Complesso architettonico situato all'inizio della Val di Susa in Piemonte, la Sacra di S.Michele è uno dei monumenti simbolo di quella regione ed affidato alla cura dei "Padri Rosminiani". Detto complesso situato sulla cima del monte Pirchiriano fu edificato su un preesistente forte romano, costruito per sorvegliare la strada che conduceva alle Gallie. Su questo fortilizio, in seguito, i Longobardi eressero una loro fortezza per controllare le eventuali invasioni da parte dei Franchi. Le fasi iniziali della nascita della sacra di San Michele sono incerte e avvolte in un'alternanza di storia e racconti leggendari. C'è chi dice che la trasformazione da forte in abbazia è databile intorno al 966 chi subito dopo il 1000; in sostanza quindi l'origine vera e propria della costruzione risale tra la fine del X secolo e l'inizio dell'XI secolo. Accanto al sacello più antico, Giovanni Vincenzo (un eremita) ne realizzò un altro che è l'ambiente centrale della cripta. Gli studiosi tendono ad attribuire questo ambiente a Giovanni Vincenzo in quanto le nicchie, gli archetti e le colonnine richiamano motivi analoghi propri dell'architettura bizantina, e l'eremita probabilmente soggiornò nella città di Ravenna o in una qualche diocesi del ravennate. Nei decenni successivi fu costruito un piccolo cenobio che ospitava pochi monaci e poteva accogliere qualche pellegrino. Questa costruzione è dovuta ad Ugo di Montboissier. Nei decenni successivi, la struttura dell'abbazia, affidata ai Benedettini, si sviluppò progressivamente dando asilo ai pellegrini e protezione alle popolazioni della zona. Nel XI secolo fu infatti costruito l'edificio della foresteria, staccato dal monastero, e in grado di accogliere i numerosi pellegrini che, percorrendo la via Francigena, vi salivano per trovare ristoro fisico e spirituale. Un grande impulso fu dato dall'abate Adverto di Lezat (diocesi di Tolosa) chiamato da Ugo di Montboissier a dirigere il primo cenobio. Probabilmente l'architetto Guglielmo da Volpiano realizzò il progetto della chiesa posta sopra le tre preesistenti. Il periodo interessato da questo sviluppo è compreso tra il 1015 e il 1035. Questa parte del complesso si trova nel posto in cui probabilmente sorgeva il castrum di epoca romana. Di questa costruzione rimangono ora dei ruderi affacciati sulla Val di Susa (vedi la foto in basso). L'abate Ermengardo, che resse il monastero dal 1099 al 1131, fece realizzare l'opera più ardita di tutta l'imponente costruzione, l'impressionante basamento che, partendo dalla base del picco del monte, raggiunse la vetta e costituì il livello di partenza per la costruzione della nuova capiente chiesa. Questo basamento è alto 26 metri ed è sovrastato dalle absidi che portano la cima della costruzione a sfiorare i 1000 metri di altitudine rispetto ai 960 del monte Pirchiriano. La nuova chiesa, che è anche quella attuale, è stata eretta su strutture possenti e sovrasta le più antiche costruzioni che sono state così inglobate. Fra le tante cose interessanti vi è la così detta Porta dello Zodiaco (foto a dx) che con i suoi segni simboleggia il passare del tempo. Questa costruzione dovette richiedere molti anni e tutto questo ha comportato, nelle navate, il sovrapporsi di tre tipi di architettura: uno stile romanico con caratteristiche normanne, uno stile romanico che si può definire di transizione, ed infine uno stile gotico francese.
mercoledì 26 marzo 2008
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