Come forse sapete, negli anfiteatri romani, oltre che ai ludi gladiatori (il clou allora dello spettacolo "sportivo") si svolgevano le esecuzioni capitali dei condannati a morte per reati gravi (secondo il diritto romano i criminali erano paragonati alle bestie) a cui seguivano, sempre nella mattinata, gli incontri scontri fra animali selvatici (esempio: tigre contro leone). Nel primo pomeriggio e prima dei gladiatori (di cui vi ho già parlato) si svolgevano le lotte fra le fiere e particolari combattenti (da non confondersi con i gladiatori ma ad essi assimilabili per diritti, fama e guadagno) detti Bestiarii. Di solito il Bestiarius era armato di lancia e pugnale e combatteva privo di elmo, corazza e scudo. (vedi sopra il mosaico da Piazza Armerina, Sicilia) Va da se che Roma, sopratutto, e le altre città importanti dell'impero avevano bisogno di un gran quantitativo di animali selvatici da utilizzare poi nei giochi. Si perchè le belve venivano importate, via mare, da tutti gli angoli esotici dell'impero e non solo; arrivavano quindi nell'Urbe sfinite dopo lunghe peripezie (si calcola che un terzo di esse perivano per i naufragi, le malattie ed i disagi in genere) e dovevano quindi essere rifocillate e tenute in ottimo stato fino al loro utilizzo nei giochi. Di più, imperatori e nobiltà si facevano belli se nelle loro sfilate potevano sfoggiare animali esotici e strani (come giraffe, ghepardi, struzzi). Donde sorse la necessità di costruire enormi reparti, nei quali così gran numero di animali potesse essere raccolto, allevato e addomesticato. Roma ebbe perciò il Vivarium, detto così perché conteneva animali vivi. Sorse fuori porta Prenestina (Maggiore) e ci viene ricordato da Procopio, perché, da questo luogo Vitige, nel 537 d.C. dava l'assalto alle mura di Roma. Il Vivarium comprendeva celle per animali feroci e campi e selve per cervi ed antilopi; era un vero e proprio Giardino Zoologico ( il primo documentato nella Storia), di proporzioni grandiose. Pare che un altro Vivarium, per la scuola dei bestiari, si trovasse anche al Celio, presso l'Anfiteatro Flavio, e precisamente sull'area della Chiesa dei SS. Giovanni e Paolo. A fianco di questi serragli esistevano in Roma e nei dintorni grandi parchi zoologici (oggi diremo "a tema"). Vasti recinti per gli elefanti erano nella pianura boscosa di Ardea a 6 Km. dal mare, dove si conducevano direttamente gli animali dall'Africa; altri recinti similari erano a Tibur (Tivoli) e altrove pascoli per antilopi, onagri, struzzi, ecc. Né mancavano piccoli serragli nei giardini imperiali, destinati a raccogliere collezioni di animali esotici, fra i quali rimase celebre quello di Nerone al Palatino. Augusto, per esempio, durante, gli ultimi anni del suo impero (dal 29 al 14 a.C.) sembra che avesse tratto dal suo serraglio non meno di 3500 animali: tigri, leoni, coccodrilli, orsi, rinoceronti, ippopotami, bufali, elefanti, pantere.
lunedì 26 maggio 2008
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