Nel mio paese, ma anche in tante altre enclavi del Nord Italia (forse con modalità diverse) c'è la tradizione di innalzare, davanti all'abitazione di un paesano (magari perchè ha avuto un certo successo o solo perchè si è costruito la casa nuova) un alto Maggio. Esso altri non è che un albero, fra i più alti che si possono trovare (e trasportare), sfrondato di tutti i rami tranne quelli apicali; di più in vetta viene messa una bandiera (di solito quella Italiana) ed un fiasco (da vino) vuoto, a metà circa, un simpatico cartello (spesso scritto in dialetto) con una semplice poesia ed i nomi di chi ha partecipato all'impresa. Detto "albero" viene "piantato" la notte del 30 Aprile (con appositi legacci e funi) davanti all'abitazione del "festeggiato". Il quale è così "obbligato" a pagare una cena di ringraziamento a tutti i partecipanti dell'impresa; fino a che non mantiene la promessa il Maggio troneggia davanti a casa; poi verrà tolto dagli amici convitati. Detta tradizione con ogni probabilità ha radici antichissime. Infatti anticamente fra i Celti la notte fra il 30 aprile e il 1° maggio segnava il passaggio alla bella stagione: una notte di veglia, una specie di capodanno primaverile, durante la quale si susseguivano danze e banchetti in un’atmosfera orgiastica aspettando il nuovo giorno che segnava l’inizio del trionfo della luce sulle tenebre e quando si sarebbe celebrata la festa di Beltane da cui sarebbe derivato il Calendimaggio medievale. Sulla notte, si diceva, vegliava la Grande Madre della fertilità che governava il destino dei viventi e dei morti. Sempre alla festa di Beltane, si diceva, erano collegati i riti d'amore, simbolicamente connessi con gli alberi e la vegetazione. In Europa (celtica) si credeva che il "maggio" possedesse poteri simili sulle donne e sopra il bestiame, tant'è che in molte parti della Germania ancora oggi il 1° di Maggio i contadini innalzano dei "maggi" o dei "cespi di maggio" anche alle porte delle scuderie e dei recinti dove si trovano gli animali domestici. Ed è probabilmente da questo simbolismo che nasce anche la tradizione dell'albero della Cuccagna e degli alberi di maggio, di cui abbiamo testimonianze, come ho detto, anche in moltissime zone del nord Italia. L'albero aveva sicuramente una simbologia di fecondità e di vitalità e, probabilmente, doveva anche ricordare "l'albero cosmico" su cui il dio Germanico Odino-Wotan (il Gotan dei Longobardi) passò nove giorni e nove notti, prima di conoscere le rune, gli antichi simboli di potere della tradizione nordica. Ricordiamo, infatti, che il dio Odino-Wotan è dio della guerra e che proprio nel mese di maggio, per tutto il medioevo, cominciavano le "campagne militari di primavera"; "Campo di Maggio" si chiamava, dall'età carolingia in poi, l'assemblea annuale degli armati.
giovedì 1 maggio 2008
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1 commento:
Questa tradizione proprio non la conoscevo. Le tradizioni sono veramente bellissime, peccato che questa che ci hai così bene descritta, in una città come Monza, è difficile da attuare. Comunque un post veramente interessante.
ciao
Ms
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