lunedì 9 giugno 2008

L'Anfiteatro

Prima che il "Grande Zot" ( o l'ira di Juppiter Maximus, se così vi piace...) colpisse il mio PC vi avevo parlato dei Gladiatori e dei Bestiari, ambedue combattenti (il più delle volte a pagamento) negli antichi anfiteatri romani. Oggi giorno, sparsi per l'Europa e l'Africa, ne sono rimasti in piedi alcuni maestosi; in Italia a Capua, Pozzuoli e Verona; in Europa a Nimes e Arles; in Africa in Tunisia a El Jem; altri grandi come a Pompei, a Libarna in Piemonte, a Siracusa ed a Treviri in Germania; alcuni più modesti come a Luni (in Liguria); altri ancora che dovevano essere magnifici data l'importanza delle città, sono andati perduti (a Torino, a Milano, a Ravenna); ma il più maestoso, famoso ed importante è senza dubbio l'Anfiteatro Flavio (foto in alto), voluto dal'imperatore romano Vespasiano nel 1° sec d.C. e conosciuto come Il Colosseo di Roma (data la vicinanza di un'enorme statua, antecedente, in bronzo, di cui rimane ancora oggi il piedistallo, di Nerone). Esso fu costruito sopra il lago (prosciugandolo) della Domus Aurea voluta da Nerone, abbattuta e sepolta causa "damnatio memoriae", di cui l'ultimo imperatore della Gens Julia fu colpito. Poteva contenere seduti più di 50.000 mila spettatori paganti (un asse o poco più... circa 60 centesimi di oggi), a volte fino ad 85.000. In venti minuti era garantito il suo deflusso; i posti erano numerati e si accedeva attraverso antichi tornelli (alcuni visibili ancora oggi), le biglietterie erano nel Foro. Le file più in basso erano riservate ai magistrati, al palco imperiale ed ai senatori, quelle intermedie all'ordine degli equestri, poi ai cittadini romani, infine quelle più in alto agli schiavi, alle donne ed ai liberti. L'anfiteatro, così come i moderni stadi di football che a lui assomigliano tantissimo, era anche un centro commerciale, infatti al suo interno vi erano negozi di souvenir, banchi gastronomici, osterie, botteghe in genere, fontane e toilette pubbliche; va ricordato che non mancavano le prostitute (ed i prostituti) che esercitavano l'antico mestiere sotto gli archi delle volte, archi che si chiamano ancora oggi fornici e da cui deriva il termine italiano "fornicare". Detto Colosseo fu inaugurato da Tito nell' 80 d.C. e fu terminato sotto Domiziano a cui si deve la realizzazione dei sotterranei e l'ultimo anello. Nell'ipogeo, ancora oggi visibile, si trovavano le stanze in cui si "scaldavano" i gladiatori ed i bestiari prima di uscire su nell'arena (così chiamata perché costituita da sabbia per assorbire il sangue), le gabbie delle bestie, le prigioni dei condannati a morte, le scene in cui poi si svolgevano i combattimenti. Appositi ascensori introducevano nell'arena i vari personaggi per il macabro (per noi) spettacolo. Sull'ultimo anello particolari tendoni, manovrati dai marinai militari della flotta, garantivano la copertura dalla pioggia e dal sole. Non tutti gli anfiteatri erano dotati di ipogeo, solo quelli più grandi ed importanti; i meglio conservati si possono ammirare in quello di Pozzuoli vicino a Napoli. Infine ricordiamo che i gladiatori non vivevano negli anfiteatri bensì in appositi e confortevoli alloggiamenti, di solito costruiti vicino; a Roma infatti si conservano nei pressi del Colosseo i ruderi di detti locali detti Ludus Magnus (foto a lato) all'epoca dotati di palestra, arena per gli allenamenti e piccolo palco (per circa 3000 persone) da cui potevano così assistere ad essi, un po' come si fa oggi per le squadre di calcio. Sotto foto di quelli di Nimes, Arles, El Jem.

2 commenti:

salam ha detto...

Ben ritornato, e mannaggia a sti fulmini che combinano solo disastri.
ciao
Ms

Il Centurione ha detto...

Grazie amico!