Mutuando la tecnica di costruzione etrusca e rielaborandola con soluzioni avveniristiche (per quei tempi) i Romani idearono un sistema viario che abbracciava tutto l'impero e che aveva il suo fulcro in Roma. Le strade (dal latino "stratum" = strato, in quanto le principali erano costituite da strati sovrapposti di pietre, calcestruzzo, ghiaia e sabbia) furono una delle più grandi ed importanti realizzazioni di quel popolo. Le più importanti erano le "vie consolari", costruite per volere dei consoli in carica e realizzate dall'esercito; esse si dipartivano da Roma (vedi mappa in alto) ed erano larghe circa 2,50m (un po' di più in curva), quelle ad alta percorribilità anche 4,20m. Per superare gli ostacoli naturali furono costruiti ponti (in legno o muratura), insomma i novelli viadotti, gallerie, strade rialzate in presenza di acquitrinii, sbancamenti. Dette vie avevano a partire dal 250 a.C. le "pietre miliari" che indicavano la distanza (in miglia, termine latino derivante da "milia passum" = mille passi circa 1500m) da una città all'altra, erano alte 1,50m e poste ovviamente ad ogni miglio, così le pietre miliari permettevano di conoscere esattamente i luoghi e le loro distanze (foto a lato). Lungo queste strade vi erano pure delle stazioni di servizio ogni 12/18 miglia: le "mansiones" alberghi riservati ai dipendenti dello stato ed a fianco le "cauponae" e le "tabernae" per i viandanti comuni, dove ci si poteva rifocillare e pernottare. Per gli animali vi erano le "mutationes", dove si potevano ripare i carri, cambiare i cavalli e foraggiare le bestie. Spesso a fianco di queste costruzioni vi era un piccolo presidio militare, utile per mantenere in ordine le vie e dare protezione ai viandanti. Ad usufruire delle strade e delle stazioni vi erano poi i corrieri a cavallo pubblici, che ben 1700 anni prima dei Pony Express americani, fornivano un celere servizio postale affiancati spesso da una posta privata fatta dai "tabellari" un'organizzazione di schiavi che consegnavano la posta con tariffe prestabilite. Il sistema viario non era costituito solo dalle principali strade, infatti esse erano spesso intersecate da altre secondarie dette "vie rusticae" (che potevano essere pavimentate, con ghiaia o no), quelle minori erano dette "vie terrenae", solo sterrate. Quelle presso le città (e dentro) erano dette "viae vicinales" e la loro manutenzione spettava alle città stesse. Alcune strade consolari fanno ancora da base dei moderni tracciati viari: l'Appia, l'Aurelia, la Flaminia, la Praenestina, la Salaria, la Cassia, l'Emilia, per esempio.
mercoledì 18 giugno 2008
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