Questa tecnica di pesca tutta italiana la si può effettuare sia in acque dolci che in mare variando però la tipologia di lenza, montatura e grammatura. La pesca alla bolognese si effettua con delle canne telescopiche ad anelli dotate di mulinello, facendo fare una passata al galleggiante solitamente su di una linea di pesca superiore ai 10 mt. sino a un massimo di 40 mt. da riva. L'origine di questo tipo di pesca è storicamente attribuita alla provincia di Bologna. Quest'oggi mi limito a parlarvi della classica "passata" da effettuarsi nel fiume usando il galleggiante. La canna ad anelli (vedi foto) può variare da 4,5 a 6/6,5 metri, una lunghezza maggiore potrebbe dare problemi di manegevolezza, ad essa va unito un capace (ma non grosso,vedi foto) mulinello che conterrà la lenza madre con diametri variabili dal 0,12 ai 0,18/0,20. Sulla lenza madre va inserito un galleggiante (vedi foto); ci sono di infinite forme quasi tutte valide a seconda del tipo di acque che si affrontano (corrente, correntina, quasi ferma, ferma); detto galleggiante va tarato applicando appositi piombi (a pallini o a torpilla, a seconda sempre delle acque) posti poco prima dell'attacco del filo finale che va di diametro inferiore alla lenza madre ed a cui è inserito l'amo. Nei fiumi si lancia a monte e si recupera a valle "trattenendo" opportunamente la lenza in modo che l'esca arrivi al pesce prima dei piombi (che lo insospettirebbero un po'...). Nelle acque ferme o quasi ferme è bene ogni tanto muovere un po' l'esca per evitare che si infossi nel limo del fondo (se pescate con essa adagiata sul fondale); se invece è a mezz'acqua, recuperare ogni tanto può essere utile per attirare le prede.
giovedì 14 febbraio 2008
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