Legione era una formidabile arma costituita da eccellenti ed addestratissimi soldati, praticamente invincibile in uno scontro frontale. (Le tre legioni di Varo annientate dai Germani nella Selva di Teotoburgo (IX d.C), lo furono solo grazie a tradimenti ed a una imboscata nel fitto della foresta.) Dotata di strategie (alcune ancora oggi applicate dalla Polizia Anti-sommossa), armi ed armature all'avanguardia (per quei tempi), nonchè da capaci ufficiali e sottoufficiali. Per darsi un'idea delle sue capacità belliche, può essere utile rivedere la famosa battaglia, ben realizzata, nel film "Il Gladiatore". Lo schieramento, con poche differenze nei secoli prevedeva questa disposizione (vedi schema sopra):
Dove la coorte (500 uomini= 5 centurie) è gialla , il manipolo (2 centurie) verde scuro, la centuria arancione; la "prima coorte" (quella di 1000 uomini) grigia; ai lati la cavalleria (azzurro) composta dalle "turmae"(ogni turma ,oggi diremo squadrone, era formata da 15 cavalieri circa comandate da 3 decurionis), ognuna qui di colore verde in numero di circa 10 per legione. Dietro vi era l'artiglieria ausiliaria composta dai vari tipi di armi da lancio.
Qualche trasformazione nella tattica e nell'armamento la si ebbe anche a partire dal II sec d.C.; ma essa era dettata dalla necessità di adeguarsi ai climi rigidi del Nord Europa e dal dover svolgere compiti di sorveglianza dei confini. (a lato esempio di soldato romano sul Vallo di Adriano, nord Inghilterra fine II sec d.C.).
Ma a partire dalla fine del III sec d.C. l'Impero Romano stava attraversando forti crisi economiche ed era soggetto a ripetuti sconfinamenti di predoni barbari. Così Diocleziano (285-301 d.C), tagliò i finanziamenti all'esercito e lo riorganizzò con ampi inserimenti di soldati barbari. Sparì così la Lorica Segmentata (troppo costosa) in favore della meno pratica e robusta ma più economica Lorica Hamata (quella ad anelli metallici, per altro mai scomparsa), che poi rimase in uso fino a tutto il medioevo. Anche gli elmi assomigliarono sempre più a quelli conici dei barbari e gli scudi diventarono tondi ed in legno massiccio; via il gladio a favore di una lunga spada e via anche il pilum sostituito da una lancia. La legione, da fanteria a piedi, si trasformò in cavalleria di pronto intervento costituita da legionari che all'occorenza potevano combattere anche a piedi. Infatti, secondo Diocleziano (e poi anche Costantino), le legioni pur aumentate di numero (ma meno attrezzate ed addestrate) si dovevano dividire in due tipi: Limitanea (cioè che stava nei pressi del confine), e che aveva il compito di sorvegliare i confini e rallentare l'avanzata dei Barbari, mentre la seconda detta Comitata (più pesantemente armata e meglio addestrata) stava nelle retrovie (di solito acquartierata vicino a grosse città), pronta a fermare eventuali orde riuscite ad oltrepassare il Limes (il confine dell'Impero); ed ecco quindi l'esigenza della cavalleria come forza di pronto intervento. Dato poi che sempre più Barbari (oggi diremo extra-imperii) ingrossavano le file dell'esercito romano i generali cercarono di adattare gradualmente il modo di combattere di questi, basato su rapide scorrerie e disordinati attacchi in massa di fanteria, con la vecchia disciplina del manipolo romano ed al combattimento di corpo piuttosto che a quello individuale. Tutto ciò poi continuò con l'Impero Romano d'Oriente. Sotto alcuni esempi di legionari del tardo impero.
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