martedì 4 marzo 2008

Portovenere e Chiesa di S. Pietro

Nell'ultimo post sui "Luoghi Interessanti" riguardanti le Cinqueterre mi è stato chiesto maggiori foto ed informazioni su Portovenere e relativa Chiesa di S.Pietro a picco sul mare (ricordo però che Portovenere non fa parte delle Cinqueterre). Bene oggi li accontento iniziando con un brano: "A quelli che giungono dal mare appare nel lido il porto di Venere e qui - nei colli che ammanta l'ulivo è fama che anche Minerva scordasse per tanta dolcezza Atene - sua patria...".
Con questi versi Petrarca, nel 1338, celebrava Portovenere, ancor oggi considerato "il miracolo panoramico" del golfo della Spezia. Voglio qui ricordare che il pittoresco paesino insieme con le vicine tre isole Palmaria (1,6kmq e con l'insolito isolotto Torre Scola), Tino (0,13kmq) e Tinetto (in pratica un grosso scolglio) sono dal 1997 Patrimonio dell'Umanità dell' UNESCO. Geograficamente parlando Portovenere è sulla punta ad ovest del golfo di La Spezia, l'altra punta a est è Lerici distante in linea d'aria circa 8km. Le origini più antiche del borgo vengono fatte risalire sino al VI secolo a.C., le prime datazioni storiche di Portovenere risalgono a Claudio Tolomeo (150 d.C.) e all’Itinerario Marittimo dell'Imperatore Antonino Pio (161 d.C.) che ci dà la certezza che Portovenere esisteva come centro marittimo, fin dall’epoca romana, con funzione navale di "portus", il cui abitato era situato nell'area di S. Pietro, attuale Piazza L. Spallanzani (Castrum vetus). Vedi foto sotto: (in ordine : S.Pietro ed a sx Grotta Byron, interno, loggiato gotico)
Nel 643, Portovenere, che era la base della flotta bizantina contro i Longobardi, fu assalita e semi distrutta da Re Rotari, che aveva esteso il dominio Longobardo alla Liguria Marittima. Nel Medio Evo questo borgo ebbe una vita fiorente, anche perché fu raggiunto da un grande movimento monastico, testimoniato dai resti di un monastero nell’isola del Tino e del Tinetto. Nel 1113 Genova, che mirava a Porto Venere come ad un baluardo fortificato per difendersi dalla minaccia di Pisa, acquistò dal feudatario Grimaldo da Vezzano il territorio alle spalle della spiaggia, costruendo il "Castrum novum", stabilendo norme architettoniche precise con "case-fortezza" sul fronte a mare, le quali avevano la duplice funzione di abitazioni e di difesa in caso di assalti. Nel 1160 i Consoli genovesi fecero innalzare una cinta di mura insieme alle tre torri e alla porta d’ingresso al borgo, dove è ancora visibile l’iscrizione "Colonia Ianuensis", ritenuta di collocazione recente. Nel 1161 fu eseguito il rinnovamento del "Castrum vetus" nel piazzale di S. Pietro con il rifacimento delle vecchie mura pre-genovesi. nel 1256 i Genovesi, dopo aver occupato il Castello di Lerici, in riconoscimento del contributo dato dai portoveneresi nella difficile espugnazione, decisero d’innalzare la chiesa di S. Pietro in stile gotico-genovese sulle vestigia di una chiesa paleocristiana, sovrapposta al tempio pagano dedicato alla dea Venere Ericina e forse anche al dio Nettuno (ambedue patroni nell'antichità dei marinai) ; il nome (in latino Portus Veneris) era probabilmente legato al fatto che, secondo la tradizione, la dea era nata dalla spuma del mare, abbondante proprio sotto quel faraglione. La chiesa fu poi unita ad una’abbazia, aggiunta in epoca bizantina, di cui si fa riferimento nelle lettere di S. Gregorio Magno del 594. La chiesa di S. Pietro fu ultimata nel 1277. In una fredda notte del gennaio del 1340, il libeccio fece divampare un incendio improvviso che distrusse l'attiguo "Castrum vetus" nel piazzale di S. Pietro e la parte alta del borgo genovese, e d'allora ridotta ad orti, ripavimentati nel '900. Portovenere continuò ad essere legata alle vicende storiche di Genova a tal punto da subire l’attacco aragonese del 1494, che durò oltre sette ore, con l’intervento di 35 galee e 14 navi. Alla difesa di Porto Venere parteciparono non solo la guarnigione comandata da Giacomo Balbo, ma anche le ardite donne del borgo capitanate dal famoso Corsaro portovenerese "il Bardella", il quale consigliò di spalmare gli scogli di sego per impedire lo sbarco degli assalitori. Lo stratagemma del Bardella, l’ardore dei difensori ed il coraggio delle donne portoveneresi riuscirono a far ritirare la flotta aragonese, ma l’uso delle armi da fuoco da parte degli attaccanti danneggiò gravemente le due chiese monumentali di San Lorenzo (la chiesa principale del paese, edificata nel V sec su un tempio dedicato a Giove e poi successivamente modificata nel gotico ligure, foto sotto) e di San Pietro. La trasformazione della guerra, prodotta dalle armi da fuoco, segnò il declino della fruizione militare di Portovenere. Tuttavia il borgo continuò ad avere importanza come porto di rilascio nella navigazione commerciale, tanto che al principio del diciottesimo secolo erano ancora attive agenzie commerciali ed intensi i traffici marittimi. Nel 1606, sempre a scopo difensivo, su uno scoglio battuto dal mare, a ponente dell’ isola Palmaria, venne costruita la fortezza di Torre Scola (vedi foto sotto), che fu poi bombardata dalla flotta inglese nel 1800 ed oggi è una pittorica vestigia nel meraviglioso panorama del Golfo. Va ricordato infatti che il Golfo della Spezia fu designato a piazzaforte marittima da parte di Napoleone I°, che tra l'altro, nel 1812, diede l’avvio alla costruzione della strada provinciale La Spezia - Portovenere, che ancor oggi si chiama appunto "strada napoleonica"e che congiunge il capoluogo ligure con il suddetto paese(circa 12km).

2 commenti:

salam ha detto...

Bellissime foto e chiaramente bellissimo il posto.
ciao
Ms

edulms ha detto...

Thanks!!!!
Absolutely great post about this curious country called Italy.
Bye